venerdì 30 maggio 2008

COLLANE E MARTELLI

Sì, mi è capitato di prendere a martellate la collana
di Valeria, ma era bigiotteria. La mia dolcissima Valeria
mi aveva strappato dalle mani "Volo di notte", il meraviglioso
libro dell'aviatore fatato, e lo aveva fatto a pezzi.
Mi è sembrato naturale prendere a martellate la sua
collana. Sono cose che succedono tra persone che si vogliono
bene, io litigo solo con chi amo. E litigare, devo confessarlo,
mi diverte molto. Negli anni sono riuscito a "mitigare" la
mia violenza. Anche se ogni tanto esce fuori. Ma il carattere
consiste proprio nell'andare contro la propria natura,
non nel seguirla passivamente. E posso dire, tutto sommato,
di essere una persona civile. O no? Che dici tesoruccio?



2 commenti:

Anonimo ha detto...

A-hum, già, potevo chiamare la polizia, non ci ho pensato...

Anonimo ha detto...

Io l'ho chiamata molte volte la polizia, quando mio padre urlava con un coltello alla gola di mia madre alla finestra di ucciderla se non si chiamava la polizia.

Spesso la chiamo la polizia, io che soffro di un disturbo bibolare, quando sono in preda di manie di persecuzione.

Tu continui a ironizzare pensando di fare lo scemo così blandamente.

Chiedilo a tuo padre come al mio da chi lai ereditata la violenza.

Un mio amico monaco dice sempre che noi facciamo i conti dopo i 40 anni coi difetti peggiori dei nostri genitori, proprio quelli che più abbiamo odiato.

E forse anche se io ho lavorato molto su me stesso un giorno potrei scoprire di essere violento e pesante come adducevo a mio padre.

Il problema è non ridere alle spalle di altri e non fare i furbi.

Tu vuoi metterla come un gioco la rottura con il martello della collana del tuo tesoruccio.

Io mi sarei fatto vedere da uno psichiatra semmai accorgendomi di una fase paranoica.

Tu ridi non vuoi buttare giù lo schermo che dimostra che in taluni casi sei violento.

Vuoi dimostrarti buono quieto e solo pacifico.

Una finzione puoi benissimo ammettere che hai una natura che tende anche alla violenza,
e forse accettandolo senza spaventarti
imparerai a modularla, cioè a concederti di essere
"violento", verbalmente, le prime volte in modo aggressivo, poi imparando a capire che se invece di trattenere la rabbia, la sfoghi subito,

le prime volte sarà maggiore, poi la controllerai.

Questo è l'insegnamento di sette anni di psicoterapia che io ho affrontato nel conflitto con mio padre.

Auguro solo al tuo tesoruccio, che possa comprendere tali gesti, perchè in un rapporto se esiste solo la dominante della violenza, non è piacevole vivere.

Mio padre e mia madre hanno vissuto vent'anni in questo modo, per l'istintività di una e la prepotenza dell'altro.

Pensa bene a mettere al mondo dei figli.

Se mi irriti vado avanti sai che non mollo.