martedì 17 aprile 2012

CURRICULUM VITAE

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Tre anni fa, quando lo "conobbi" per via del Ritratto di Alda Merini, cercai su internet chi fosse Ricky Farina. Trovai un'intervista e c'era scritto "Vive e non lavora a Milano". Mi disarmò talmente tanto che mi innamorai perdutamente di quelle parole.
Poi cominciai ad approfondire. Con la monomaniacalità che mi fa da croce e delizia. Fino ai "quarantatre suonati anche bene".

Ha un curriculum vitae invidiabile: oltre ad un curriculum mortis che, se possibile, lo supera. La "vita da pensionato" si snoda DENTRO un'umanità che finalmente è bella. Perchè ha il senso della realtà. Di una realtà talmente reale che ci si perde nell'abisso di ognuna delle anime che il mostro che "vive e non lavora a Milano" incontra. E allora io conosco le due Moniche e conosco Stiopa e ancora la piccola Milena e il suo papà; per non parlare di Alessandro-che fortuna averlo incontrato in questo viaggio!- e anche "Fantina"; poi conosco le sue albe, il suo carnevale; conosco Roby Rosi e il Roby fratello di Dio...Conosco Milena e anche Marna. E' un mondo intero.

Lui lavora per far conoscere il mondo. E fa pratiche di resa immortalità. Come fece Medea con i suoi figli. La stessa cosa. Anche se è una versione del mito sconosciuta ai più.
Ecco...Anche questa versione del mito di Ricky Farina è sconosciuta ai più: lui "vive e non lavora", perchè il suo lavoro è rendere immortale il mondo. E i mortali non lo sanno. Forse gli alieni di cristallo lo hanno ben capito.Arriverà presto agli imprenditori: si sa, loro sono furbi. Sanno cosa si vende bene: appena capiranno che produce immortalità sarà spacciato!
Ecco perchè sono gelosa: non riveliamolo a nessuno il lavoro di Farina!

Il gatto...Ah, quel gatto. Lui potrebbe raccontare, con quegli occhi d'agata e quelle movenze altere, tutte le magie e gli incantamenti fariniani: ma il gatto parla una lingua che solo Farina sa comprendere. Ed è un folle. Anche se non fa sacrifici umani. Allora i segreti del mostro sono ben riposti. Quel gatto è Farina stesso. Sornione, silenzioso, a volte logorroico, ma solo a volte, quando si spia; osservatore instancabile; demolitore. Mai che facesse costruzioni: quelle lasciamole agli ingegneri e forse ai musicisti. Sa "sognare molto bene" e può insegnare "esercizi di disperazione". La frenesia e il target lo stancano; l'erezione è invece "facile"; "facilissima" l'eiaculazione. Aggiungerei che non stira le camicie. Anche se ne ha con le iniziali.
Non può "diventare un deserto" chi sa che dietro quelle vetrine ci sono gli esseri umani e che quei fiori sono vivi e respirano.Chi sa che qualcuno ha rovesciato la spazzatura, magari non per semplice fottuto vandalismo.Quel gatto ha l'eleganza di una gatta.Ma ha gli occhi fariniani. E questo mi sconvolge.

Carlo Lock ha detto...

Caro anonimo, chi scrive è chi ha fatto quell'intervista che hai letto a Ricky Farina. Personalmente penso che questo video sia una sfida ai datori di lavori. Con la sua ironia, la sua candida sincerità (che gli invidio)Ricky è come se ne fregasse delle convenzioni a cui tutti devono obbedire per avere un pezzo di pane o passare la giornata e sentirsi parte integrante del mondo. Onestamente, sono pochi i datori di lavori che apprezzerebbero la sua presentazione o per meglio dire che la prenderebbero sul serio. Non sono del tutto marxista, ma come insegnava Marx l'etica imprenditoriale del capitale obbedisce alle leggi del mercato e non c'è posto per i sentimenti, per l'ozio vivificatore. Esiste il famoso detto: "il tempo è denaro" e questo spiega tutto. Ma io come Ricky sono un umanista e voglio credere nella battaglia di dimostrare almeno teoricamente che un uomo può essere diverso da ciò che è costretto a essere, ha il diritto di essere diverso, ha il diritto di inserirsi nella società rimanendo se stesso coi suoi pregi e i suoi difetti.Un selezionatore direbbe che questo video è il sistema più sicuro per essere messo alla porta. Il lavoro, invece, è bello quando ti premia, quando realizza la tua essenza, quando è adeguato alle tue capacità, alle tue attitudini, alla tua sensibilità. Credo che ormai questo lo credano solo i datori di lavoro più intelligenti. Ed è a loro che deve essere dedicato questo video. Forse l'essere sinceri premia. Al di là di risvolti poetici per una volta ho voluto esprimermi con la concretezza necessaria.
Ciao!

Anonimo ha detto...

Salve,la ringrazio per quell'intervista. E la ringrazio per questa sua riflessione,figlia della "concretezza necessaria". Credo,con Vìctor Hugo,che "C'è uno spettacolo più grande del mare:è il cielo. C'è uno spettacolo più grande del cielo: è l'interiorità dell'anima",sia in essa poesia o concretezza. E poi...cosa c'è di più concreto della poesia? Con la Farina tra le mani é veramente difficile poter impastare qualcosa che non sia poesia! un caro saluto.