sabato 31 marzo 2018

FRAMMENTI, OGGI.

DIALOGO CON UN MORTO

Morto: Chiedimi tutto quello che vuoi.
Ricky: Ma è vera questa cosa che i morti riposano in pace?
Morto: Fesseria, fesseria delle fesserie.
Ricky: Spiegami.
Morto: Noi morti siamo tutti incazzati.
Ricky: Perché?
Morto: La morte è noiosa, ma non riusciamo a sbadigliare.
Ricky: Ma è terribile!
Morto: Tanto per dirtene una, poi ci sono quelli allergici
alla polvere come il sottoscritto, ti rendi conto?
Ricky: Dio mio!
Morto: E tu credi che riesca a starnutire?
Ricky: No.
Morto: Infatti!
Ricky: Dimmene un'altra.
Morto: Dobbiamo aspettare i terremoti per muoverci.
Ricky: Che disgrazia!
Morto: Fidati, la morte è una fregatura.
Ricky: Mi fido.
Morto: Che cosa farai oggi?
Ricky: Camminerò sotto il cielo. E tu?
Morto: Darò da mangiare ai miei amici vermi.
Ricky: Che cosa gli darai da mangiare?
Morto: Me stesso.
Ricky: Sei stato felice in vita?
Morto: Non ricordo, non ricordo più niente.
Ricky: Posso fare qualcosa per te?
Morto: Vivi e sii felice.
Ricky: Ci provo.
Morto: Mi fa male la morte, sai?
Ricky: Immagino.
Morto: Vorrei odiarti, ma ti amo.
Ricky: Perché odiarmi?
Morto: Perché tu puoi ancora inciampare.
Ricky: E perché mi ami?
Morto: Perché anche tu un giorno avrai il mio volto.
Ricky: Ti amo.
Morto: Attento, la necrofilia non è vista di buon occhio.
Ricky: Me ne fotto di quello che pensano i viventi.
Morto: Ciao Ricky, e fai il bravo.
Ricky: Mi ha fatto bene parlare con te.
Morto: Anche a me.

DUE VECCHIETTE DAL PANETTIERE

"Buona Pasqua signora"

"Buona Pasqua a lei, è poi guarita?"

"Eh signora, ormai sono vecchia e
non guarisco più"

"Ma no che va tutto bene, quello che
conta è il morale"

"Magari, il morale non basta, saluti
signora"

Ecco, in questo dialogo appena sentito
dal panettiere è racchiuso il senso
della vita, altro che Essere e Tempo
di Heidegger!

FLORIO

Alcuni miei film nascono dal saluto, altri da tubature difettose. I Florio hanno un
appartamento sotto il mio, non ci vivono, forse lo tengono per i figli o i nipoti, ma
un giorno mi hanno chiamato per una macchia di umidità dovuta a una perdita
che proveniva dal mio bagno, e così ci siamo conosciuti, persone squisite.
Lui è stato colpito duramente da una ischemia e da un tumore alla prostata ma
non si arrende, l'amore di sua moglie lo sostiene con tenerezza infinita.
Non solo l'amore della moglie e dei figli lo aiuta, anche il suo sincretismo
spirituale, Florio è cristiano, ebreo, buddista e ha simpatie per il Corano,
in sostanza se tutti gli uomini fossero come lui al mondo non ci sarebbero
più le guerre, non è poco. Siamo anche in contatto su whatsapp, Florio ogni
mattina e ogni sera mi manda i suoi saluti, corredati da pensieri che lui ama
e vuole condividere con me, l'ultimo è questo: l'uomo trova se stesso solo
dopo essersi perso. Mi è cara questa strana amicizia e lo ringrazio.

venerdì 30 marzo 2018

IL MIO PUNTO DI VISTA

Abbiamo i nostri morti, i morti che abbiamo conosciuto da vivi, e recentemente
nella mia vita sono morti amici e parenti, gli ultimi della lista sono mio zio Vezio
ed Erik Scheller, un pittore amico mio e di mio fratello. Poi ci sono i morti per
sentito dire, quelli dei telegiornali, dei quotidiani, degli amici dei nostri amici,
i morti della storia, dei campi di concentramento per esempio, e ci sono anche
i morti della finzione, dei film e dei romanzi e delle poesie. I morti "indiretti"
potremmo chiamarli, e ognuno di noi si rapporta secondo la propria sensibilità
con questi morti. Per esempio ho pianto tantissimo per un morto finto, era il
film The champ di Franco Zeffirelli, quel morto "finto" è diventato vero perché
mi ha fatto soffrire veramente, che fosse un attore che fingeva di morire non
ha importanza alla fine. Molti hanno pianto per Alfredino caduto nel pozzo,
psicodramma collettivo e televisivo di molti anni fa; hanno pianto quelli che
hanno deciso di immedesimarsi nella vicenda e di seguirla ora dopo ora, altri
non hanno voluto seguirla e non hanno pianto, non per insensibilità, si sono
semplicemente rifiutati di partecipare a qualcosa che sentivano come morboso:
una sorta di "voyeurismo catodico". Ci capita spesso di essere spettatori di
incidenti stradali, c'è chi si ferma a guardare, c'è chi passa avanti se sa di non
potere fare nulla di concreto per aiutare le vittime degli incidenti. Io sono
uno di quelli che non si ferma se non posso essere d'aiuto. La stessa cosa
vale per Gabriele, chi ha deciso di iscriversi al suo canale ha fatto una scelta
personale, in sintonia con la propria sensibilità e non la discuto, ma c'è anche
chi, come il sottoscritto, davanti al dolore e alla malattia, sente il bisogno
di fare qualcosa di concreto, di dare un apporto che non sia una semplice
"presa di coscienza da clic". Se non posso fare questo, come nei casi che
ho citato, decido di sorvolare, mi bastano già i miei morti, quelli con i quali
devo fare i conti ogni giorno della mia vita. Non siamo degli imbuti, in
teoria dovremmo "soffrire" per ogni essere umano che muore di fame, in
pratica dobbiamo andare avanti, scegliere, decidere se impegnarci oppure
no, se lavarci la coscienza con 2 euro contro la fame nel mondo o andare a
dare parte del nostro tempo per migliorare la vita degli altri. Non tutti hanno
la vocazione del missionario. Non è obbligatorio essere dei missionari.
Quello che invece è obbligatorio è questo: fare quello che si ritiene opportuno
cercando di non ferire nessuno. Se ho ferito qualcuno chiedo scusa.

C'è un limite a tutto.

C'è un limite a tutto, il mio limite ha una pazienza!
Ma anche la mia pazienza ha un limite!
I miei limiti ormai li conosco bene, ci salutiamo cordialmente
e mi offrono da bere ogni tanto. A volte ci abbracciamo.
Vi dico quello che non tollero: non tollero il cinismo,
chi conosce il prezzo di ogni cosa e il valore di niente.
Non tollero chi parla con leggerezza della morte
o della malattia, quindi della vita. Detesto questo modo
di fare, la disperazione è una cosa, la stupidità un'altra
cosa. I cinici sono stupidi perché hanno ucciso l'amore,
chi uccide l'amore dentro di sé è un demente.
Posso essere disperato ma con amore, posso essere
un uomo senza speranza ma innamorato. Flaiano scriveva
aforismi sublimi perché sapeva fermarsi un millimetro
prima del cinismo. In quel millimetro c'è tutta l'intelligenza
di uno scrittore e di un uomo. Non tollero chi abusa
della mia gentilezza, della mia ospitalità. Chi mi accusa
di essere fasullo o uno che si atteggia. Non ho bisogno
di essere spronato da nessuno, solo da me stesso.
Vi ho regalato tantissimi film, vi ho abituati male.
Ho le mie sacrosante pause, i miei ripensamenti, le
mie meravigliose sospensioni. Non sono qui per fare
l'intrattenitore, per farvi da spalla, per corteggiare le
vostre nevrosi. Farò 49 anni il 2 aprile, non sono pochi.
E'ora di celebrarmi. Di farmi delle statue di zucchero
in tutte le piazze, più di Garibaldi. E'ora di rendere grazie
sommessamente al mio lavoro d'autore. Sono il più
grande collezionista di esseri umani vivente. Sono Ricky.
E sono Farina. Il vostro pane quotidiano.

giovedì 29 marzo 2018

Namasté

UN AMICO

ALATRISTE E PAOLY

Alatriste e Paoly cinguettano sul mio blog del Fatto, mi piace osservarli.
Paoly vuole essere amata per il proprio cervello! Ma si può? Quella pappetta
grigia è di una schifezza colossale, solo un depravato potrebbe amare
il cervello di una donna! Le donne si amano per la pelle e con le palle.
La pelle è la cosa più profonda che abbiamo, i poeti lo sanno. Fatti amare
dai poeti Paoly, lascia stare frasi come "voglio essere amata per quello
che ho dentro"...ti prego, pietà! C'è un tempo per amare e un tempo per
le autopsie! Crista madonna! Questo periodo di crisi ti sta facendo
sbarellare. Riprenditi! E'un ordine! Chiaro? E ora veniamo ad Alatriste
che psicologicamente mi sembra molto affine ad Andrea Libero, anzi,
ho il sospetto che siano la stessa persona! Ma farò finta di no, diciamo
che Alatriste è Alatriste e basta. Ora, carissimo Alatriste che cinguetti
con Paoly, che cinguetti con tutti e con l'universo cinguettante, lo sai
vero che sei un passerotto? Che posso impallinarti come e quando
voglio, lo sai vero? Non mi sei antipatico, hai un cervellino vivo che
ama cinguettare, ma non metterti in competizione con i poeti, perdi su
tutti i fronti. Anche sulla fronte. Perdi anche se vinci. Perdi perché
sei un uomo curioso ma non sei profondo, perdi perché sei una zabetta,
una portinaia di informazioni digitali, ma non sai volare come noi
poeti, perdi e ti invidio tanto perché perdere è meraviglioso, solo gli
stronzi vincono. Ecco, sarò il tuo stronzo. E ora a cuccia! Ciao.

IL GRANDE LEO

Qualcuno su questo blog si è permesso di ironizzare sul grande Leo.
Potrei citarvi mille cose, ma vi segnalo un video su YouTube dove
Testori (sapete chi è?) va in sbrodolamento d'estasi solo perché
Leo canta le sue parole. Su Leo non si discute, è uno dei migliori
per intensità espressiva e la sua voce non ha eguali, gli ultimi anni
li ha passati in Toscana, anni felici e sereni. Qui canta in italiano,
ascoltate in religioso silenzio il testo e poi venitemi a dire che non
è un poeta! Qui si sfora nell'assoluto.

mercoledì 28 marzo 2018

LA PRIVACY E FACEBOOK - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/28/facebook-vi-controlla-i-dati-personali-ritenetelo-un-onore/4255684/

venerdì 23 marzo 2018

DIALOGO CON MARIETTO 12

GLI IMMONDI

Ma questi idioti immondi che vengono a vomitare demenza e bile
su questo blog, questi esseri senza anima potranno mai amare la
musica e il canto? La risposta è no, chi ha dentro la musica non
potrà mai scrivere certe cose, la musica salva dalla volgarità.


giovedì 22 marzo 2018

La ballata del Pelé

INTERVISTA A ROBERTO FARINA

https://www.radioradicale.it/scheda/535533/tempo-di-libri-conversazione-con-roberto-farina-coautore-con-giancarlo-peroncini-pele

LA STANZA DI CHAPLIN

Chaplin aveva bisogno di chiudersi in una stanza bianca e disadorna
per creare. Non dovevano esserci distrazioni. I suoi film sono nati
nella sua mente, il segreto della creazione è semplice: pensare, pensare,
pensare. Il piccolo vagabondo è una creatura amniotica, cerebrale,
neuronale. I pantaloni larghi, la giacca stretta, la bombetta, le scarpe
grandi, il bastone, i piccoli baffi, le avventure per le strade del mondo,
sono tutte sinapsi, elettricità comica di un cervello in scatola, rinchiuso
in un'altra scatola bianca e spoglia: la stanza dove Chaplin pensava.

mercoledì 21 marzo 2018

PENSIERI IN DISCESA

Nella vita cerca sempre di fare il minimo sforzo possibile, anche sulla
tazza del water. Non affaticarti mai, che tutto sia docile e innocuo.
La Dolce Euchessina deve essere il tuo faro spirituale, non ti pentirai.

*

Appena senti che nella tua vita qualcosa non va, cerca di sentire altro.
Ignora il problema, non risolverlo. Non dedicarti ai problemi.
Vivi di aperitivi e leggerezza. E ogni tanto sculaccia il cielo.

*

Godi appena puoi. Godi di un sorriso, di un saluto, di un pezzo di pane.
Lamentati, lamentati quanto vuoi, ma che siano lamenti di piacere.

*

Frequenta solo persone di alto livello ontologico, non perdere tempo
con i topi di fogna. Mangiati tutto il formaggio, non metterlo nelle
trappole. Non intrappolare mai niente. Anche i topi amano la libertà.

*

Non essere mai umile. I megalomani sono molto più divertenti.
Sii divertente e divertiti. Perditi nella tua vastità.

*

Baratta i sensi di colpa con i sensi di polpa. Un frutto è meglio
di un rimorso. Anche un morso è meglio di un rimorso.

*

Non prendere mai prodotti scontati, prendi solo le cose più care.
Non permettere a nessuno di farti agire in modo "scontato".
E se non arrivi alla fine del mese non importa, non c'è nulla di
eclatante alla fine di un mese, c'è solo un nuovo mese che inizia.

*

Esulta di ogni insensatezza. Dialoga con le banane.

*

Non avere difese, fatti conquistare da tutti. Togli i sogni dai cassetti
e posali sull'erba del mattino. Lucida gli scheletri nell'armadio.

*

Migliora la tua posizione sociale diventando un emarginato, dai margini
potrai osservare meglio gli altri, tutto diventa uno spettacolo.





martedì 20 marzo 2018

UN VERSO DI SCIMMIA

Era un poeta senza più poesie.
Gli era rimasto un verso in bocca,
ma era un verso di scimmia.

Fu la felicità, una felicità sconfinata,
senza metafore il mondo tornò ad
essere se stesso: puro e limpido.

Una mattina di primavera s'impiccò
con un foulard azzurro, e fu un brivido
di rondini sconosciute la sua morte.

Lasciò ai posteri questo biglietto:
sono felice, così felice che voglio
anche la felicità oscura dei morti. 



UNA PICCOLA PRECISAZIONE

Questo blog si fa un vanto di essere poco frequentato, è una nicchia, una super nicchia
e ne vado molto fiero. Il blog sul Fatto è di altra natura, a volte è molto discusso, altre
volte meno, il canale YouTube ha 1930 iscritti più o meno, questi sono i numeri, ma a
me i numeri non interessano particolarmente, certo sono felice quando i numeri crescono,
non lo nego, ma uno come me non si esprime per fare cassa o grancassa, lo fa per una
esigenza interiore e per uno scambio reciproco con chi mi segue. Le soddisfazioni
sono arrivate e arriveranno, per esempio un mio articolo è finito in Francia tradotto da
uno scrittore di tutto rispetto: Samuel Brussell. E Samuel, oltre ad essere un valido
scrittore, è anche un amico di premi nobel per la letteratura, avere la sua stima penso
che non sia cosa da poco. Avere la stima di Medea non è poco. Questo per quanto
riguarda gli addetti, diciamo così. Ma anche la stima di chi mi segue da anni ormai
è per me fonte di una soddisfazione molto importante, pochi ma buoni. Significa che
sono riuscito a creare un ponte, un legame. Non mi sono mai tirato indietro, anche a
livello personale. Alcuni di voi mi hanno conosciuto dal "vivo", abbiamo passato bei
momenti assieme davanti a un bicchiere di vino. Ho un'alta considerazione del mio
lavoro, altrimenti farei altro, quindi le dinamiche psicologiche non c'entrano proprio
nulla, scrivo e filmo per mettere al mondo(è un parto) la mia visione delle cose e
della vita. Diciamo che non soffro di complessi di inferiorità o di superiorità, godo
della mia unicità, indipendentemente dal numero di chi mi segue. Per quanto riguarda
Gabriele ho già detto tutto quello che dovevo dire. Ci sono tanti Gabriele come ci
sono tanti Ricky Farina, tutti siamo interpretabili. A me va benissimo che vada in
tv ma non mi sento obbligato a seguire la tv o certi programmi. Ho dato la mia
disponibilità a fare un film a Gabriele, e diventerà il mio Gabriele se mai questo
accadrà, e il mio Gabriele sarà diverso da quello della tv perché io non faccio tv.
Faccio altro, semplicemente. Cerco di fare poesia, a volte ci riesco, altre volte
potrei fare meglio, l'importante è metterci la passione necessaria e avere una
esigenza espressiva pura, incondizionata. A me preme questo. Il caso Chicca
è a parte, non ho nulla contro di lei, non la conosco di persona, sarà sicuramente
una persona con difetti e pregi come tutti noi. Posso pensare Chicca solo in
relazione al mio blog e in relazione al mio blog posso dire che mi ha stufato.
La mia Chicca è solo la Chicca di questo blog, le altre "Chicche" non le conosco
e non le giudico, tendo a non giudicare mai nessuno, ci provo. La Chicca del
mio blog è una che ignora i contenuti poetici del blog, ignora l'essenza di questo
blog, a me non sembra una cosa meritevole, anzi. Lei faccia pure, si relazioni
con chi vuole all'interno di questo blog, le lascio tutta la libertà che desidera.
Anche gli altri. Volete parlare di noccioline? Di bigodini? Fate pure, questo
è uno spazio libero. Volete parlare di dinamiche psicologiche? Fatelo. Che cosa
volete di più da un blogger? I miei rispetti.

Ricky

UN AFORISMA DI RAFFAELE RIVIECCIO

Mi sono perso e oramai ritrovarmi è come 
cercare un ego in un pagliaio.

PENSIERI APPENA PENSATI

Mi capita di fissare il mio volto allo specchio, lo fisso, lo fisso, e come per incanto
lo perdo, non lo riconosco più, diventa un volto eccessivo, superfluo, un altro volto.
Poi prendo il dentifricio e lavo i denti a un estraneo, sono una persona gentile.

*

Chi mi credo di essere? Chi crede di essere me? Ho due anime, una col cappello
e l'altra senza.

*

Sento lo strepitare dei clacson sotto casa mia. Che fortuna non fare parte di questo
circo! Ho un debito infinito verso la mia condizione di disoccupato.

*

Ogni giorno cerca qualcosa: un accendino o un senso.

*

Si dava tante arie, non per vanità, per non soffocare.



lunedì 19 marzo 2018

Aldo Farina, papà.

UN AFORISMA DI CAMILLO SBARBARO

Dice che la vita è una truffa; la pensava si vede un affare.

domenica 18 marzo 2018

MARCELLO MARCHESI

La pillola anticoncezionale per Marcello Marchesi:

Nulla si crea e culla si distrugge.

PENSIERO DEL GIORNO

Nella vita i giorni che valgono la pena di essere vissuti sono quelli in cui ti svegli...
sull'orlo dell'abisso.

venerdì 16 marzo 2018

IL BLOGGER CHE AMAVA LE DONNE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/16/il-blogger-che-amava-le-donne/4230839/

PALADINO, SEMPRE NEL CUORE.

Avrei voluto farti conoscere il mio bellissimo papà!


CANTO DELL'AMORE TOTALE di Nicolino Pompa

Io sono in te, che, in cerca di Assoluto,
lo afferri e lo smarrisci in un minuto.
Mi trovi nelle tue improvvise voglie
e negli intrusi che il tuo ventre accoglie.
Sto lì, nelle tue veglie, nei tuoi sogni:
proprio quelli di cui più ti vergogni.


PENSIERI DEL GIORNO CORRENTE


Che tenerezza mi fanno le persone che vogliono essere amate per quello
che sono, quanta ingenuità! Io voglio essere amato perché sono un delfino,
un bellissimo delfino immaginario. Voglio essere amato per quello che
immagino. Diffidare delle apparenze è segno di una stupidità invincibile.
Insomma: non vedete che sono un bellissimo delfino? Così è, se vi appare.

*

Quanti cortei funebri dovranno lambire la mia carne prima di farmi
capire veramente che sono mortale? Non mi entra in testa!

*

Quando getto la spugna è solo perché sono pulito, rinvigorito e
pronto a lottare con il mondo.

*

C'è un fondo oscuro in ogni estasi, mi sento un santo della polvere,
come tutti voi, del resto.

*

Si dice: "Non bisogna giocare con i sentimenti degli altri".
Proprio il contrario di quello che penso, se non gioco non
riesco ad amare, non gioco per vincere, gioco per giocare.

*

Oggi mi sento contrario a ogni scienza, penso che l'umanità
non sparirà mai dalla faccia della terra, sostengo questo: la terra
è al centro dell'universo; voglio essere messo al rogo dagli
scienziati! Voglio essere un martire della superstizione.

*

Pregare, pregare così profondamente da giungere alla risata
isterica in faccia a Dio!

*

Avere il sangue in tempesta ogni volta che la vedo, questo
non è amore, è una bufera.


giovedì 15 marzo 2018

UN VOLTO NELLA FOLLA

Per chi sentisse il bisogno di conoscere in sintesi la poetica del mio lavoro
di regista, questo film direi che la rappresenta degnamente. Anche perché il
mio non è un blog di polemica ma un blog di poesia, le polemiche passano,
la poesia resta. Grazie.

L'EMPATIA DI RICKY

PENSIERI DEL GIORNO

La verità abita nel linguaggio, chi sbaglia il linguaggio si ritrova tra le mani il nulla.

*

La verità è un percorso, un sentiero. La verità sono i nostri passi, non è il paesaggio
che muta. Solo i nostri passi possono portarci davanti all'altare della verità.
Ed è un altare tascabile. Una verità senza sacrificio non vale nulla.
Solo quando i piedi iniziano a farti male tu inizi a diventare vero.

*

Un artista è colui che rifiuta per necessità interiore ogni forma di superficialità.
Altra cosa è la superficie che è sintesi di abissi, ma prima bisogna annegare.

*

C'è chi viene su questo blog per gioco o per caso, facciano pure.
Il poeta gioca a modo suo e liscia il pelo solo agli abissi.

*

Non si ha un'anima, l'anima è sempre una conquista e una disfatta.
La conquista ultima è la perdita del proprio volto: uno specchio che
va in frantumi sotto la vastità del cielo.

*

Abito i volti, li arredo con il mio stupore. Sono sempre alla ricerca
di un volto, ma i volti si incontrano solo se siamo disposti a perdere
il nostro. Ogni mio film è il tentativo (fallito) di liberarmi da me stesso.

*

Anche il virtuale può diventare reale, ma la verità ha sempre un prezzo,
non la vinci con un clic al mercato del pietismo. Se non sei disposto a
sgorgare in una ferita, se non metti in gioco le tue viscere, il virtuale
resta un album di figurine senza volto, un album di vuote maschere.

AFORISMA DEL GIORNO

La verità chiama verità. Non clic.

INTERVISTA A UN NECROFILO

COMMENTO DI MEDEA A : MARTIN MASSAFRA.

Ho visto il film tre volte: la prima mi ha lasciata senza possibilità di proferire verbo, 
Martin disarma; la seconda mi fatto precipitare addosso un'incredibile tenerezza, 
Martin rabbonisce; la terza mi ha fatto ridere di me, Martin mi ha sputtanata agli occhi 
di me stessa per le mie inettitudini.
I suoi travestimenti sono le sue profondissime ingenuità; le sue labbra segnate 

sono i suoi sublimi segreti; i suoi occhi diversi sono il suo portentoso distacco. 
Martin ha una storia di dolore che ha trasformato in un incredibile, irresistibile, 

coloratissimo carnevale: in fondo, persino all'inferno le maschere giocose sono consentite.
Martin è una bambina su un'altalena; è un bambino sulla giostra. 

Martin ha radici aggrovigliate: nei suoi voli snoda tutte le matasse 
per farci degli arcobaleni. 
Le sue mani sono opere d'arte: i suoi pupazzi, 

probabilmente, i suoi veri compagni di ventura.
Lo sguardo del mio regista su Martin è variopinto e carezzevole: 

Martin certamente è sintesi di quella tempesta di un mare del sud 
che non è certo gentile; Ricky mostra di farsi vento d'estate, che 
dà sollievo e porta via la sabbia dalla dignità, strappata troppo 
spesso all'uomo dal suo simile.

Ti ringrazio profondamente per questo film, Riccardo. 

A volte, mi sento immeritevole della bellezza che sai dare; altre volte, 
mi vergogno per tutti quelli che, ahiloro, non sono in grado di cogliere 
l'ostensorio di bellezza che tu sei. Questo è un film quaresimale: 
mi denuda e mi porta nel deserto delle mie manchevolezze, 
mi rappacifica con le mie inadeguatezze e mi consente di appendermele 
al collo non più come un cappio, piuttosto come un gioiello, perché la vita, 
in verità, è una stagione irriverente 
alla quale non dobbiamo sottrarci mai, come fanno le bambole, 
che stanno bene pure nella spazzatura.

mercoledì 14 marzo 2018

VOI NON CAPITE

Voi non capite, siete voi in malafede, elementari ragionamenti.
Siete creature banalizzanti, in buona fede vi siete fatti portavoce
di un bambino malato ma lo avete banalizzato con il vostro ricatto emotivo
e la vostra mediocre capacità espressiva, non avete banalizzato Gabriele in se stesso,
avete banalizzato voi stessi, il vostro modo di comunicare, anche se spinto
dalle migliori intenzioni, è banalizzante. E siete mediocri a pensare che
un clic possa lavarvi la coscienza, mediocri senza capacità di riconoscere
la vostra miseria intellettuale e comunicativa. Un bambino malato è una
ingiustizia colossale, imperdonabile, agita emozioni che non possono
tradursi in un clic, ma voi questo non volete capirlo perché non siete
più abituati alla verità, perché non conoscete la poesia,
perché non amate la poesia, non potete amarla perché siete
prigionieri di stereotipi emotivi. Se devo "incontrare" Gabriele pretendo
che sia un incontro vero! Un incontro che metta in gioco
tutto me stesso, la mia arte, ed è per questo, solo per questo che
mi sono proposto per fare un film Chisciotte. Agisco e creo per conoscere,
per approfondire, non per mettere un clic, quello fatelo voi
dato che non avete altri strumenti. E ora basta veramente, fuori da questo blog,
vili ricattatori.

MARCOLINO

ARGOMENTO CHIUSO

Basta, argomento chiuso. Il mio pensiero è stato chiaro fin dall'inizio, e non ho messo nessuna pezza, si vede che le persone non sanno più capire quello che leggono, una forma di analfabetismo.
Non venite più su questo blog se non vi piace, a me bastano due iscritti ma buoni, due iscritti che
si siano iscritti al mio canale per interesse, due iscritti così ne valgono milioni, questo si dovrebbe
spiegare anche al ragazzo. Io sono su YouTube da molti anni e ho una "manciatina" di iscritti,
anche a me come a Gabriele piacerebbe che aumentassero, ma per un motivo preciso: per un
vero interesse per il mio canale. Questo per quanto mi riguarda. Per quanto riguarda Gabriele
e il suo canale ho già spiegato che non sono interessato a mettere un clic, non voglio essere
un clic di pietà! Così non chiedetemi firme digitali per i maltrattamenti ai cani o ai gatti, non
mi interessa la modalità, non so se è chiaro! Come ho già spiegato altrove la mia vita è la prova
quotidiana di ciò che sono e nell'ordine sono: un mantenuto di mammà, il più bravo videoritrattista vivente, un ottimo scrittore di aforismi, un poeta a fasi alterne, un amante della vita vissuta
in prima persona, senza usare intermediari patetici, il blogger più fico del Fatto, un amico sincero,
e last but not least un amante ironico e istrionico. Gli animali li rispetto ogni giorno nella mia
vita, i bambini li racconto nei miei film, sono uno che crea, non sono un cliccarolo castrato
come il signor Gino e altri. Ora basta, vi ho dedicato anche troppo tempo, l'arte e la salute
mi chiamano e io rispondo, e rispondo perché mi chiamano, chiamano me: Ricky Farina.

martedì 13 marzo 2018

SCUSATE

Scusate ma sto passando questi giorni in compagnia
di raffreddore e febbre e praticamente mi sono alzato
dal letto solo adesso e solo adesso leggo il delirio dei
commenti. Il mio "disappunto" penso di averlo già
spiegato, non è e non può essere nei confronti del
ragazzo, ma di come (il come conta) la notizia della
malattia mi è arrivata. Poi penso di avere spiegato
che proprio mi manca il coraggio di mettere un
clic o un "mi piace" sul canale di un ragazzo che
ha una malattia grave, non mi sentirei a posto, mi
sembrerebbe un atto di una superficialità che non
mi appartiene, se avessi la possibilità di fare qualcosa
di bello e vero e profondo lo farei, non mi sembra
che un clic appartenga a questo mio sentire. Per quanto
riguarda l'essere raccontato dai poeti, Paoly, intendevo
proprio quello che intendi tu, per me poeta è chi
fa i conti con la verità, chi non la tradisce, quindi tua
zia Carolina andrebbe benissimo, avrebbe detto solo
parole vere su di te. La gente banale, a mio avviso,
è quella che appunto travisa le persone, quella che
dice parole finte e di circostanza, capita spesso di
sentire questo genere di parole finte ai funerali, non
sempre, ma spesso. Insomma, dove sento l'odore
nauseante della retorica io mi allontano senza pietà.

lunedì 12 marzo 2018

QUANDO

Quando morirò spero di essere raccontato da un poeta, non da gente banale.
La banalità davanti al dolore è un crimine. Per me voi siete dei criminali inconsapevoli.
Un vero poeta(pittore, scultore, fotografo, regista, fumettista, musicista) può
raccontare quello che vuole, documentare tutto, anche il cadavere di un
bambino, mi sentirò sempre protetto dalla sua arte, dalla sua verità.
Voi vi cibate di immondizia e non capite più la differenza tra verità e
e menzogna. Da una parte c'è il dolore e la verità di un bambino che
vuole visualizzazioni, iscrizioni e condivisioni, cosa sacrosanta e legittima
e tenera, di una tenerezza infinita, dall'altra parte c'è la modalità che
ognuno sceglie nella sua vita per rapportarsi a certe situazioni, voi scegliete
pure il vostro clic se pensate che sia giusto, a ognuno la propria dimensione
emotiva. Se Chicca pensa o ha pensato, anche solo per un momento, che con
la mia proposta volessi mettermi in mostra, edificare il mio ego, beh, trattasi
di una idiota senza speranza. Poverina. Io non metto clic. Posso mettere un
clic a un sito di mortadelle o tartufi bianchi, non metto clic a un bambino
che muore, mi spiace.

RAGA.

Raga, lui si chiama Gabriele ha 9 anni, è un figlio di una mia amica e un fottutissimo neuroblastoma se lo sta portando via. Il suo sogno è diventare uno youtuber. Se vi iscrivete al suo canale gli date una mano. Grazie Raga!

Questo è un blog che cerca di fare poesia con onestà e con verità, se fai poesia o cerchi di fare poesia
puoi parlare di tutto (cazzi, fiche, tumori e tradimenti), i poeti parlano di qualsiasi cosa, la cosa che li
contraddistingue è lo stile, la verità e per quanto mi riguarda il nutrimento dello stupore, in ogni sua
forma. Adele è sicuramente in buona fede ed anche il suo conoscente, sono in buona fede ma non
si rendono nemmeno conto, purtroppo, che essere in buona fede in questi casi così delicati non basta,
non deve bastare. La forma è essenziale tanto quanto il contenuto, chi fa poesia lo sa.

Proprio per questo motivo detesto cordialmente tante pubblicità progresso, detesto cordialmente
i calciatori che vanno negli ospedali a trovare i malati, detesto tutto quello che banalizza il dolore
e la sofferenza. Nelle mie pubblicità progresso sono i malati che vanno negli spogliatoi a trovare
i calciatori per portare un pizzico di bellezza e verità tra questi miliardari in calzoncini. 

Già uno che si rivolge agli altri con la parola "raga"...raga a chi? Ma chi ti conosce?
Chiamaci i tuoi amici così. Raga, per carità santissima.  Poi, c'è una questione di educazione,
educazione dei sentimenti, delle sfumature. Non si entra a gamba tesa(per rimanere in ambito
calcistico) con il dolore di un bambino su un blog, così, all'improvviso, in modo "pornografico",
come quegli stupidi etici che pubblicano sui social le foto di cani martirizzati dalla crudeltà
degli uomini, così, per creare uno choc in chi legge. Non si rendono conto della loro
inadeguatezza etica proprio perché ormai il senso della forma si è avvilito di pari passo
con il livello culturale di questa società che è ai minimi termini.

Il rispetto infinito che ho per il dolore (in questo caso il dolore di un bambino) mi chiama
al rispetto della forma, mi "obbliga" a cercare una comunicazione più elevata, più profonda.
In sostanza: solo la poesia ha il diritto di chiamare in causa le nostre coscienze.
E non è un vezzo da intellettuali, è il minimo sindacale per chi crede ancora nella verità
e nella bellezza. Quindi nella forma. Iscrivendomi al canale di questo ragazzo non farei
altro che lavarmi la coscienza con un semplice clic, e poi tutti a mangiare una pizza!

No, non ci sto. Se devo affrontare il dolore di un bambino voglio farlo a mio modo.
Cercando la poesia, la verità, la bellezza. Lontano dalla superficialità. Lontano da
tutti i "raga" del mondo, avvicinandomi alla persona. Al mistero infinito della persona.
Adele e il suo amico sono in buona fede, purtroppo. Adele e il suo amico non
possono ancora capire questo mio sdegno "formale". E probabilmente sono convinti
che io sia un mostro di insensibilità, invece è proprio l'opposto.

Il "raga" Ricky Farina ha semplicemente altri parametri, un altro stile.
E sono felice di essere così. 

domenica 11 marzo 2018

NIETTA

A chi mi accusa di insensibilità, a chi viene su questo blog con l'immensa superficialità
di chi crede di fare una cosa buona e non si rende conto che sta solo facendo una cosa di
una superficialità senza nome talmente è grande, la mia risposta è nei miei film e nella
mia vita, e in questo film su una volontaria di nome Nietta.

sabato 10 marzo 2018

FRASETTE, FRASINE, FRASUCCE.

Sono una persona spettacolare. La mia nascita è stata un applauso
a scena aperta: i miei vagiti sono stati vagiti d'autore.

*

Sono nato con una malformazione interiore: l'anima.

*

Ho un orizzonte immaginario e un'immaginazione orizzontale.
Se mi vedete sdraiato sto lavorando, quindi immaginando.

*

Nella mia vita ho colto un mazzo di occasioni solo per
donarle al nulla.

*

Il mondo è pieno di persone volgari che non sanno più
coltivare il dubbio, e muoiono soffocate dalla gramigna
delle loro futile certezze. O no? Forse, non so. Coltivo.

*

Per vivere immersi nella natura oggi basta guardare fuori
dalla finestra e sostare nella propria visione senza l'ansia
di toccare uno schermo immaginario per cambiare quadro.
Lo sguardo che non sa più vivere le attese custodite nel
paesaggio, qualsiasi paesaggio, è uno sguardo vitreo, morto.

*

Amo distinguermi dagli altri, ma non per vanità, solo per
osservarli meglio.

*

Nella vita bisogna conquistarsi tutte le sconfitte.

*

Amo perdere, mi affascina. Non mi sento mai vinto
ma avvinto.

*

Le persone senza poesia sanno dire solo questo ai morti: riposate
in pace. Ma quale pace? Bisogna dialogare sempre con i morti.
Anche una seduta spiritica va bene, va bene tutto, ma la cosa
migliore è incazzarsi con i morti, litigare e morire per fare pace.



venerdì 9 marzo 2018

mercoledì 7 marzo 2018

UN PICCOLO CAPOLAVORO

EXECUTIVE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/07/quella-volta-che-in-un-delirio-di-onnipotenza-viaggiai-in-executive-sul-frecciarossa/4209865/

CRISI

Crisi è una bellissima parola che nel suo significato etimologico
significa "separare, discernere". C'è un appello in questa parola,
l'appello alla razionalità umana, alla critica, all'analisi di quello
che ci accade, per arrivare all'illuminazione razionale ci vuole
una separazione, uno iato, una frattura, e più siamo fratturati più
siamo chiamati alla ragione.  Essere in crisi è proprio dell'essere
umano, è un tuffo vertiginoso nella nostra essenza più profonda.
La ragione non è fredda, non è la ragione del calcolo e delle
simmetrie, quella ragione non mi interessa più di tanto, non mi
appartiene. La mia ragione, la mia crisi è la fiammella di una
candela che mi permette di inoltrarmi nelle tenebre del mio essere,
che mi fa vedere le radici del mio essere, che mi rivela a me
stesso, sempre sul punto di essere divorata dal vento questa
flebile luce è la mia divinità terrestre, la mia guida, mi chiede
con voce di cristallo di essere me stesso, di scegliermi sempre,
di non tradire mai il mio respiro, i miei sentimenti, la ragione
mi dice: "Gioca, gioca con il tuo dolore, sorridi e scava nel
buio senza paura, sarò sempre al tuo fianco, illuminerò i tuoi
mostri, ti farò amare i tuoi mostri, i mostri che hai dentro sono
la tua meraviglia, uomo". Questo significa essere in crisi.
Per questo chi è in crisi è nella condizione più naturale della
nostra esistenza di terrestri innamorati della terra e del cielo.
L'uomo che ignora se stesso non conosce crisi ma solo un
vacuo orrore: la superficialità del camuffamento interiore.
Dalla crisi non si esce come non si esce dalla propria natura.
Non c'è nessuna luce in fondo al tunnel, c'è solo un cammino.
Ed è sempre un cammino di gioia, di libertà e di dolore.
Anche uno stagno è gioia, Monet insegna. Dipingo come un
uccello canta. Sono in crisi perché è il mio pane, ed è fatto
con la farina del mio essere. Trovo il centro del mio essere
per tradirlo con la mia fuga. Ed è cosa buona e giusta. Fare.
Disfare. Se stessi. Il letto. Gli altri. Soffrire, fare soffrire.
Farsi un soffritto di cipolle, bruciare le proprie lacrime. Crisi.
Crisi, meraviglia dell'essere. Feconda vertigine. Velluto.
Chiodo. Resurrezione tra i rovi. Dipingere uno stesso soggetto,
un facciata di una cattedrale, un covone di paglia, un piccolo
ponte giapponese, seguire con il pennello il ritmo della
luce. Capire che la luce non è mai uguale a se stessa se
incontra il mondo. Se rivela il mondo. Siamo mutanti e
non c'è mutazione senza crisi. Chi non conosce la crisi
non conosce la luce, il gioco delle ombre, chi non vive la
crisi non vive, è solo un fantoccio di carne, senza amore.
Senza vita.



martedì 6 marzo 2018

IL VUOTO E LA MAMMA

MACERIE

C'è un cucchiaio sporco
in cucina, residui di burro
su una fetta biscottata
ormai smarrita nell'oblio
di una mattina antica,
falcidiata dalla preistoria
scivolosa degli attimi.
C'è un fossile di me in
ogni giorno che passa,
resti, detriti, incantesimi
divorati dal tempo.
L'effimero museo delle
particelle, storiografia
della polvere, affabili
annientamenti di me e
di te. Miniature di agonie.
Sepolcri di soffi, infami
e docili varianti di una
eterna condanna che ci
sfalda, siamo macerie
di sogni sopra immacolati
e innocenti cuscini.


MANUELA DILIBERTO

NIENTE PAURA

Niente paura. Anche questo fa parte della mia onestà artistica.
L'ispirazione in questo periodo va e viene, fa i cazzi suoi.
Ieri ho acceso la videocamera, l'ho puntata sul mio volto e
poi...mi sono detto: che cosa posso dire ai miei affezionati
seguaci? Non mi è venuto niente di interessante, è una nuova
forma di pudore, strana per me, lo ammetto. Raccontarvi ancora
la mia spesa al supermercato? Non so, vorrei dirvi e darvi
sempre qualcosa di nuovo. Ma ora che ci penso, in realtà
qualcosa di nuovo è accaduto: mi ha contattato Manuela
Diliberto, archeologa e scrittrice italiana che vive a Parigi,
mi ha detto che è rimasta impressionata dal mio pezzo
sul Fatto sulla cena di tanti anni fa con Sgarbi, dice che mi
trova ironico e profondo, dice che la faccio ridere, si è andata
a vedere alcune cose, incuriosita dal mio stile, e infine mi
ha chiesto un'intervista, vuole mettermi nel suo prossimo
libro, un libro dove ci saranno altre interviste a personaggi
che secondo lei hanno fatto nella vita scelte scomode,
scelte di libertà e di indipendenza. Le ho detto che in realtà
io mi sento molto comodo e che non si tratta di vere e proprie
scelte di vita, ma che ho seguito semplicemente la mia
natura, quindi nulla di più comodo per me. Lei mi ha detto
di stare tranquillo, che rientro comunque nei suoi parametri.
Andrò quindi a Roma a farmi intervistare, lei odia Milano,
sarebbe stata anche disposta a venire a Milano ma le ho
risposto che mi fa piacere scendere a Roma, magari verso
il 23/24/25 marzo, così ne approfitto per fare gli auguri
al mio amico Silvano Agosti che compie 80 anni! 
C'è questa novità, lei è molto dolce, ha scritto un libro
che si chiama L'oscura allegrezza, penso che sarà un
piacere reciproco, tra l'altro è la sorella del regista e
conduttore televisivo Pif, ma questo non è importante,
l'importante è che mi abbia cercato mossa da una vera
e sincera curiosità nei miei confronti. Magari oggi faccio
un monologo o un film o magari no, dipende da questa
cazzo di ispirazione, cristo, riprendo a fumare! Fanculo.

giovedì 1 marzo 2018

100 euro

GELO ISPIRATO

A RAGION VEDUTA

A ragion veduta
non vedo niente.
E precipito.

A ragion veduta
mi sento male e
vomito assurdità.

A ragion veduta
chiudo gli occhi
per non morire.

A ragion veduta
vedo solo vicoli,
vicoli ciechi.

A ragion veduta
spremo un limone
nelle mie tenebre.

A ragion veduta
spappolo orizzonti
e gratto la terra.

A ragion veduta
sbatto la testa contro
un muro di lacrime.

A ragion veduta
faccio carne macinata
con la metafisica.

A ragion veduta
allago i miei attimi
fino all'orlo della

follia.

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