Oggi sono venuto meno a un mio saldo principio(o principio in saldo),
ho comprato un libro all'Esselunga: "L'ingegnere in blu" di Arbasino.
Immagino che sia un libro deliziosamente aneddotico sull'amicizia
dell'autore con Gadda. Mi sono divertito a ficcare questo elegante
Adelphi tra i gamberetti precotti e le banane spericolate senza casco.
La cultura è un bene di consumo e consumarla fa bene. Non bisogna
darle troppa importanza, altrimenti rischia di diventare cattedratica,
pesante, non commestibile. Arbasino sorriderebbe, ne sono certo, da
uomo colto, aristocratico e ironico.
A un certo punto mi sono anche commosso, ho provato una strana
sensazione di felicità, se così posso chiamarla. L'ambiente era
climatizzato al punto giusto, il cassiere, un giovanotto bruno,
sorrideva ai clienti, fuori c'era il sole, mia madre era al mio fianco,
con il suo volto che continuo a scoprire ogni volta,
era bello essere al mondo.
Fa piacere fare parte della civiltà consumistica, occidentale,
una società garbatamente ingiusta, che esporta scarpe di lusso e
bombette democratiche, mi sento finalmente in pace con l'orrore
del capitalismo sfrenato, mi sento global-chic. Che bello...
2 commenti:
Il secondo filmato che hai proposto dovrebbe essere quello che finisce con Monicelli che dice a Moretti: tu non sei nessuno!
Certo che questi erano programmi!
Arbasino è sempre il solito e mi sta sul cazzo!
Ma non eri tu che hai scritto che ha l'inconscio stitico e i suoi sogni sono pieni di cacca?
insomma: qui mi sputtanate tutti!
posso anche cambiare idea no?
Arbasino in fondo mi piace.
ciao
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