Un giorno scriverò una poesia, nascerà per caso,
forse di domenica, ascoltando lo sbuffo quieto
del ferro sull'asse da stiro, mentre con grazia
domestica tu riporti al senno le mie camicie.
Un giorno l'ombra sarà più leggera, l'addio,
che sta in agguato in ogni dettaglio, si torcerà
in un piccolo lamento, sfibrato di un nulla, e non
avrà più potere sulle nostre fragili attese.
Un giorno, domani, un altro giorno, lo stesso
giorno, scriverò forse una poesia, o sarà più
semplicemente un tedio accorato, l'anagramma
della noia, a donarmi l'innocenza di un verso.
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