venerdì 13 aprile 2012

FLAVIO COSTANTINI A RUOTA LIBERA

2 commenti:

Anonimo ha detto...

“E’ la vita che non ha senso, però mi piace vivere”: Costantini mi colpì per questa frase. Sono andata a rivedere il primo film, che amai tanto proprio per quella conclusione, per il mare, per quella bandiera che copriva una sorta di bara: la morte che sempre mi perseguiti, la vedo ovunque. Mentre lui no. Infatti il drappo che ricopriva la morte è diventato ora un coprisedia. Flavio Costantini ha la tempra di chi non le manda a dire certamente a questa morte. Il rapporto col suo cane, amato e bacchettato come un figlio, la dice lunga sull’amorevolezza di quest’uomo.
Lui parla e incute una strana soggezione. E’ come se in punta di piedi tu ci si permetterebbe di pensarla diversamente da lui. Non ama la volgarità. Di Anna Magnani è quella straripante amarezza terrena che io invece ho sempre amato, ma davanti ad un uomo così lo direi davvero sottovoce.
Ha quella autorevolezza che attende la contraddizione. Eppure nessuno saprebbe “opporsi”. Perché? Perché quando quando lui sorride è di una tenerezza disarmante. Perché il suo eroe è uno solo: Pinocchio. Io non so niente di quest’uomo. So soltanto che al grillo parlante fa leggere Il Capitale ed è una trovata esilarante: finalmente Pinocchio da una martellata al grillo, lo aspettavamo un po’ tutti e da tanti anni!
Per non parlare dell’essere umano che si leva il cappello, ma Pinocchio vuol restare burattino: perché il burattino non sarà mai servo. Come alcuni esseri umani. L’uomo muore. Il burattino no. E mi viene in mente Pasolini: sono i burattini a meravigliarsi della “straordinaria bellezza del creato”. Quale stupore!
Però Flavio ama “voi e pochi altri”: il riconoscersi. Prima o poi. Simili. Tra alieni che amano i burattini. Pinocchio è il don Chisciotte che ha l’altare nel regno di Riccardo Farina, del resto.
Non ama il “tedescume”, ma ama, contrariamente a quanto sembrerebbe, il genere umano. “Bisogna ricordarsele queste cose!”. Ma quanto ha da insegnarci questo uomo. L’uomo umano. Di quelli che sembrano mantenere il distacco, ti danno del lei, ma poi fa “la morale”. Perché è paterno. “Mi raccomando. […]Bisogna vedere anche la vita pratica, risolvere i problemi pratici. Se no Pinocchio che fa?”. Non si trasformerà in un bambino antipatico. No.
Sono commossa. Quest’uomo è la tenerezza. E non fa paura.
Fotografia bellissima. L’inconfondibile luce calda dei film di Farina. E poi… i dettagli dello studio. Ma soprattutto il modo in cui la camera passa sulle opere del maestro. Diverso lo scorrere dei disegni nel primo film: lì più “accademico”. Qui amoroso. Maturo. La camera accarezza Pinocchio. E lo fa brillare di tutta la sua luce. La stessa luce che fa brillare quello che di quest’uomo può sfuggire. Proprio perché l’impatto spaventa. La sua essenza commuove. Severo col sorriso; a tratti sentenzioso (e può permetterselo!) perché dice le cose come stanno e demistifica l’icona, alla quale tutti-molti- aderiscono.
Un Flavio Costantini iconoclasta che innalza la Bellezza.
…E solo Riccardo e Roberto Farina potevano raccontare questo. In questo modo. Grazie. Non aggiungo altro.

rickyfarina ha detto...

Quando ti leggo imparo.