giovedì 12 aprile 2012

UN SMS

Trattengo nella memoria del mio cellulare
un sms di mio fratello.
Un sms che recita "niente, grazie".
Non ricordo la storia di questo nostro
scambio, non saprei dire a che cosa
si riferisse con quel "niente, grazie",
ma mi sembra che queste due parole
siano scaturite da profondità magnetiche,
ignote, due parole semplici possono
racchiudere il senso, non il senso banale
della vita, no, il Senso, il senso del Tutto
e del Niente, il senso di tutta la polvere
che vomitiamo per non morire, il senso
della luce, del sangue, dell'amore.
Il Senso, racchiuso in un sms, nella
memoria isterica di un cellulare.
Niente, grazie. Perché a questo niente
che ci ha fatto tremare, sognare, a questo
niente tutti noi dobbiamo dire grazie.
E il niente non potrà che rispondere
con queste parole "di nulla".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Proprio stamattina ti citavo quel "Tutto è nulla". Ora rifletti su quel "Niente, grazie". E' un circolo vizioso. Ieri desideravo il niente. L'ho cercato. Era così sordo. Oggi mi rendo conto che quella sordità è il silenzio di un niente così pieno che è caos. La mia musica diventa rumore. Il rumore riempie il Niente. Ma resta un Niente vuoto al quale penso come meta agognata quando non so districare grovigli altrettanto vuoti. Il mio Niente è senza i miei fantasmi. Il mio niente è quello spazio vuoto tra me e i miei respiri, che poi si ingrandisce a dismisura e diventa quell'abissale buio che c'è tra me e chi amo. Il Niente. Anche sugli altari sacrificano al Niente: gli dei non sono forse in quel buio?
Non lo so. Non so Niente. So Niente. "Niente, grazie", Riccardo.

Ora penso al fratello. Si, al "fratello di dio". Quanto vorrei esserci domani.