venerdì 20 aprile 2012

IL BALLETTO DI SASA'

1 commento:

Medea ha detto...

Ritrovare Sasà e scoprire che non è diventato grande è come constatare che alcuni esseri umani possono salvarsi. Anche alle soglie della fine del mondo. Ha una sapienza antica: il sale nella piastra; la pastiera; ricordo ancora i suoi aneddoti: Bubù; le pulizie.
"Rosaria, ma ti sto chiamando,mi vuoi rispondere?": questa familiarità napoletana ti farebbe sentire a casa anche in Patagonia.
Ha una verve tecno, da discoteca: il suo balletto -estremo- accanto ai piatti fumanti che ha cucinato nella casa vuota e colorata è da folto seguito di fanatiche fans (sia perdonato il cacofonico gioco di lingue!).
A 2.50-sgg., quel primo piano ai piatti che lascia intravedere i passi di Sasà, trovo il bandolo della matassa:lui ha creato cose buone per chi ama. Perchè a lui piace stare con Pietro e con "voi". Il sud che è in Sasà è tutto chiuso in queste parole: il piacere di stare con chi si ama, nella reggia quotidiana di chi si ama, tra le cose di chi si ama; ogni cosa, anche la "grattugg ca a sh-putazz", è chi si ama.
La sequenza da 3.30 a 3.49 è il sigillo fariniano al film. Riconoscerei quel modo di guardare alle finestre tra mille.