La mente è una malattia. Una malattia mentale.
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Facciamocene una ragione: tutti i cervelli sono in scatola.
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Chi non soffre di disturbi mentali non è in grado di pensare
fino in fondo.
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Un pensiero che non disturba non è un pensiero. Pensare è
mettere in crisi il cervello.
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Anche un genio, suo malgrado, ha il "cervelletto".
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Il cervello è un timone. Un timone nella tempesta neuronale.
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Il pensiero è la resina della corteccia cerebrale.
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Anche la vita è uno stato mentale, non a caso si parla
di concepimento.
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Pensare, frugare nell'invisibile.
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Quando sono in silenzio sento fluttuare nella mia mente
innumerevoli voci, solo una di queste è la mia.
Il resto è mistero.
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Pensare prima di parlare? Sarebbe come digerire prima
di avere mangiato.
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Secondo gli antichi la Memoria è la madre della mente.
Oggi viviamo in un immenso orfanotrofio.
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Pensare è ricordare, ricordare di avere un pensiero.
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L'espressione "mi è fuggito di mente" è ingannevole. Nulla
fugge, la mente è una ragnatela. I pensieri sono insetti.
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Pensiamo perché abbiamo un corpo, i pensieri non hanno nulla
di astratto, sono un agglomerato di nervi e vertigine.
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Il nostro cervello ci spia continuamente. Non c'è scampo.
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L'attenzione è la camicia di forza del pensiero. Solo nella
distrazione ritroviamo la libertà.
Per questo la scuola punisce la distrazione, come tutte
le strutture di potere la scuola teme la libertà.
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