sabato 14 ottobre 2017

SCHELLER (modificato)

1 commento:

riccardofarina69 ha detto...

Medea:
Una biondità crepuscolare si porta a spasso. Il volto di Roberto induce, come sempre, all'allegra nostalgia di future insidiose fantasie: Scheller è un roditore dal volto curiosissimo, un criceto che sulla tela genera titani e sembra che essi abbiano in corpo una spinta mortale, che è il desiderio di venir fuori da quella prigione di fili intrecciati che non assorbono i colori. La contropartita geniale, che poi è la sphragìs chisciottesca, è la spinta a volerci entrare dentro quelle trame, con l'ardire di annegare nel punto di fuga di una prospettiva di stazione dalla semplicità velenosa.
Nudità arrossate, mordicchiate dall'artista nelle intimità più illustri, nelle vie di accesso, nelle rotondità sinuose. Alieni, storture, meditabonde visioni di sè prima di lavacri da sacerdozio consumato. Un sorso d'acqua. Un ondeggiare. Scheller. Le luci restano accese. La notte si posa. E anche stavolta i bicchieri possono dormire. In un paradiso dove non esistono bottoni.