martedì 29 gennaio 2019
UNA CERTA TENDENZA DEL CINEMA ITALIANO - IL FATTO QUOTIDIANO
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/29/una-certa-tendenza-del-cinema-italiano/4921476/
lunedì 28 gennaio 2019
UN MINISTRO DELL'INTERNO DA ODIARE
Io odio questo ministro che non rispetta le istituzioni
democratiche, la divisione dei poteri, questo sbruffone
che parla alla pancia grassa e volgare del popolo, che
si mette in bocca la parola "popolo" come fosse un suo
boccone. Non c'è solo la volontà popolare, ci sono le
leggi, la volontà della ragione. Questo ministro dell'Inferno
ha sequestrato per 5 giorni i migranti della nave Diciotti,
persone come noi che magari avevano bisogno di cure
mediche, una cosa inaudita, non si può accettare ed
è giusto che venga processato. La volontà popolare
non può mai giustificare atti disumani, in questo caso
ci si deve affidare alla ragione e alla Costituzione.
Entrati nel territorio italiano quei migranti avevano
dei diritti, i nostri stessi diritti, il diritto ad essere
curati, il nostro dovere di identificarli e di capire le
loro ragioni, i loro moventi. Non tutto è permesso,
ci sono le regole democratiche, ci sono i principi e
c'è l'etica. E questo odioso nutellaro che si diverte
a twittare la propria odiosa imbecillità, deve essere
"confinato", esiliato nella nostra bella Costituzione,
lui e il Movimento dei Cinque Stelle che lo appoggia
in modo ambiguo, e questa ambiguità è ancora più
odiosa dello stesso Salvini. Odio questo governo
inumano, senza poesia, senza cultura e senza amore.
Si affidano ai cavilli, si affidano al popolo, ma io
non credo al popolo, credo alla democrazia che è
una cosa diversa, la democrazia è tale solo entro
i confini delle regole democratiche, in caso contrario
diventa becero populismo. Spero che l'Italia torni
al rispetto della Costituzione, spero che gli italiani
riscoprano un senso etico e morale e un senso di
fratellanza universale, odio questo mondo impaurito
e incattivito, lo odio e mi fa schifo, e lo dico con
il cuore. Il mio cuore.
democratiche, la divisione dei poteri, questo sbruffone
che parla alla pancia grassa e volgare del popolo, che
si mette in bocca la parola "popolo" come fosse un suo
boccone. Non c'è solo la volontà popolare, ci sono le
leggi, la volontà della ragione. Questo ministro dell'Inferno
ha sequestrato per 5 giorni i migranti della nave Diciotti,
persone come noi che magari avevano bisogno di cure
mediche, una cosa inaudita, non si può accettare ed
è giusto che venga processato. La volontà popolare
non può mai giustificare atti disumani, in questo caso
ci si deve affidare alla ragione e alla Costituzione.
Entrati nel territorio italiano quei migranti avevano
dei diritti, i nostri stessi diritti, il diritto ad essere
curati, il nostro dovere di identificarli e di capire le
loro ragioni, i loro moventi. Non tutto è permesso,
ci sono le regole democratiche, ci sono i principi e
c'è l'etica. E questo odioso nutellaro che si diverte
a twittare la propria odiosa imbecillità, deve essere
"confinato", esiliato nella nostra bella Costituzione,
lui e il Movimento dei Cinque Stelle che lo appoggia
in modo ambiguo, e questa ambiguità è ancora più
odiosa dello stesso Salvini. Odio questo governo
inumano, senza poesia, senza cultura e senza amore.
Si affidano ai cavilli, si affidano al popolo, ma io
non credo al popolo, credo alla democrazia che è
una cosa diversa, la democrazia è tale solo entro
i confini delle regole democratiche, in caso contrario
diventa becero populismo. Spero che l'Italia torni
al rispetto della Costituzione, spero che gli italiani
riscoprano un senso etico e morale e un senso di
fratellanza universale, odio questo mondo impaurito
e incattivito, lo odio e mi fa schifo, e lo dico con
il cuore. Il mio cuore.
L'ODIO di Wilslawa Szymborska
Guardate com’è sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio.
Con quanta facilità supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio.
Con quanta facilità supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.
Non è come gli altri sentimenti.
Insieme più vecchio e più giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
L’insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.
Religione o non religione
purché ci si inginocchi per il via
Patria o no
purché si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all’inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti
malaticci e fiacchi!
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
arrivata per prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verità:
sa creare bellezza
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera
Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
Innegabile è il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.
Insieme più vecchio e più giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
L’insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.
Religione o non religione
purché ci si inginocchi per il via
Patria o no
purché si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all’inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti
malaticci e fiacchi!
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
arrivata per prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verità:
sa creare bellezza
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera
Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
Innegabile è il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.
CHIEDIAMO SCUSA
Chiediamo scusa a "miss color pastello", ho voluto esagerare fin tropo la sua
posizione oltranzista. Forse mi aveva infastidito il suo aggettivo "scellerato" dato
a un mio post sull'odio. Non mi sento scellerato e non sono uno che fomenta
l'odio, chi mi segue lo sa, e miss color pastello è una delle mie più grandi e
preziose seguaci (sta salvando alcuni miei film su Vimeo e le sono molto
riconoscente per questo). Detto questo, ribadisco la mia posizione che è di una
semplicità cristallina, partendo dal principio che non tutti sono Cristo, Primo
Levi o Etty Hillesum (mettiamoci anche Gandhi e Attimi), credo che in alcuni
frangenti storici sia giusto e naturale "odiare" chi ha una predisposizione al
massacro e alla crudeltà, e in definitiva sia giusto combattere chi odia la libertà.
Non so se i partigiani odiassero, sicuramente amavano la libertà e i loro
compagni di lotta, probabilmente a questo amore può corrispondere un
sentimento di odio verso chi tortura e uccide le persone che amiamo, e
verso chi calpesta i valori in cui crediamo. A questo odio mi riferivo e mi
sembra un odio giustificabile e per nulla scellerato. Da questa mia posizione
storica e morale, ne è nato un guazzabuglio indegno e mi ci metto anche
io con le mie provocazioni. Inviti, per esempio, ad andare sui campi di
sterminio. Non mi piace questo "turismo dell'orrore", e non lo farò mai.
Mi bastano i libri che ho letto. I film che ho visto, compresi i documentari
e le testimonianze. Ma capisco che per alcuni sia importante vedere con
i propri occhi l'orrore, ci è andato anche Guccini, forse per omaggiare la
propria canzone. Ci tornò Primo Levi. Io non sento questo bisogno.
Ritornando all'odio, dato che è un sentimento che ha creato la Storia, non
si può prescindere dall'odio, così come non si può prescindere dall'amore.
L'odio è dentro di noi, e fuori di noi. Possiamo e dobbiamo combatterlo,
ognuno con il proprio stile e le proprie convinzioni. Ovviamente gli
odiatori sono diversi tra di loro, c'è chi odia i nazisti e chi odia gli ebrei.
Così se dico che sono "razzista" ma nel senso che considero i neri una
razza superiore (ne sono fermamente convinto), avrà un senso diverso
da chi è razzista perché ritiene che ci sia una razza da sterminare, in questo
caso il mio è un razzismo ironico, so bene che esiste solo la razza umana,
ma ho un debole per le persone di colore, che volete farci? Quindi è
sempre necessario capire quello che uno scrive, non solo i contenuti
ma anche il "tono" delle parole. Ecco, spero di essere stato chiaro.
Per me è un argomento chiuso. Rinnovo le mie scuse alla dolce Attimi.
Sono comunque pronto ad eventuali repliche. Baci.
posizione oltranzista. Forse mi aveva infastidito il suo aggettivo "scellerato" dato
a un mio post sull'odio. Non mi sento scellerato e non sono uno che fomenta
l'odio, chi mi segue lo sa, e miss color pastello è una delle mie più grandi e
preziose seguaci (sta salvando alcuni miei film su Vimeo e le sono molto
riconoscente per questo). Detto questo, ribadisco la mia posizione che è di una
semplicità cristallina, partendo dal principio che non tutti sono Cristo, Primo
Levi o Etty Hillesum (mettiamoci anche Gandhi e Attimi), credo che in alcuni
frangenti storici sia giusto e naturale "odiare" chi ha una predisposizione al
massacro e alla crudeltà, e in definitiva sia giusto combattere chi odia la libertà.
Non so se i partigiani odiassero, sicuramente amavano la libertà e i loro
compagni di lotta, probabilmente a questo amore può corrispondere un
sentimento di odio verso chi tortura e uccide le persone che amiamo, e
verso chi calpesta i valori in cui crediamo. A questo odio mi riferivo e mi
sembra un odio giustificabile e per nulla scellerato. Da questa mia posizione
storica e morale, ne è nato un guazzabuglio indegno e mi ci metto anche
io con le mie provocazioni. Inviti, per esempio, ad andare sui campi di
sterminio. Non mi piace questo "turismo dell'orrore", e non lo farò mai.
Mi bastano i libri che ho letto. I film che ho visto, compresi i documentari
e le testimonianze. Ma capisco che per alcuni sia importante vedere con
i propri occhi l'orrore, ci è andato anche Guccini, forse per omaggiare la
propria canzone. Ci tornò Primo Levi. Io non sento questo bisogno.
Ritornando all'odio, dato che è un sentimento che ha creato la Storia, non
si può prescindere dall'odio, così come non si può prescindere dall'amore.
L'odio è dentro di noi, e fuori di noi. Possiamo e dobbiamo combatterlo,
ognuno con il proprio stile e le proprie convinzioni. Ovviamente gli
odiatori sono diversi tra di loro, c'è chi odia i nazisti e chi odia gli ebrei.
Così se dico che sono "razzista" ma nel senso che considero i neri una
razza superiore (ne sono fermamente convinto), avrà un senso diverso
da chi è razzista perché ritiene che ci sia una razza da sterminare, in questo
caso il mio è un razzismo ironico, so bene che esiste solo la razza umana,
ma ho un debole per le persone di colore, che volete farci? Quindi è
sempre necessario capire quello che uno scrive, non solo i contenuti
ma anche il "tono" delle parole. Ecco, spero di essere stato chiaro.
Per me è un argomento chiuso. Rinnovo le mie scuse alla dolce Attimi.
Sono comunque pronto ad eventuali repliche. Baci.
sabato 26 gennaio 2019
I PENSIEROSI
I pensatori, per carità, tutto il mio rispetto.
Pensano, dunque sono. E se loro pensano,
anche noi siamo, grazie a loro.
Ma devo confessarlo: io ho un debole per
i pensierosi. Li vedi camminare per strada
con la testa sprofondata nelle spalle.
Sono distratti, potrebbero morire per un
pensiero, attraversando con il rosso di una
preoccupazione. Sono adorabili.
Alle feste sono quelli assenti anche se
sono presenti, mancano sempre all'appello
anche quando alzano la mano a scuola.
Hanno il volto prigioniero di trame sottili,
i pensierosi non fanno del male a nessuno,
sono gentili, la realtà per loro è un tappeto
dove passeggiare in compagnia dei loro
pensieri.
Pensano, dunque sono. E se loro pensano,
anche noi siamo, grazie a loro.
Ma devo confessarlo: io ho un debole per
i pensierosi. Li vedi camminare per strada
con la testa sprofondata nelle spalle.
Sono distratti, potrebbero morire per un
pensiero, attraversando con il rosso di una
preoccupazione. Sono adorabili.
Alle feste sono quelli assenti anche se
sono presenti, mancano sempre all'appello
anche quando alzano la mano a scuola.
Hanno il volto prigioniero di trame sottili,
i pensierosi non fanno del male a nessuno,
sono gentili, la realtà per loro è un tappeto
dove passeggiare in compagnia dei loro
pensieri.
venerdì 25 gennaio 2019
Monica, la mia panettiera.
Monica, la mia panettiera,
mi chiama sempre "amore"
come la mia ragazza, ma
non è la mia ragazza.
Monica lavora tanto tanto
ed è sempre gentile con
tutti e chiama tutti "amore",
ma io non sono geloso.
Monica legge libri che
io non leggerei mai, ma è
bello che ci siano persone
così, tiene i libri vicino
al pane, e sono infarinati.
Stasera mi sono incuriosito,
ho preso i tortellini fritti
e ho letto questo titolo: La
doppia vita. Monica, quante
vite ti perdi lavorando?
Quante vite tutti noi non
saremo mai? Tante, tante,
ma se leggiamo e sogniamo
vicino al pane, anche questa
vita diventa calda e buona.
mi chiama sempre "amore"
come la mia ragazza, ma
non è la mia ragazza.
Monica lavora tanto tanto
ed è sempre gentile con
tutti e chiama tutti "amore",
ma io non sono geloso.
Monica legge libri che
io non leggerei mai, ma è
bello che ci siano persone
così, tiene i libri vicino
al pane, e sono infarinati.
Stasera mi sono incuriosito,
ho preso i tortellini fritti
e ho letto questo titolo: La
doppia vita. Monica, quante
vite ti perdi lavorando?
Quante vite tutti noi non
saremo mai? Tante, tante,
ma se leggiamo e sogniamo
vicino al pane, anche questa
vita diventa calda e buona.
giovedì 24 gennaio 2019
ATTIMI E MARTINA
Attimi e Martina! Donne, vi adoro! Proprio per questo la mia missione impossibile
oggi sarà quella di farvi amare la parola ODIO. Avete capito bene: amare.
Quando pronuncio la parolo "odio" dovete intenderla così: respingere, allontanare.
Allontaniamo da noi ciò che odiamo. Non dovete intenderla come sete di sangue
o violenza. L'odio è conoscenza, bisogna conoscere qualcosa per odiarla.
La Storia umana è costellata di odio, quindi odiare significa anche studiare.
L'oggetto di studio è la natura umana. L'odio è un sentimento purissimo quando
si odiano gli ipocriti o le ingiustizie sociali, è un odio idealista. Si odiano gli ipocriti
perché amiamo le persone sincere. Si odia l'ingiustizia proprio perché amiamo
la giustizia e ancora di più: l'equità. Si odia la crudeltà proprio perché amiamo
la bontà. In questo senso l'odio è un sentimento che ci sostiene, una stella polare
che ci guida in un percorso d'amore. Odiare significa anche colpire e ferire, non
solo allontanare e respingere. A volte è necessario colpire il boia per salvare
la vittima, non c'è altro mezzo. Il boia di solito non si fa convincere da discorsi
premurosi ed affettuosi, il boia si serve della mannaia senza pietà. Quindi ai
tempi del fascismo e del nazismo era giusto colpire e ferire, anche uccidere per
non morire. Questo hanno fatto i partigiani e a loro dobbiamo tanto, tantissimo.
Odiare chi calpesta la libertà, odiare chi vuole sterminare, odiare chi vuole
soffocare l'uomo. La lotta si nutre anche di odio, ma una volta vinto il nemico
non bisogna più odiare, bisogna avere pietà e non infierire. Quando pronuncio
la parola "odio" intendo proprio questo che vi ho appena detto. Etty Hillesum,
scrittrice olandese di origine ebraica, vittima del nazismo, non odiava, non
odiava nemmeno i propri carnefici, e il suo ragionamento è limpido: in un
mondo ricolmo d'odio non voleva aggiungere la sua particella d'odio, non
voleva rendere il mondo ancora più brutto con il suo odio. Nel pensiero di
Etty c'è una purezza inviolabile e una logica inviolabile, e non possiamo non
provare stima e rispetto per la sua visione delle cose. In tanti modi si può
lottare contro l'odio: con l'amore puro e assoluto e con l'odio. Odiare l'odio.
Non me la sento di condannare moralmente chi ha odiato i carnefici, chi ha
ferito e ucciso i carnefici, la Storia ci chiede anche di agire, di combattere.
Si tratta di un odio che non deve renderci ciechi, deve essere solo un odio
funzionale, se così si può dire. Odiare chi avvelena l'ambiente, proprio perché
amiamo la natura. Odiare chi sfigura il volto dell'uomo, proprio perché
amiamo il volto dell'uomo. Odiare una politica di respingimento, proprio
perché amiamo l'accoglienza. Odiare quindi in modo razionale ed etico.
Impugnare le armi deve essere l'ultima spiaggia, proprio quando non è
possibile fare altrimenti. Non sono un pacifista ad oltranza. Se gli uomini
cattivi vogliono uccidere gli uomini buoni, bisogna salvare i buoni,
con tutti i mezzi a nostra disposizione. Chi sono i cattivi? Semplice: sono
quelli che odiano, che avvelenano, che respingono, che calpestano, che
bruciano, che torturano, che vogliono le disuguaglianze sociali, che amano
l'ignoranza e la violenza. A volte le cose sono semplici, altre volte si
confondono, e non si riesce più a distinguere i buoni dai cattivi. Che dire?
che fare? Affidarsi al proprio senso di umanità. Spartaco era buono o
cattivo? Per me era buono, anche per Karl Marx che così lo descrive:
Spartaco è l'uomo più folgorante della storia antica. Un grande generale, un personaggio nobile,
veramente rappresentativo del proletariato dell'antichità»
Quando ti ribelli a qualcosa di disumano sei buono, e ami, e ami perché hai in odio
che vuole disumanizzare la vita.
oggi sarà quella di farvi amare la parola ODIO. Avete capito bene: amare.
Quando pronuncio la parolo "odio" dovete intenderla così: respingere, allontanare.
Allontaniamo da noi ciò che odiamo. Non dovete intenderla come sete di sangue
o violenza. L'odio è conoscenza, bisogna conoscere qualcosa per odiarla.
La Storia umana è costellata di odio, quindi odiare significa anche studiare.
L'oggetto di studio è la natura umana. L'odio è un sentimento purissimo quando
si odiano gli ipocriti o le ingiustizie sociali, è un odio idealista. Si odiano gli ipocriti
perché amiamo le persone sincere. Si odia l'ingiustizia proprio perché amiamo
la giustizia e ancora di più: l'equità. Si odia la crudeltà proprio perché amiamo
la bontà. In questo senso l'odio è un sentimento che ci sostiene, una stella polare
che ci guida in un percorso d'amore. Odiare significa anche colpire e ferire, non
solo allontanare e respingere. A volte è necessario colpire il boia per salvare
la vittima, non c'è altro mezzo. Il boia di solito non si fa convincere da discorsi
premurosi ed affettuosi, il boia si serve della mannaia senza pietà. Quindi ai
tempi del fascismo e del nazismo era giusto colpire e ferire, anche uccidere per
non morire. Questo hanno fatto i partigiani e a loro dobbiamo tanto, tantissimo.
Odiare chi calpesta la libertà, odiare chi vuole sterminare, odiare chi vuole
soffocare l'uomo. La lotta si nutre anche di odio, ma una volta vinto il nemico
non bisogna più odiare, bisogna avere pietà e non infierire. Quando pronuncio
la parola "odio" intendo proprio questo che vi ho appena detto. Etty Hillesum,
scrittrice olandese di origine ebraica, vittima del nazismo, non odiava, non
odiava nemmeno i propri carnefici, e il suo ragionamento è limpido: in un
mondo ricolmo d'odio non voleva aggiungere la sua particella d'odio, non
voleva rendere il mondo ancora più brutto con il suo odio. Nel pensiero di
Etty c'è una purezza inviolabile e una logica inviolabile, e non possiamo non
provare stima e rispetto per la sua visione delle cose. In tanti modi si può
lottare contro l'odio: con l'amore puro e assoluto e con l'odio. Odiare l'odio.
Non me la sento di condannare moralmente chi ha odiato i carnefici, chi ha
ferito e ucciso i carnefici, la Storia ci chiede anche di agire, di combattere.
Si tratta di un odio che non deve renderci ciechi, deve essere solo un odio
funzionale, se così si può dire. Odiare chi avvelena l'ambiente, proprio perché
amiamo la natura. Odiare chi sfigura il volto dell'uomo, proprio perché
amiamo il volto dell'uomo. Odiare una politica di respingimento, proprio
perché amiamo l'accoglienza. Odiare quindi in modo razionale ed etico.
Impugnare le armi deve essere l'ultima spiaggia, proprio quando non è
possibile fare altrimenti. Non sono un pacifista ad oltranza. Se gli uomini
cattivi vogliono uccidere gli uomini buoni, bisogna salvare i buoni,
con tutti i mezzi a nostra disposizione. Chi sono i cattivi? Semplice: sono
quelli che odiano, che avvelenano, che respingono, che calpestano, che
bruciano, che torturano, che vogliono le disuguaglianze sociali, che amano
l'ignoranza e la violenza. A volte le cose sono semplici, altre volte si
confondono, e non si riesce più a distinguere i buoni dai cattivi. Che dire?
che fare? Affidarsi al proprio senso di umanità. Spartaco era buono o
cattivo? Per me era buono, anche per Karl Marx che così lo descrive:
Spartaco è l'uomo più folgorante della storia antica. Un grande generale, un personaggio nobile,
veramente rappresentativo del proletariato dell'antichità»
Quando ti ribelli a qualcosa di disumano sei buono, e ami, e ami perché hai in odio
che vuole disumanizzare la vita.
mercoledì 23 gennaio 2019
ODIO AI MINIMI TERMINI
Senza odio non potrei vivere. Mi sostiene.
L'odio è la colonna sonora dei miei nervi,
e delle mie rivolte. Che cosa odio? Odio i
calzini che scendono alle caviglie quando
passeggio, non lo sopporto, l'elastico stanco
mi esaspera, mi fra tremare di rabbia viva,
torno a casa, li levo, li strozzo, e poi li getto
senza pietà nella spazzatura, fottuti calzini.
Odio chi fa finta di nulla quando accade
tutto: torture, annegamenti in mare, sete di
giustizia disseccata, pugnali alla gola.
Odio chi non sa essere grato, chi non dice
"grazie" se sei gentile, chi prende in giro
la debolezza, la follia o l'alluce valgo.
Odio chi non legge poesie, chi non sa fare
il morto, chi si crede vivo solo perché respira.
Odio chi si mangia il mio cuore senza sale.
Chi al mattino beve solo il caffè e non zuppa
nemmeno un biscotto. Odio chi bestemmia
senza rendersi conto che sta pregando.
Odio i superficiali perché amo la superficie.
Amo gli abissi nelle tasche del cappotto
e le mani che non temono di annegare.
L'odio è la colonna sonora dei miei nervi,
e delle mie rivolte. Che cosa odio? Odio i
calzini che scendono alle caviglie quando
passeggio, non lo sopporto, l'elastico stanco
mi esaspera, mi fra tremare di rabbia viva,
torno a casa, li levo, li strozzo, e poi li getto
senza pietà nella spazzatura, fottuti calzini.
Odio chi fa finta di nulla quando accade
tutto: torture, annegamenti in mare, sete di
giustizia disseccata, pugnali alla gola.
Odio chi non sa essere grato, chi non dice
"grazie" se sei gentile, chi prende in giro
la debolezza, la follia o l'alluce valgo.
Odio chi non legge poesie, chi non sa fare
il morto, chi si crede vivo solo perché respira.
Odio chi si mangia il mio cuore senza sale.
Chi al mattino beve solo il caffè e non zuppa
nemmeno un biscotto. Odio chi bestemmia
senza rendersi conto che sta pregando.
Odio i superficiali perché amo la superficie.
Amo gli abissi nelle tasche del cappotto
e le mani che non temono di annegare.
martedì 22 gennaio 2019
lunedì 21 gennaio 2019
CAMILLERI
“Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole sono pietre, possono essere pallottole. Bisogna saper pesare il peso delle parole e soprattutto far cessare il vento dell’odio che è veramente atroce. Lo si sente palpabile attorno a noi. Ma perché l’altro è diverso da me? L’altro non è altro che me allo specchio. È di oggi la notizia di quel pazzo che entra in una sinagoga e uccide 11 persone urlando: “Gli ebrei tutti a morte!”. Ma ci si rende conto a che livelli ci abbassiamo quando non solo lo diciamo, ma siamo capaci di pensare questo. Peggio degli animali che hanno la fortuna di non parlare. Le parole della senatrice Liliana Segre dovrebbero essere dette e scritte all’ingresso di ogni scuola perché il terribile è che stiamo educando una gioventù all’odio. Il motivo? Perché abbiamo perso il senso dei valori. I veri valori della vita li abbiamo persi”.
UNA COSA CHE NON CAPISCO
Una cosa che non capisco è una cosa bella.
Ha un suo mistero avvolto che la mia mente
non riesce a srotolare. Un volto velato dalla nebbia.
E io che ho sempre pensato di detestare
la matematica, invece ora scopro con stupore
che era la mia materia preferita, proprio perché
non volevo capirla, e capendola: violarla.
Dio per me è una divisione con la virgola.
Ha un suo mistero avvolto che la mia mente
non riesce a srotolare. Un volto velato dalla nebbia.
E io che ho sempre pensato di detestare
la matematica, invece ora scopro con stupore
che era la mia materia preferita, proprio perché
non volevo capirla, e capendola: violarla.
Dio per me è una divisione con la virgola.
domenica 20 gennaio 2019
POESIA PURA
Poesia pura, assoluta, forse uno dei film più belli che
abbia mai visto, degno dei Lumière. Oggi il cinema
più bello è in mano a un dilettante inconsapevole.
abbia mai visto, degno dei Lumière. Oggi il cinema
più bello è in mano a un dilettante inconsapevole.
sabato 19 gennaio 2019
venerdì 18 gennaio 2019
DOPO L'AMORE
Si accese la sigaretta tra le lenzuola sconvolte,
piccola brace vicino al corpo amato.
Fuori le gelide stelle, gelide perché lontane.
Dentro il calore della pelle, calda perché vicina.
E il fumo sui cuscini innocenti di peccato.
piccola brace vicino al corpo amato.
Fuori le gelide stelle, gelide perché lontane.
Dentro il calore della pelle, calda perché vicina.
E il fumo sui cuscini innocenti di peccato.
giovedì 17 gennaio 2019
NON PER I VIVI
Non è per i vivi morire. Non c'entra nulla.
Si tratta di un assurdo ingoiato.
Posso concedere alla polvere un dominio
di polvere, posso farla finire sotto il tappeto.
Non di più.
Le stelle? Le stelle possono morire.
Anche i fiori.
L'uomo no.
Al limite invecchiare, incurvarsi fino a trovare
una gemma tra fili d'erba.
Al massimo questo, forse un'ombra di agonia,
ma giusto un'ombra.
Basta, niente di più.
Esalare l'ultimo respiro è un oltraggio, una
blasfema condanna.
Come è possibile? Chi ha ordito questo
piano criminale?
Come osa la morte farci un affronto simile?
Deve essere matta!
O forse sbaglio, vuoi dirmi, amore, vuoi dirmi
forse che nulla è più naturale
di questa tragica bestemmia?
Si tratta di un assurdo ingoiato.
Posso concedere alla polvere un dominio
di polvere, posso farla finire sotto il tappeto.
Non di più.
Le stelle? Le stelle possono morire.
Anche i fiori.
L'uomo no.
Al limite invecchiare, incurvarsi fino a trovare
una gemma tra fili d'erba.
Al massimo questo, forse un'ombra di agonia,
ma giusto un'ombra.
Basta, niente di più.
Esalare l'ultimo respiro è un oltraggio, una
blasfema condanna.
Come è possibile? Chi ha ordito questo
piano criminale?
Come osa la morte farci un affronto simile?
Deve essere matta!
O forse sbaglio, vuoi dirmi, amore, vuoi dirmi
forse che nulla è più naturale
di questa tragica bestemmia?
SALTARELLI - IL FATTO QUOTIDIANO
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/17/severino-saltarelli-mi-ha-donato-la-sua-voce-e-io-ho-scritto-una-poesia-per-lui/4895949/
KARIKA
Esperienza molto piacevole con Karika, sa ascoltare e sa intervenire sempre in modo
puntuale e acuto, mostrando sensibilità e intelligenza. Ho fatto bene ad accettare.
E farò bene a non ripetere l'esperienza perché voglio che resti qualcosa di UNICO.
Auguro al canale di Karika di crescere smisuratamente! Se lo merita.
Certo tre ore sono tante ma non si tratta di un film, lo vedo come uno spazio
dove ognuno può scegliere la propria posizione, vederlo dal centro o dalla fine,
insomma, sono parole, parole e parole, elastici mentali. Resterà un bel ricordo.
E con Karika magari in futuro ci vedremo dal vivo. La vita chiama, chiama sempre,
bisogna solo rispondere e non essere "occupati". Quindi licenziatevi.
puntuale e acuto, mostrando sensibilità e intelligenza. Ho fatto bene ad accettare.
E farò bene a non ripetere l'esperienza perché voglio che resti qualcosa di UNICO.
Auguro al canale di Karika di crescere smisuratamente! Se lo merita.
Certo tre ore sono tante ma non si tratta di un film, lo vedo come uno spazio
dove ognuno può scegliere la propria posizione, vederlo dal centro o dalla fine,
insomma, sono parole, parole e parole, elastici mentali. Resterà un bel ricordo.
E con Karika magari in futuro ci vedremo dal vivo. La vita chiama, chiama sempre,
bisogna solo rispondere e non essere "occupati". Quindi licenziatevi.
mercoledì 16 gennaio 2019
martedì 15 gennaio 2019
FARINA LIVE
Domani sera intorno alle 20 ci sarà questo incontro con Karika e i suoi amici
sul suo canale. Ho specificato che sarà il primo e l'ultimo live della mia vita,
quindi sarà una cosa unica. In realtà mi sembra una bella occasione per fare
la conoscenza di giovani YouTuber, è la mia curiosità innata che mi ha spinto
ad accettare. Per chi è interessato questo è il promo fatto dallo stesso Karika.
Un saluto.
sul suo canale. Ho specificato che sarà il primo e l'ultimo live della mia vita,
quindi sarà una cosa unica. In realtà mi sembra una bella occasione per fare
la conoscenza di giovani YouTuber, è la mia curiosità innata che mi ha spinto
ad accettare. Per chi è interessato questo è il promo fatto dallo stesso Karika.
Un saluto.
IL VENTO E IL SEMAFORO
Il vento fa impazzire, oggi a Milano c'era molto vento.
Oggi sono stato pazzo, pazzo era il mio cappello che
volava via, e dovevo tenerlo stretto con le mani per
continuare a camminare con il mio cappello sulla testa,
sulla mia povera testa nuda come un verme rigonfio.
Anche la mia anima è pazza, pazza come il vento.
Soffia, soffia tutto il suo dolore impazzito e mi lascia
fermo a un incrocio, a ondeggiare insieme agli alberi,
e mi mangia il volto, e le mie lacrime ridono nel vento.
Anche l'universo è pazzo, anche questo semaforo.
Rosso. Rosso. Rosso.
Oggi sono stato pazzo, pazzo era il mio cappello che
volava via, e dovevo tenerlo stretto con le mani per
continuare a camminare con il mio cappello sulla testa,
sulla mia povera testa nuda come un verme rigonfio.
Anche la mia anima è pazza, pazza come il vento.
Soffia, soffia tutto il suo dolore impazzito e mi lascia
fermo a un incrocio, a ondeggiare insieme agli alberi,
e mi mangia il volto, e le mie lacrime ridono nel vento.
Anche l'universo è pazzo, anche questo semaforo.
Rosso. Rosso. Rosso.
lunedì 14 gennaio 2019
I POMPINI DI LONI SANDERS
Loni Sanders è stata una famosa attrice del porno, ora ha 61 anni, il tempo
passa per tutti, anche per lei. Oggi sono andato a rivedermi i suoi famosi
pompini che ormai sono diventati pompini d'epoca, pompini vintage.
Dicevo pompini d'epoca che hanno fatto epoca, indubbiamente. Il pompino
è un'arte, c'è poco da fare, pochissime donne li sanno fare. Loni era
una dea del pompino, aveva un viso affilato ed elegante, con una sua
sensualità soffusa, non esibita o pronunciata, e una bocca limpida, lieve,
non tumefatta da improbabili labbra, era aristocratica, quasi eterea.
Il cazzo nella sua bocca non era un semplice cazzo, era lo strumento
essenziale per la sua arte. La sua inconfondibile firma era la lingua
che indugiava nella zona del perineo, tra lo scroto e l'ano. Una zona
anatomica apparentemente innocua ma fondamentale per il piacere.
L'uomo sdraiato sul dorso, con le gambe divaricate, indifeso, con il
cazzo palpitante stretto nelle mani di Loni, e questa lingua sapiente
che leccava l'ano e saliva lentamente per arrivare allo scroto, fino a
bagnare i testicoli di estasi, per poi ingoiare il cazzo con famelica
sollecitudine, persa nel proprio delirio fallico e nitido, Loni ansimava
e donava gemiti, fino all'esplosione finale che bagnava il suo volto
sorridente di una rugiada che nulla ha di celestiale, ma è angelica fino
al midollo del piacere. Questa santa del pompino, questa dolce
aguzzina del cazzo, questa creatura di seta e mistero, regina del perineo,
ineffabile e di una crudeltà felice e beata, rendeva gli uomini docili
come agnellini sacrificali, godere sulla sua lingua era l'estrema debolezza
che trova il suo appagamento nell'essere posseduti da una bocca
dotta e implacabile. Pompini così sono canti gregoriani, sono sacri.
Pompini così sono vertigine e abisso, in parole povere, mai così
povere come in questo preciso istante, sono semplicemente Amore.
Una gatta, una meravigliosa, irripetibile gatta. E noi il suo latte.
passa per tutti, anche per lei. Oggi sono andato a rivedermi i suoi famosi
pompini che ormai sono diventati pompini d'epoca, pompini vintage.
Dicevo pompini d'epoca che hanno fatto epoca, indubbiamente. Il pompino
è un'arte, c'è poco da fare, pochissime donne li sanno fare. Loni era
una dea del pompino, aveva un viso affilato ed elegante, con una sua
sensualità soffusa, non esibita o pronunciata, e una bocca limpida, lieve,
non tumefatta da improbabili labbra, era aristocratica, quasi eterea.
Il cazzo nella sua bocca non era un semplice cazzo, era lo strumento
essenziale per la sua arte. La sua inconfondibile firma era la lingua
che indugiava nella zona del perineo, tra lo scroto e l'ano. Una zona
anatomica apparentemente innocua ma fondamentale per il piacere.
L'uomo sdraiato sul dorso, con le gambe divaricate, indifeso, con il
cazzo palpitante stretto nelle mani di Loni, e questa lingua sapiente
che leccava l'ano e saliva lentamente per arrivare allo scroto, fino a
bagnare i testicoli di estasi, per poi ingoiare il cazzo con famelica
sollecitudine, persa nel proprio delirio fallico e nitido, Loni ansimava
e donava gemiti, fino all'esplosione finale che bagnava il suo volto
sorridente di una rugiada che nulla ha di celestiale, ma è angelica fino
al midollo del piacere. Questa santa del pompino, questa dolce
aguzzina del cazzo, questa creatura di seta e mistero, regina del perineo,
ineffabile e di una crudeltà felice e beata, rendeva gli uomini docili
come agnellini sacrificali, godere sulla sua lingua era l'estrema debolezza
che trova il suo appagamento nell'essere posseduti da una bocca
dotta e implacabile. Pompini così sono canti gregoriani, sono sacri.
Pompini così sono vertigine e abisso, in parole povere, mai così
povere come in questo preciso istante, sono semplicemente Amore.
Una gatta, una meravigliosa, irripetibile gatta. E noi il suo latte.
L'ESSENZIALE
La vita non è un vuoto da riempire, ma un pieno che bisogna sfoltire e sfoltire fino ad arrivare all'essenziale: la musica, la poesia e i pompini. Non abbiamo bisogno d'altro. Ah, la pasta!
domenica 13 gennaio 2019
UN RITRATTO CHE MI HANNO DEDICATO
Mi sono visto come un estraneo e ho percepito nitidamente la mia "follia"!
Bene, sono matto, e allora?
Bene, sono matto, e allora?
sabato 12 gennaio 2019
venerdì 11 gennaio 2019
giovedì 10 gennaio 2019
UNA POESIA PER VOCE RECITANTE
L'amore non lo so pronunciare,
l'amore non so nemmeno farlo.
Incespico nei corpi, mi affanno,
frugo nelle ferite e trovo solo
il mio disincanto, il mio ebete
godimento cieco, di bestia che
ansima e si riposa dal massacro.
Sono più bravo a odiare, l'odio
mi è congeniale, un odio verde
come una foresta, un odio pluviale
che disseta i miei crateri, le mie
mani aride, le mie mani aggrappate
al tuo collo di cigno, nell'ultimo
canto di uno strangolamento
che è splendore e fosco palpito.
Amore e morte, ma ancora di
più morte, nell'agonia illesa di
ogni orizzonte, amare è morire,
ancora di più uccidere, vivere
di questa morte che siamo, che
ci sferza col suo vento gelido e
noi, barbari, la sfidiamo nel coito,
nell'amplesso sanguinoso di
un abbandono eterno.
l'amore non so nemmeno farlo.
Incespico nei corpi, mi affanno,
frugo nelle ferite e trovo solo
il mio disincanto, il mio ebete
godimento cieco, di bestia che
ansima e si riposa dal massacro.
Sono più bravo a odiare, l'odio
mi è congeniale, un odio verde
come una foresta, un odio pluviale
che disseta i miei crateri, le mie
mani aride, le mie mani aggrappate
al tuo collo di cigno, nell'ultimo
canto di uno strangolamento
che è splendore e fosco palpito.
Amore e morte, ma ancora di
più morte, nell'agonia illesa di
ogni orizzonte, amare è morire,
ancora di più uccidere, vivere
di questa morte che siamo, che
ci sferza col suo vento gelido e
noi, barbari, la sfidiamo nel coito,
nell'amplesso sanguinoso di
un abbandono eterno.
mercoledì 9 gennaio 2019
LE NOCI
A me piacciono le noci.
Mi piacciono molto.
Mi piacciono in modo imbarazzante.
Perdurante.
In modo insonne.
Mi capita di non dormire
pensando alle noci.
A me le noci fanno impazzire.
Le mangio ogni giorno.
Ogni giorno impazzisco.
Mi piace sbriciolarle
col pugno.
Il gheriglio ha la forma del
nostro cervello.
Adoro le noci.
Senza noci mi sentirei perso,
senza appigli.
La noce è profetica.
Divina.
Simbolica.
Quando mangiamo una noce
mangiamo noi stessi.
Il nostro destino.
Il nostro destino di
sbriciolamento.
Fanno bene al cuore
e il nostro cuore
ha bisogno di
tutto il Bene del mondo.
Le noci salveranno
il mondo.
Come la bellezza.
IL MIO TALENTO
Il mio talento non è un talento
ma una condizione.
Ogni cosa che filmo è un fantasma.
Il fantasma di un albero.
Il fantasma di un volto che passa.
Filmo dal mondo delle ombre.
Immerso nel liquido amniotico
dei trapassati, filmo come respiro.
Ed è un respiro d'ombra.
Mi sono sempre sentito più vicino
ai morti, dei viventi diffido.
Non mi convincono fino in fondo.
I viventi non sono veri.
E io filmo sempre la verità.
Filmo il fantasma che vedo in loro.
Filmo quello che a me è visibile,
l'eternità di polvere di ogni
cosa, di ogni gesto.
Il mio talento non è un talento
ma una condanna.
ma una condizione.
Ogni cosa che filmo è un fantasma.
Il fantasma di un albero.
Il fantasma di un volto che passa.
Filmo dal mondo delle ombre.
Immerso nel liquido amniotico
dei trapassati, filmo come respiro.
Ed è un respiro d'ombra.
Mi sono sempre sentito più vicino
ai morti, dei viventi diffido.
Non mi convincono fino in fondo.
I viventi non sono veri.
E io filmo sempre la verità.
Filmo il fantasma che vedo in loro.
Filmo quello che a me è visibile,
l'eternità di polvere di ogni
cosa, di ogni gesto.
Il mio talento non è un talento
ma una condanna.
martedì 8 gennaio 2019
MI RICORDO
Mi ricordo di Monica, la più bella della classe,
alle medie. Mi ricordo che era bella e che era
indecisa tra me e Fabrizio, allora un giorno
sulla panchina del parco Solari io le dissi: "Stai
pure con Fabrizio, non fanno per me queste
cose". In realtà avevo paura di non essere il
prescelto. Lei ci rimase male e mi disse: "Peccato,
avevo scelto te". Cristo, che fregatura. Non
potevo rimangiarmi le parole, finsi indifferenza.
Poi Monica disse: "Andrò a farmi una doccia
per dimenticarti". Dio, Monica, Monica Pesce.
Avrei dato tutta la mia collezione dell'Uomo
Ragno per farmi quella doccia con te, ma ero
troppo piccolo, troppo pauroso e scemo.
Ho fatto il duro ma dentro ero molle, tu ti
sei alzata dalla panchina e ora sono passati
tanti, tanti, tanti anni. Dove sei? Monica!
alle medie. Mi ricordo che era bella e che era
indecisa tra me e Fabrizio, allora un giorno
sulla panchina del parco Solari io le dissi: "Stai
pure con Fabrizio, non fanno per me queste
cose". In realtà avevo paura di non essere il
prescelto. Lei ci rimase male e mi disse: "Peccato,
avevo scelto te". Cristo, che fregatura. Non
potevo rimangiarmi le parole, finsi indifferenza.
Poi Monica disse: "Andrò a farmi una doccia
per dimenticarti". Dio, Monica, Monica Pesce.
Avrei dato tutta la mia collezione dell'Uomo
Ragno per farmi quella doccia con te, ma ero
troppo piccolo, troppo pauroso e scemo.
Ho fatto il duro ma dentro ero molle, tu ti
sei alzata dalla panchina e ora sono passati
tanti, tanti, tanti anni. Dove sei? Monica!
lunedì 7 gennaio 2019
POESIA PER UNA VOCE
A me il dolore non piace.
A voi nemmeno, immagino.
Ci costruiscono cattedrali sul dolore.
Ci fanno convegni.
Pare anche che sia nutrimento
per il poeta, per i suoi versi.
Dicono: senza dolore non c'è
nemmeno la felicità.
Alcuni addirittura pensano
che il dolore sia profondità,
abisso, stupore e vertigine.
A me, detto francamente, il dolore
sta sulle palle.
Sia quello fisico che quello
spirituale. Proprio non lo
sopporto. A me piacciono le
frittelle. Sì, lo so, con le frittelle
forse non si fanno le poesie,
ma sono così buone!
A me piace sonnecchiare
quando le finestre sono
socchiuse, mi piace il miele
sul formaggio, quando il
miele è dolce, ed è sempre
dolce, e quando il formaggio
è formaggio.
Ai funerali slaccio le scarpe
al dolore e corro nei prati
di primavere immaginarie o
reali, nessuna morte mi fa
male, non permetto al dolore
di farmi male. Io sono per la
dittatura delle frittelle.
Una dittatura dorata e croccante.
Il dolore pietrifica?
Il dolore scava la carne?
Con me non funziona così.
Non mi faccio fregare dal dolore.
Un amore che finisce mi
spalanca orizzonti.
E la morte di chi amo non
esiste, chi amo non muore.
Non muore mai.
A me il dolore fa un baffo.
Anche due.
Due baffi.
Io volteggio, io godo.
Io eiaculo nell'universo
che gode.
Oh, dolce morfina!
Nessun dolore, mai e poi
mai!
Frittele, solo frittelle!
Cazzo!
A voi nemmeno, immagino.
Ci costruiscono cattedrali sul dolore.
Ci fanno convegni.
Pare anche che sia nutrimento
per il poeta, per i suoi versi.
Dicono: senza dolore non c'è
nemmeno la felicità.
Alcuni addirittura pensano
che il dolore sia profondità,
abisso, stupore e vertigine.
A me, detto francamente, il dolore
sta sulle palle.
Sia quello fisico che quello
spirituale. Proprio non lo
sopporto. A me piacciono le
frittelle. Sì, lo so, con le frittelle
forse non si fanno le poesie,
ma sono così buone!
A me piace sonnecchiare
quando le finestre sono
socchiuse, mi piace il miele
sul formaggio, quando il
miele è dolce, ed è sempre
dolce, e quando il formaggio
è formaggio.
Ai funerali slaccio le scarpe
al dolore e corro nei prati
di primavere immaginarie o
reali, nessuna morte mi fa
male, non permetto al dolore
di farmi male. Io sono per la
dittatura delle frittelle.
Una dittatura dorata e croccante.
Il dolore pietrifica?
Il dolore scava la carne?
Con me non funziona così.
Non mi faccio fregare dal dolore.
Un amore che finisce mi
spalanca orizzonti.
E la morte di chi amo non
esiste, chi amo non muore.
Non muore mai.
A me il dolore fa un baffo.
Anche due.
Due baffi.
Io volteggio, io godo.
Io eiaculo nell'universo
che gode.
Oh, dolce morfina!
Nessun dolore, mai e poi
mai!
Frittele, solo frittelle!
Cazzo!
domenica 6 gennaio 2019
sabato 5 gennaio 2019
TORNATO DA ROMA!
Tornato da Roma!
Me li sono fatti tutti e quattro:
carbonara
gricia
amatriciana
cacio e pepe.
Ah, anche la Cappella Sistina!
Ho dormito al Pigneto, un bel
quartiere pieno di murales
e di librerie di sinistra e
femministe...
un'oasi di pace in una Roma
fascista.
Me li sono fatti tutti e quattro:
carbonara
gricia
amatriciana
cacio e pepe.
Ah, anche la Cappella Sistina!
Ho dormito al Pigneto, un bel
quartiere pieno di murales
e di librerie di sinistra e
femministe...
un'oasi di pace in una Roma
fascista.
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