lunedì 30 aprile 2012
AFORISMA DEL GIORNO
Bisogna uscire allo scoperto, traumatizzare le attese.
Lesionare l'ignoto. Perdersi o salvarsi. Consapevoli
che perdizione e salvezza possono essere la stessa cosa.
Ma devi essere figlio di un gesto, non imitare la pietra.
Chi resta fermo sulla riva vedrà passare il proprio cadavere.
Ricky Farina
domenica 29 aprile 2012
LA FORZA
Ecco , nei momenti di sconforto basta ascoltare l'anima
di questo genio, e una forza miracolosa, la forza del Bene,
illumina le mie tenebre, Stevie Wonder, meraviglia delle
meraviglie, soprattutto quando ascolto Superstition, è
tutto il mio corpo che ascolta questo brano, pervaso da
un ritmo incontrollabile, trascinante, impetuoso, il corpo
diventa "purezza cardiaca", "pulsione terrestre", mi sento
parte della Natura, del Cosmo, del Caos, della Luce, e
non temo più il Buio, e ogni tristezza mi sembra ridicola.
di questo genio, e una forza miracolosa, la forza del Bene,
illumina le mie tenebre, Stevie Wonder, meraviglia delle
meraviglie, soprattutto quando ascolto Superstition, è
tutto il mio corpo che ascolta questo brano, pervaso da
un ritmo incontrollabile, trascinante, impetuoso, il corpo
diventa "purezza cardiaca", "pulsione terrestre", mi sento
parte della Natura, del Cosmo, del Caos, della Luce, e
non temo più il Buio, e ogni tristezza mi sembra ridicola.
UMORE NERO
Vedo tutto a colori, colgo ogni differenza,
ma ho l'umore nero. Non mi sento in un tunnel.
Frequento piazze assolate e le statue quasi
mi sorridono. E ho l'umore nero, nerissimo.
Non mi sento a terra, mi sento sulla terra.
Copernico aveva torto, la terra è al centro
dell'universo. Darwin aveva torto, l'uomo
discende dalle stelle, siamo evoluzioni di luce.
Lasciamo l'arido vero alle tenebre degli
scienziati. Quanti abissi si agitano su questo
granellino di polvere che si chiama Terra!
Un torrente di gioia attraversa le spirali
dell'ignoto, Dio esiste, persiste, e l'anima
è immortale perché ama. La musica infiamma
il silenzio, e i fuochi fatui nulla hanno di
sciocco, la vita è un precipizio alato, tutto
passa ma con dolcezza e splendore, e la morte
non è che un po' di cenere che si posa
sulla invincibile durezza del diamante. Ma.
Ma ho l'umore nero. E nessuna speranza.
sabato 28 aprile 2012
PENSIERI DISORDINATI
Bisogna giocare d'anticipo sulla perdita di senso del Tutto, e
farsi da Parte per avere almeno il senso della parte.
*
Gioco a nascondino con me stesso ma non mi trovo mai.
Sono introvabile a me stesso. Ed è la mia libertà.
*
Tutto l'Essere non è che una distrazione del Nulla.
Ora la cosa difficile è cercare di capire che cosa
abbia potuto distrarre il Nulla. E devo confessarvi
che non mi viene in mente proprio Nulla!
*
Ogni giorno dobbiamo fare qualcosa d'insensato
per dare un senso a una vita che muta di continuo.
*
Se hai un orizzonte sarà il vento a cercarti.
*
Uno si crede saggio e vive cogliendo l'attimo fuggente,
e si ritrova a mani vuote perché l'attimo è sfuggente.
venerdì 27 aprile 2012
IL SESSO DEBOLE
Il pensiero debole postmoderno porta al sesso debole,
vale a dire che l'autoritarismo del pene e della vagina
nell'ottica di una genitalità riproduttiva e schematica
viene sostituito da una problematizzazione della fluidità
desiderante a favore di altri moduli espressivi del coito,
beh, in sostanza, si finisce per prenderlo nel culo.
Ricky Farina
PENSIERO DEL GIORNO
Mi sono sempre sentito assente nelle mie presenze,
a scuola avevo un rapporto difficile con l'appello, subivo
come una violenza l'interrogazione sulla mia presenza
o meno in aula, rispondevo "presente" ma ero passato,
ero futuro, ero nulla, un nulla cosciente, e la maestra
questo non lo capiva, forse lo intuiva, quando mi
chiamava alla lavagna lanciavo i gessetti dalla finestra
e proclamavo : IO NON CREDO NELLE LAVAGNE.
giovedì 26 aprile 2012
SENZA MUSICA
Senza musica il mio sangue si fermerebbe.
Senza musica non avrei voglia di baciare.
Senza musica il cielo sarebbe un morso.
Senza musica i violini avrebbero i tarli.
Senza musica le donne non esisterebbero.
Senza musica sarei felice per un attimo.
E l'attimo dopo sarei morto.
SECONDO AFORISMA DEL GIORNO
Certi giorni mi sento così sfortunato che
vado in giro a pestare cacche. Verrà da
me la Fortuna, ma turandosi il naso.
Ricky Farina
AFORISMA DEL GIORNO
Mi sento fuori posto ovunque, anche su Marte
mi sentirei un "marziano".
Ricky Farina
mercoledì 25 aprile 2012
UNIVERSO RECLUSO
Vastità di una stanza. Universo recluso.
Immagino il sorriso di chi non ho mai
conosciuto, l'ansia spettrale di solitudini
che non mi hanno mai sfiorato, recido
il mio legame col mondo solo per farlo
più forte, sento una verità che si ramifica
nel mio essere, la vita è intimo sgomento
e la morte solo una infantile imitazione,
mimesi di un inganno, recita, burla delle
tenebre, per chi è fiorito anche un solo
istante, per chi ha amato anche una sola
stagione, la morte non è che polvere, e
la polvere è nulla, i morti lo sanno, ma
questo segreto che ci donerebbe gioia
eterna è muto, possiamo solo intuirlo nel
breve gesto del saluto, nell'addio inerte.
martedì 24 aprile 2012
MINACCIA TEMPESTA
Il mare gonfia lo specchio della follia.
Voragini liquide si fanno pensiero.
Anche annegare è un incantesimo.
Minaccia tempesta, stride la notte in
un vaso di sangue, è vergine lo stupore
di ignoti inabissamenti, si vela l'orizzonte.
L'amore è alcol nella crudele sobrietà
delle stelle, cuore di polipo, nero delirio,
in lontane foreste di corallo si consuma.
Voragini liquide si fanno pensiero.
Anche annegare è un incantesimo.
Minaccia tempesta, stride la notte in
un vaso di sangue, è vergine lo stupore
di ignoti inabissamenti, si vela l'orizzonte.
L'amore è alcol nella crudele sobrietà
delle stelle, cuore di polipo, nero delirio,
in lontane foreste di corallo si consuma.
lunedì 23 aprile 2012
ALZO PICCOLE PIETRE
Alzo piccole pietre per cercare
il ristoro del veleno, una vipera
sarebbe un sogno, viva, pronta
al morso, e tornerei a credere
nell'amore, in questa celeste
agonia....
il ristoro del veleno, una vipera
sarebbe un sogno, viva, pronta
al morso, e tornerei a credere
nell'amore, in questa celeste
agonia....
L'AMORE
Un giorno mi hanno presentato l'amore,
aveva un sorriso che faceva sanguinare
la luna e qualche stella ubriaca, aveva
capelli neri e lucenti che scioglievano
le radici dei boschi in canti melodiosi.
Abbiamo vissuto assieme nella tenue
promiscuità di due corpi, ci siamo feriti,
idolatrati, abbiamo costruito castelli di carta
da gettare nel rogo delle nostre mattine,
ci siamo inventati il mondo sotto le coperte.
Poi un giorno, un giorno qualunque, l'amore
mi ha detto salendo sul letto " me ne vado
per sempre", ed io ho sorriso al suo "per sempre".
Era un addio asimmetrico, sincopato, un
controtempo nello spartito dei miei giorni.
Oggi vado a puttane e sono felice.
aveva un sorriso che faceva sanguinare
la luna e qualche stella ubriaca, aveva
capelli neri e lucenti che scioglievano
le radici dei boschi in canti melodiosi.
Abbiamo vissuto assieme nella tenue
promiscuità di due corpi, ci siamo feriti,
idolatrati, abbiamo costruito castelli di carta
da gettare nel rogo delle nostre mattine,
ci siamo inventati il mondo sotto le coperte.
Poi un giorno, un giorno qualunque, l'amore
mi ha detto salendo sul letto " me ne vado
per sempre", ed io ho sorriso al suo "per sempre".
Era un addio asimmetrico, sincopato, un
controtempo nello spartito dei miei giorni.
Oggi vado a puttane e sono felice.
UNA POESIA DI ALFONSO GATTO
CRONACHE
Visti di scorcio nel passar del treno
fummo detti felici tutti un giorno.
Azzurro il cielo, azzurro il mare, intorno
il luccichìo di latta d'un baleno.
Solo un cavallo bianco in mezzo al prato,
ogni voce passava al suo passato.
Visti di scorcio nel passar del treno
fummo detti felici tutti un giorno.
Azzurro il cielo, azzurro il mare, intorno
il luccichìo di latta d'un baleno.
Solo un cavallo bianco in mezzo al prato,
ogni voce passava al suo passato.
domenica 22 aprile 2012
PENSIERI DOMENICALI
Amo le cose spiegabili, l'inspiegabile l'ho sempre trovato
snob, e fastidioso. Come si permette?
*
Non esiste il mistero, tutto è così semplice, di una
semplicità disarmante: ognuno di noi muore, e
pochi vivono. Ecco la realtà, nulla di triste in fondo.
*
Ho una venerazione profonda per tutte le persone
superficiali, mentre odio le persone semplici.
Essere semplici è una caricatura della saggezza.
Bisogna avere dentro di sé labirinti estremi per
gustare l'insondabile "evento" della superficialità.
*
La mia estrema pigrizia mi fa vivere il sesso con
contrarietà e disappunto, un cazzo a riposo è
l'apoteosi della mia armonia, perché indurirlo
e indurlo a sputare vita dentro corpi esigenti?
Una donna frigida non è una sfida, è un calmante.
*
Sono sempre meno attratto dalle donne, ma non
ho la fortuna di essere omosessuale, quindi a volte
devo prestarmi al gioco della seduzione, una noia
terribile, bastano due complimenti, un sorriso e
una carezza e tutte invariabilmente cedono al coito.
Coito presunto, s'intende. E per fortuna.
*
Non mi fido dei miei istinti, e non mi fido
per "istinto". Del resto anche la ragione
non ha la mia fiducia, ed è ragionevole.
*
Perdere tempo è l'unica vittoria che mi
concedo. La vita è breve solo per chi
non sa perdersi. Chi vive con la carta
di identità in mano è già un cadavere.
*
Vivere appieno la vita è da sciocchi, la vita
va vissuta in sottrazione, togliere tutto per
arrivare al vuoto, l'unica pienezza perfetta.
snob, e fastidioso. Come si permette?
*
Non esiste il mistero, tutto è così semplice, di una
semplicità disarmante: ognuno di noi muore, e
pochi vivono. Ecco la realtà, nulla di triste in fondo.
*
Ho una venerazione profonda per tutte le persone
superficiali, mentre odio le persone semplici.
Essere semplici è una caricatura della saggezza.
Bisogna avere dentro di sé labirinti estremi per
gustare l'insondabile "evento" della superficialità.
*
La mia estrema pigrizia mi fa vivere il sesso con
contrarietà e disappunto, un cazzo a riposo è
l'apoteosi della mia armonia, perché indurirlo
e indurlo a sputare vita dentro corpi esigenti?
Una donna frigida non è una sfida, è un calmante.
*
Sono sempre meno attratto dalle donne, ma non
ho la fortuna di essere omosessuale, quindi a volte
devo prestarmi al gioco della seduzione, una noia
terribile, bastano due complimenti, un sorriso e
una carezza e tutte invariabilmente cedono al coito.
Coito presunto, s'intende. E per fortuna.
*
Non mi fido dei miei istinti, e non mi fido
per "istinto". Del resto anche la ragione
non ha la mia fiducia, ed è ragionevole.
*
Perdere tempo è l'unica vittoria che mi
concedo. La vita è breve solo per chi
non sa perdersi. Chi vive con la carta
di identità in mano è già un cadavere.
*
Vivere appieno la vita è da sciocchi, la vita
va vissuta in sottrazione, togliere tutto per
arrivare al vuoto, l'unica pienezza perfetta.
IN ALTRE AURORE
Lieve è la mia paura, anche se il cielo è cicatrice,
anche se la terra è fertile sepoltura, lo specchio
delle mie brame è infranto, mille volti irregolari
formano la superficie lucida del mio smarrimento.
Inseguo me stesso nella frattura, nel disincanto
mi estendo, e raggiungo vette che sanno di radici.
In altre aurore potrei posare la mia angoscia sui
petali di un fiore, e tradirla con la prima pioggia
che viene a bagnare i miei passi, potrei fuggire da
tutto restando al centro dell'universo, come nel
sistema solare di un incendiario potrei fare ruotare
la terra attorno alle mie ustioni, ed essere felice.
anche se la terra è fertile sepoltura, lo specchio
delle mie brame è infranto, mille volti irregolari
formano la superficie lucida del mio smarrimento.
Inseguo me stesso nella frattura, nel disincanto
mi estendo, e raggiungo vette che sanno di radici.
In altre aurore potrei posare la mia angoscia sui
petali di un fiore, e tradirla con la prima pioggia
che viene a bagnare i miei passi, potrei fuggire da
tutto restando al centro dell'universo, come nel
sistema solare di un incendiario potrei fare ruotare
la terra attorno alle mie ustioni, ed essere felice.
sabato 21 aprile 2012
LA MIA VITA
La mia vita è uno scandalo. Una solitudine accesa nel cuore
dell'universo. I riflettori del Nulla sono puntati su di me.
Impietosi. Potrei fare arrossire un vulcano con l'impazienza
vivente della mia carne, potrei gettare nella perdizione
un giglio con la torbida realtà della mia immaginazione.
E vivo di contorsioni che hanno l'elasticità del tormento.
La mia vita non è mia, appartiene al vento, e seduce nel
suo canto lontananze violente, inesausta, febbrile, la mia,
la mia vita è freschezza di voragini, è tepore di rogo, sì, è
una vita splendida, perché vivere è uno scandalo quieto
negli abissi sferici della Verità. Una vita vera è unica.
dell'universo. I riflettori del Nulla sono puntati su di me.
Impietosi. Potrei fare arrossire un vulcano con l'impazienza
vivente della mia carne, potrei gettare nella perdizione
un giglio con la torbida realtà della mia immaginazione.
E vivo di contorsioni che hanno l'elasticità del tormento.
La mia vita non è mia, appartiene al vento, e seduce nel
suo canto lontananze violente, inesausta, febbrile, la mia,
la mia vita è freschezza di voragini, è tepore di rogo, sì, è
una vita splendida, perché vivere è uno scandalo quieto
negli abissi sferici della Verità. Una vita vera è unica.
AFORISMA DEL GIORNO
Seguo il ritmo del mio cuore, a volte è un ritmo tribale, è preistoria
che divora il mio presente, ancestrale pulsione di vita, ogni battito
è delitto di una nudità che scarnifica, ho come l'impressione che
voglia sfondarmi il petto per infrangersi contro le stelle, altre volte
è un ritmo docile che suggerisce la vita senza imporla, e ha una
malinconia feconda, una gioia sussurrata, ed è quiete profonda.
Ricky Farina
che divora il mio presente, ancestrale pulsione di vita, ogni battito
è delitto di una nudità che scarnifica, ho come l'impressione che
voglia sfondarmi il petto per infrangersi contro le stelle, altre volte
è un ritmo docile che suggerisce la vita senza imporla, e ha una
malinconia feconda, una gioia sussurrata, ed è quiete profonda.
Ricky Farina
venerdì 20 aprile 2012
CEDEVOLE
Cedevole è la realtà, basta poco e diventa
un sottofondo, un sussurro fra le costole
del delirio, uno spasmo involontario, e non
coagula più, si fa emorragia infinita.
Non hai più nome, casa, non ha più sentiero.
Sei un corpo trasparente, sei in trappola.
Terremoto pietrificato, ti resta il respiro.
un sottofondo, un sussurro fra le costole
del delirio, uno spasmo involontario, e non
coagula più, si fa emorragia infinita.
Non hai più nome, casa, non ha più sentiero.
Sei un corpo trasparente, sei in trappola.
Terremoto pietrificato, ti resta il respiro.
mercoledì 18 aprile 2012
SONO NORMALE
Sono normale. Respiro nell'universo. Ascolto la musica
delle sfere celesti. Mangio panini. Adoro la pasta.
Cucino risotti alla venezuelana. Quando mi trovo
attraente mi masturbo davanti allo specchio. Sì, sono
un uomo normale. Penso nell'universo. E il mio pensiero
è denso, fluido, acrobatico e lavico. Amo le donne.
Amo i fiori che non hanno ancora un nome. Ho una pelle
predisposta ai brividi e ai morsi. Sono normale.
Ferocemente normale. Vivo in una giungla di lentezza.
Uso il mio cazzo come una liana per attraversare
le mie solitudini. Sono normale, e quando qualcuno
mi dice, quasi come un vanto, di essere un pazzo o
una pazza, mi viene da sorridere. E infatti sorrido.
delle sfere celesti. Mangio panini. Adoro la pasta.
Cucino risotti alla venezuelana. Quando mi trovo
attraente mi masturbo davanti allo specchio. Sì, sono
un uomo normale. Penso nell'universo. E il mio pensiero
è denso, fluido, acrobatico e lavico. Amo le donne.
Amo i fiori che non hanno ancora un nome. Ho una pelle
predisposta ai brividi e ai morsi. Sono normale.
Ferocemente normale. Vivo in una giungla di lentezza.
Uso il mio cazzo come una liana per attraversare
le mie solitudini. Sono normale, e quando qualcuno
mi dice, quasi come un vanto, di essere un pazzo o
una pazza, mi viene da sorridere. E infatti sorrido.
martedì 17 aprile 2012
DOLCE SAGGEZZA
Aveva sentito questa frase ad effetto: "la vita è breve, inizia dal dolce".
L'aveva presa sul serio, morì di diabete, ma a cento anni suonati.
Ricky Farina
L'aveva presa sul serio, morì di diabete, ma a cento anni suonati.
Ricky Farina
NEL MIO GIARDINO NERO
Non ricordo, è magia d'affanno. Nel mio giardino
nero l'albero della conoscenza oscilla al vento.
E mordere, mordere non sarà mai peccato.
Non ricordo, è gioia d'oblio. Nel mio giardino
nero l'albero della vita è in fiamme, lacrime di
resina bruciata, e piangere non sarà mai dolore.
Non ricordo, è enigma d'innocenza. Nel mio giardino
nero i due alberi fondono le proprie radici in un
canto liquido, e l'amore sarà sempre disobbedire.
Vivere è conoscere, conoscere è vivere.
nero l'albero della conoscenza oscilla al vento.
E mordere, mordere non sarà mai peccato.
Non ricordo, è gioia d'oblio. Nel mio giardino
nero l'albero della vita è in fiamme, lacrime di
resina bruciata, e piangere non sarà mai dolore.
Non ricordo, è enigma d'innocenza. Nel mio giardino
nero i due alberi fondono le proprie radici in un
canto liquido, e l'amore sarà sempre disobbedire.
Vivere è conoscere, conoscere è vivere.
lunedì 16 aprile 2012
CURRICULUM MORTIS
Sono morto il 77 ottobre del 3008.
Appena morto mi sono sentito strano,
e in debito di ossigeno. Dopo un primo
comprensibile smarrimento ho subito
cercato di organizzare il mio tempo
infinito, mi sono dato delle scadenze.
Ho imparato a fare l'amore con le
ombre, e so parlare la lingua degli
abissi. So tradurre anche il silenzio.
Ho una spiccata propensione alla
stabilità, e ottime capacità relazionali
con l'assoluto. Ho un forte istinto
sismico, gusto le primavere con le
viscere, non ho paura della polvere.
Sono disponibile anche a trasferirmi
in un altro cimitero. Ho una patente
di tipo Z per guidare nei deserti dello
spirito. Vi allego il mio referto.
Appena morto mi sono sentito strano,
e in debito di ossigeno. Dopo un primo
comprensibile smarrimento ho subito
cercato di organizzare il mio tempo
infinito, mi sono dato delle scadenze.
Ho imparato a fare l'amore con le
ombre, e so parlare la lingua degli
abissi. So tradurre anche il silenzio.
Ho una spiccata propensione alla
stabilità, e ottime capacità relazionali
con l'assoluto. Ho un forte istinto
sismico, gusto le primavere con le
viscere, non ho paura della polvere.
Sono disponibile anche a trasferirmi
in un altro cimitero. Ho una patente
di tipo Z per guidare nei deserti dello
spirito. Vi allego il mio referto.
PENSIERI RITORTI
Credere nella reincarnazione è come credere in una
macelleria spirituale.
*
Credere di essere Napoleone è una follia simpatica,
Waterloo è una camicia di forza, mentre credere di
essere se stessi è la follia più assurda, e la più bella.
*
Reincarnazione: l'eterno ritorno delle carezze?
*
Morire è un modo per non perdere terreno.
*
Esiste solo la verità del momento, per questo le segreterie
telefoniche diocono che siamo momentaneamente assenti.
*
Soffrire per un dolore è da persone comuni, soffrire
per una gioia invece è sublime. E profondo.
*
Solo la pietra è sana, portatrice sana di immobilità.
Basta un sospiro, un tenue movimento ed è subito
follia, squilibrio universale, metastasi del gesto.
*
Dire la verità? Bisognerebbe inventare un nuovo
alfabeto, l'alfabeto dei folli. Forse è meglio mentire
con sincerità. Mentire per empatia con il vento.
*
Un uomo dal cuore puro può attraversare un inferno
di fango e sorridere.
*
Non ho bisogno di droghe allucinogene, la mia coscienza
è già un acido che corrode il mondo.
macelleria spirituale.
*
Credere di essere Napoleone è una follia simpatica,
Waterloo è una camicia di forza, mentre credere di
essere se stessi è la follia più assurda, e la più bella.
*
Reincarnazione: l'eterno ritorno delle carezze?
*
Morire è un modo per non perdere terreno.
*
Esiste solo la verità del momento, per questo le segreterie
telefoniche diocono che siamo momentaneamente assenti.
*
Soffrire per un dolore è da persone comuni, soffrire
per una gioia invece è sublime. E profondo.
*
Solo la pietra è sana, portatrice sana di immobilità.
Basta un sospiro, un tenue movimento ed è subito
follia, squilibrio universale, metastasi del gesto.
*
Dire la verità? Bisognerebbe inventare un nuovo
alfabeto, l'alfabeto dei folli. Forse è meglio mentire
con sincerità. Mentire per empatia con il vento.
*
Un uomo dal cuore puro può attraversare un inferno
di fango e sorridere.
*
Non ho bisogno di droghe allucinogene, la mia coscienza
è già un acido che corrode il mondo.
TERZO AFORISMA DEL GIORNO
Per rispetto bisogna attraversare i cimiteri trattenendo
il respiro, in apnea.
Cercatevi piccoli cimiteri di provincia
per allenarvi.
il respiro, in apnea.
Cercatevi piccoli cimiteri di provincia
per allenarvi.
SECONDO AFORISMA DEL GIORNO
Il coraggio? Vivere sul precipizio ed essere
sempre un passo avanti agli altri.
Ricky Farina
sempre un passo avanti agli altri.
Ricky Farina
AFORISMA DEL GIORNO
Non dimenticava le offese, se le legava tutte al dito, finite
le dita decise di legarsi un'offesa al collo e si impiccò.
Ricky Farina
le dita decise di legarsi un'offesa al collo e si impiccò.
Ricky Farina
IL MIO PUNTO
Un ricovero d'ombra, un placido sussulto
di tenebra. Una spina senza sangue.
Esonda la vita dall'argine dei ricordi,
e la memoria annega se stessa.
Tu sei un corpo purificato, ma che nulla
ha di angelico, diabolico è l'addio.
Una sfera divisa in due, il diametro
spezzato delle nostre solitudini.
Ma in tutta questa geometria non riesco
a trovare il mio punto...
di tenebra. Una spina senza sangue.
Esonda la vita dall'argine dei ricordi,
e la memoria annega se stessa.
Tu sei un corpo purificato, ma che nulla
ha di angelico, diabolico è l'addio.
Una sfera divisa in due, il diametro
spezzato delle nostre solitudini.
Ma in tutta questa geometria non riesco
a trovare il mio punto...
PICCOLO DIALOGO CON NICOLA GELO
Ricky Farina(al telefono): Come va la mia vita? Non scopo, cazzo.
Nicola Gelo: Sai perché non scopi? Perché non hai più polvere
nella tua anima.
Nicola Gelo: Sai perché non scopi? Perché non hai più polvere
nella tua anima.
domenica 15 aprile 2012
RENDIMI VERTIGINE
Rendimi vertigine dei tuoi passi.
Lasciamo il senso delle cose
alle cose.
Lasciamo la vetta alle montagne
e il silenzio alla notte.
Fammi labirinto delle tue paure.
Lasciamo che gli altri continuino
a essere gli altri.
Lasciamo la primavera all'unica rondine
sopravvissuta.
Fammi abbandono delle tue speranze.
Lasciamo il fuoco alla cenere, e le stelle
agli assassini.
Rendimi abisso dei tuoi sogni.
Lasciamo le parole ai poeti, e i poeti
alle parole.
Lasciamo il senso delle cose
alle cose.
Lasciamo la vetta alle montagne
e il silenzio alla notte.
Fammi labirinto delle tue paure.
Lasciamo che gli altri continuino
a essere gli altri.
Lasciamo la primavera all'unica rondine
sopravvissuta.
Fammi abbandono delle tue speranze.
Lasciamo il fuoco alla cenere, e le stelle
agli assassini.
Rendimi abisso dei tuoi sogni.
Lasciamo le parole ai poeti, e i poeti
alle parole.
TERZO AFORISMA DEL GIORNO
Fare follie per amore è la cosa più banale che un innamorato
possa fare, ma perdere il filo in un labirinto di logica è sublime.
Ricky Farina
possa fare, ma perdere il filo in un labirinto di logica è sublime.
Ricky Farina
SECONDO AFORISMA DEL GIORNO
Inizia a fare l'opposto di quello che senti, e poi sentiti
all'opposto di quello che fai, vedrai: troverai te stesso.
Ricky Farina
all'opposto di quello che fai, vedrai: troverai te stesso.
Ricky Farina
AFORISMA DEL GIORNO
Ospita la verità dentro di te, falla accomodare nella suite
della tua anima, e non chiederle i documenti, la verità è un
lusso, un lusso che tutti ci dobbiamo permettere.
Ricky Farina
della tua anima, e non chiederle i documenti, la verità è un
lusso, un lusso che tutti ci dobbiamo permettere.
Ricky Farina
MANI NEL BUIO
Vedevo mani nel buio, mani che uscivano
dalle maniche dell'impermeabile appeso
all'attaccapanni, ma nessuno, posso giurarlo,
lo stava indossando, nessun uomo era appeso
all'attaccapanni, eppure strani gesti di mani
angeliche o demoniache attiravano la mia
attenzione. Avevo sei, forse sette anni.
Era il periodo in cui la notte sentivo treni
sferragliare nella mia mente, era un mondo
di ombre parlanti, di puntini colorati che
tempestavano il mio buio bambino. Mamma
e papà paralvano a bassa voce nella stanza
da letto accanto alla mia. Che cosa si dicevano?
Parole d'amore, e il loro brusìo mi calmava
un poco, ma io già sentivo che la vita era
qualcosa d'inspiegabile. Mio fratello che
era più piccolo di me dormiva sereno. Ma
io vedevo mani, mani che danzavano, che
mi chiamavano, mani d'ombra e di luce,
mani che forse volevano essere toccate....
dalle maniche dell'impermeabile appeso
all'attaccapanni, ma nessuno, posso giurarlo,
lo stava indossando, nessun uomo era appeso
all'attaccapanni, eppure strani gesti di mani
angeliche o demoniache attiravano la mia
attenzione. Avevo sei, forse sette anni.
Era il periodo in cui la notte sentivo treni
sferragliare nella mia mente, era un mondo
di ombre parlanti, di puntini colorati che
tempestavano il mio buio bambino. Mamma
e papà paralvano a bassa voce nella stanza
da letto accanto alla mia. Che cosa si dicevano?
Parole d'amore, e il loro brusìo mi calmava
un poco, ma io già sentivo che la vita era
qualcosa d'inspiegabile. Mio fratello che
era più piccolo di me dormiva sereno. Ma
io vedevo mani, mani che danzavano, che
mi chiamavano, mani d'ombra e di luce,
mani che forse volevano essere toccate....
sabato 14 aprile 2012
PENSIERO DEL GIORNO
Un miracolo osceno, sporco di sangue, un lievito
che si sfarina nel grido e nel pianto, ecco che cosa
è nascere, un'apertura vertiginosa, e una lama di
respiro, un tuffo nell'ignoto, e una ignobile fine.
Ricky Farina
che si sfarina nel grido e nel pianto, ecco che cosa
è nascere, un'apertura vertiginosa, e una lama di
respiro, un tuffo nell'ignoto, e una ignobile fine.
Ricky Farina
SECONDO AFORISMA DEL GIORNO
Annoiarsi a morte per incontrare Dio. La noia è l'enzima
della divinità.
Ricky Farina
della divinità.
Ricky Farina
AFORISMA DEL GIORNO
Mi dicono di guardare in faccia la realtà, ma come faccio? La realtà
mi ha sempre dato le spalle, e devo confidarvi che ha il culo basso.
Ricky Farina
mi ha sempre dato le spalle, e devo confidarvi che ha il culo basso.
Ricky Farina
venerdì 13 aprile 2012
AFORISMA DEL GIORNO
Le apparenze stanno morendo, non hanno più una realtà
alla quale appoggiarsi, dobbiamo salvare le apparenze.
Ricky Farina
alla quale appoggiarsi, dobbiamo salvare le apparenze.
Ricky Farina
giovedì 12 aprile 2012
UN SMS
Trattengo nella memoria del mio cellulare
un sms di mio fratello.
Un sms che recita "niente, grazie".
Non ricordo la storia di questo nostro
scambio, non saprei dire a che cosa
si riferisse con quel "niente, grazie",
ma mi sembra che queste due parole
siano scaturite da profondità magnetiche,
ignote, due parole semplici possono
racchiudere il senso, non il senso banale
della vita, no, il Senso, il senso del Tutto
e del Niente, il senso di tutta la polvere
che vomitiamo per non morire, il senso
della luce, del sangue, dell'amore.
Il Senso, racchiuso in un sms, nella
memoria isterica di un cellulare.
Niente, grazie. Perché a questo niente
che ci ha fatto tremare, sognare, a questo
niente tutti noi dobbiamo dire grazie.
E il niente non potrà che rispondere
con queste parole "di nulla".
un sms di mio fratello.
Un sms che recita "niente, grazie".
Non ricordo la storia di questo nostro
scambio, non saprei dire a che cosa
si riferisse con quel "niente, grazie",
ma mi sembra che queste due parole
siano scaturite da profondità magnetiche,
ignote, due parole semplici possono
racchiudere il senso, non il senso banale
della vita, no, il Senso, il senso del Tutto
e del Niente, il senso di tutta la polvere
che vomitiamo per non morire, il senso
della luce, del sangue, dell'amore.
Il Senso, racchiuso in un sms, nella
memoria isterica di un cellulare.
Niente, grazie. Perché a questo niente
che ci ha fatto tremare, sognare, a questo
niente tutti noi dobbiamo dire grazie.
E il niente non potrà che rispondere
con queste parole "di nulla".
POESIA DI VIOLENZA INAUDITA
Varco un confine,
uno qualunque.
Con un passaporto
di cartavelina.
Trasparente.
uno qualunque.
Con un passaporto
di cartavelina.
Trasparente.
PREGO
Prego per tonificarmi.
"Dio, dammi la forza di cedere al tuo mistero".
Prego per l'assurdo.
"Dio, fai che la foresta amazzonica diventi un armadio
pieno di scheletri".
Prego per la gioia.
" Dio, fammi trovare una rivoltella carica nei miei sogni"
Prego per il minimo.
"Dio, fammi morire con le scarpe slacciate".
Prego per il senso.
"Dio, perché esistono le ustioni di terzo grado?"
Prego per il nonsense.
"Dio, a causa delle ustioni ti farò il terzo grado".
Prego per la noia.
"Dio, stringimi l'eternità al collo".
Prego per l'amore.
"Dio, lasciami in pace, ma che non sia eterna".
"Dio, dammi la forza di cedere al tuo mistero".
Prego per l'assurdo.
"Dio, fai che la foresta amazzonica diventi un armadio
pieno di scheletri".
Prego per la gioia.
" Dio, fammi trovare una rivoltella carica nei miei sogni"
Prego per il minimo.
"Dio, fammi morire con le scarpe slacciate".
Prego per il senso.
"Dio, perché esistono le ustioni di terzo grado?"
Prego per il nonsense.
"Dio, a causa delle ustioni ti farò il terzo grado".
Prego per la noia.
"Dio, stringimi l'eternità al collo".
Prego per l'amore.
"Dio, lasciami in pace, ma che non sia eterna".
AFORISMA DEL GIORNO
Ho una forte ripugnanza verso il dolore terrestre, quando piango mi incazzo
per ogni fottuta lacrima che scende sul viso invece di salire al cielo.
Un dolore soggetto alla forza di gravità mi disgusta. Tutti i miei tormenti
sono nuvole, tutte le mie disperazioni sono sassolini nella fionda. Ho un
cuore "cosmocida", vivo per annientare l'ordine dell'universo.
Ricky Farina
per ogni fottuta lacrima che scende sul viso invece di salire al cielo.
Un dolore soggetto alla forza di gravità mi disgusta. Tutti i miei tormenti
sono nuvole, tutte le mie disperazioni sono sassolini nella fionda. Ho un
cuore "cosmocida", vivo per annientare l'ordine dell'universo.
Ricky Farina
mercoledì 11 aprile 2012
AFORISMA DEL GIORNO
Non ho mai capito l'espressione " vittima di un incantesimo".
Essere prigionieri di un incantesimo è un privilegio.
Ricky Farina
Essere prigionieri di un incantesimo è un privilegio.
Ricky Farina
POESIA DEL FERIMENTO
Ferirti, non mi è rimasto altro.
Ferirti con le mie parole.
Per stare ancora sulla tua pelle.
Ma tu mi hai relegato in uno
strano universo parallelo, e le
mie parole scivolano nel nulla.
Ed è giusto così.
Ferirti con le mie parole.
Per stare ancora sulla tua pelle.
Ma tu mi hai relegato in uno
strano universo parallelo, e le
mie parole scivolano nel nulla.
Ed è giusto così.
CUCCIOLONE
Oggi al telefono una donna mi ha chiamato "cucciolone".
E mi è venuta voglia di scodinzolare, ma poi ho pensato
che non sono il cucciolone di nessuna, cazzo! Al diavolo
queste donne, si tratta sempre di avere un guinzaglio al collo,
o il guinzaglio di una vita di coppia o il guinzaglio del
desiderio, alla fine non c'è mai libertà, in nessun caso.
Quindi? Avanti tutta con le seghe e chi si è visto si è visto.
E mi è venuta voglia di scodinzolare, ma poi ho pensato
che non sono il cucciolone di nessuna, cazzo! Al diavolo
queste donne, si tratta sempre di avere un guinzaglio al collo,
o il guinzaglio di una vita di coppia o il guinzaglio del
desiderio, alla fine non c'è mai libertà, in nessun caso.
Quindi? Avanti tutta con le seghe e chi si è visto si è visto.
L'UTOPIA DEGLI ANGELI
Non è mai morte la morte, come la vita non è mai
completamente vita. Anche l'amore non aderisce a
se stesso, nell'amore ci sono grumi d'odio, scosse
di rabbia, gelosie di possesso, frane dell'umore.
Invano cerchi una sfera perfetta in cui annullare
le tue inquietudini, anche le sfere sono elastiche.
E la musica assoluta, l'armonia che lascia intatto
l'universo, non esiste, è solo l'utopia degli angeli.
Tremi al tuo risveglio, nella luce avverti un fondo
di tenebra, e la solidità del mondo è forse illusione,
senti che ci sono terremoti di polvere in attesa,
per aprire gli occhi ci vuole un coraggio infinito.
completamente vita. Anche l'amore non aderisce a
se stesso, nell'amore ci sono grumi d'odio, scosse
di rabbia, gelosie di possesso, frane dell'umore.
Invano cerchi una sfera perfetta in cui annullare
le tue inquietudini, anche le sfere sono elastiche.
E la musica assoluta, l'armonia che lascia intatto
l'universo, non esiste, è solo l'utopia degli angeli.
Tremi al tuo risveglio, nella luce avverti un fondo
di tenebra, e la solidità del mondo è forse illusione,
senti che ci sono terremoti di polvere in attesa,
per aprire gli occhi ci vuole un coraggio infinito.
martedì 10 aprile 2012
LE PUTTANE
Porgimi l'estremità del tuo delirio.
Faremo festa nelle tenebre.
Un corpo a pagamento è un corpo
purificato dal mercimonio.
Non ci sono inganni, tutto è chiaro,
limpido. Soldi in cambio di una
prestazione. Senza le parole inflazionate
dell'amore, senza il tormento di una
vita passata assieme a redigere
la contabilità della noia. Senza
marmocchi da nutrire, senza suoceri
da vivisezionare con l'odio di una
libertà menomata. Solo due corpi
trafugati da una solitudine cristallina,
flusso e riflusso del desiderio,
estasi di una camera d'albergo, sesso
a cinque stelle, e il firmamento
dell'effimero nell'anima, felici di
rubare alla morte una donna giovane
quando il tempo inizia a morderti
la carne, a insudiciare i tuoi sensi.
Le puttane, queste vergini della vita
domestica, sono la fonte di ogni
gioia che non sia malata di eternità,
accudiscono per brevi attimi la nostra
intimità, e ci lasciano con una scia
di piacere, una ferita azzurra in bocca.
Come non venerarle? Le puttane amano
la nostra libertà, e questa libertà ha
un prezzo, tutto ha un prezzo, ed è
giusto, infinitamente giusto che sia
così.
Faremo festa nelle tenebre.
Un corpo a pagamento è un corpo
purificato dal mercimonio.
Non ci sono inganni, tutto è chiaro,
limpido. Soldi in cambio di una
prestazione. Senza le parole inflazionate
dell'amore, senza il tormento di una
vita passata assieme a redigere
la contabilità della noia. Senza
marmocchi da nutrire, senza suoceri
da vivisezionare con l'odio di una
libertà menomata. Solo due corpi
trafugati da una solitudine cristallina,
flusso e riflusso del desiderio,
estasi di una camera d'albergo, sesso
a cinque stelle, e il firmamento
dell'effimero nell'anima, felici di
rubare alla morte una donna giovane
quando il tempo inizia a morderti
la carne, a insudiciare i tuoi sensi.
Le puttane, queste vergini della vita
domestica, sono la fonte di ogni
gioia che non sia malata di eternità,
accudiscono per brevi attimi la nostra
intimità, e ci lasciano con una scia
di piacere, una ferita azzurra in bocca.
Come non venerarle? Le puttane amano
la nostra libertà, e questa libertà ha
un prezzo, tutto ha un prezzo, ed è
giusto, infinitamente giusto che sia
così.
AFORISMA DEL GIORNO
Adoro le puttane, sono le uniche donne che quando fingono
sono vere.
Ricky Farina
sono vere.
Ricky Farina
domenica 8 aprile 2012
AFORISMA DEL GIORNO
Risorgere per disorientare l'orizzonte, e per tornare a calpestare
l'erba e le radici, per alzare gli occhi al cielo, e per amare.
Risorgere con eleganza, strappando la nudità ai vermi per
donarla ai fiori, risorgere solo per venerare l'attimo o non risorgere.
Ricky Farina
l'erba e le radici, per alzare gli occhi al cielo, e per amare.
Risorgere con eleganza, strappando la nudità ai vermi per
donarla ai fiori, risorgere solo per venerare l'attimo o non risorgere.
Ricky Farina
sabato 7 aprile 2012
CRISI UTERINA
Oggi sono in crisi uterina, lo so, non ho l'utero, ma
è così, è come se lo avessi, sono un mostro!
Mi sento isterico, potrei partorire universi convulsi,
e disarcionare le stelle, se con unghie affilate mi
squarciassi il ventre sono certo che oggi troverei
feti urlanti, in decomposizione di rabbia e tremore.
Mi viene voglia di aggredire la morte, sputarle in
bocca, in quella bocca oscena dalla dentatura di
cavallo drogato, oggi potrei divorare ossi e polpa
solo per fare un dispetto alle tenebre, e spremere
limoni negli occhi dell'amore. Sono incazzato come
una tigre, come una tigre epilettica, come un orso
che al posto del miele lecca il cianuro verde che
cola dagli alberi, pura resina d'odio, ahhhhahhah.
Ti strangolo Vita! Trascino l'obitorio nel sangue
della rivolta, uccido l'infanzia, faccio esplodere
luna park nel silenzio di cristallo della Notte...
Sono ultraterreno, inoculo radici virali nel volto
tumefatto del cielo, mi spappolo, prendo Dio
a morsi, oggi sono una strega, sono tempesta,
sono bestemmia nel cuore stanco della vostra
rassegnazione, ahahahah, mortali, mortali, vi
detesto, venite al mondo per finire nei macelli
pulviscolari, per inghiottire abissi di nervi, per
finire nella cenere viva del tormento. No, non è
vero. Sono calmisssimo. Sto scherzando. Ciao.
è così, è come se lo avessi, sono un mostro!
Mi sento isterico, potrei partorire universi convulsi,
e disarcionare le stelle, se con unghie affilate mi
squarciassi il ventre sono certo che oggi troverei
feti urlanti, in decomposizione di rabbia e tremore.
Mi viene voglia di aggredire la morte, sputarle in
bocca, in quella bocca oscena dalla dentatura di
cavallo drogato, oggi potrei divorare ossi e polpa
solo per fare un dispetto alle tenebre, e spremere
limoni negli occhi dell'amore. Sono incazzato come
una tigre, come una tigre epilettica, come un orso
che al posto del miele lecca il cianuro verde che
cola dagli alberi, pura resina d'odio, ahhhhahhah.
Ti strangolo Vita! Trascino l'obitorio nel sangue
della rivolta, uccido l'infanzia, faccio esplodere
luna park nel silenzio di cristallo della Notte...
Sono ultraterreno, inoculo radici virali nel volto
tumefatto del cielo, mi spappolo, prendo Dio
a morsi, oggi sono una strega, sono tempesta,
sono bestemmia nel cuore stanco della vostra
rassegnazione, ahahahah, mortali, mortali, vi
detesto, venite al mondo per finire nei macelli
pulviscolari, per inghiottire abissi di nervi, per
finire nella cenere viva del tormento. No, non è
vero. Sono calmisssimo. Sto scherzando. Ciao.
venerdì 6 aprile 2012
IL DENTE DI RESINA
Ho un dente di resina in bocca, un dente provvisorio,
resina provvisoria. Fra qualche giorno al posto della
resina ci sarà la porcellana, avrò un dente di porcellana.
La porcellana sarà meno provvisoria della resina, ma
dato che tutto è provvisorio anche la porcellana sarà
provvisoria. Ho anche un morso nel cuore. Non è un
morso di resina, e nemmeno di porcellana, e non è un
morso provvisorio, è un morso di rabbia, e d'amore.
I miei morsi sono le uniche cose permanenti della mia
vita. Sono morsi speciali. A cinque stelle. Morsi di
lusso. E hanno scelto il mio cuore come loro dimora.
Un nido di morsi, un nido pulsante, questo è il mio
cuore, e non mi fa paura, ho un cuore che tritura fra
le sue mandibole sanguigne l'Assoluto e la Morte.
resina provvisoria. Fra qualche giorno al posto della
resina ci sarà la porcellana, avrò un dente di porcellana.
La porcellana sarà meno provvisoria della resina, ma
dato che tutto è provvisorio anche la porcellana sarà
provvisoria. Ho anche un morso nel cuore. Non è un
morso di resina, e nemmeno di porcellana, e non è un
morso provvisorio, è un morso di rabbia, e d'amore.
I miei morsi sono le uniche cose permanenti della mia
vita. Sono morsi speciali. A cinque stelle. Morsi di
lusso. E hanno scelto il mio cuore come loro dimora.
Un nido di morsi, un nido pulsante, questo è il mio
cuore, e non mi fa paura, ho un cuore che tritura fra
le sue mandibole sanguigne l'Assoluto e la Morte.
TI AMO E TI DICO IL MOTIVO
Ti amo perché hai le tette. Io adoro le tette.
Le ho sempre amate, appena nato erano la
mia fonte di sostentamento, e ora che sono
cresciuto mi piace stropicciarle, succhiarle,
infilarci in mezzo il mio bel cazzo e godere
della loro morbidezza, della loro lucentezza.
Tu hai le tette luminose, sono come due grandi
lampadine nell'oscurità del mio desiderio.
Hai le tette elettriche, mi elettrizzano, oddio!
Sono una scossa al ventre, mi vengono i brividi
solo a parlarne, mi eccito come un bimbo perverso.
Sei la mammifera dei miei sogni. Sei scollata.
Quando spazzi il pavimento le vedo oscillare
e dentro di me benedico la polvere e il sudicio.
Senza le tue tette nulla avrebbe senso, senza
le tue colline la mia vita sarebbe una valle di
lacrime, e voglio morire con le tue tette in bocca.
Dal capezzolo al capezzale, e ancora al capezzolo.
Lo so, lo sai, anche le altre hanno le tette, quindi
tu non essere gelosa, sei la tetta primaria, la tetta
prescelta, la tetta protagonista della mia commedia.
Le altre sono solo comparse, sono tette sulle quali
cala presto il sipario del godimento soddisfatto.
Tetta mia, tetta adorata, non lasciarmi mai, ti prego.
Le ho sempre amate, appena nato erano la
mia fonte di sostentamento, e ora che sono
cresciuto mi piace stropicciarle, succhiarle,
infilarci in mezzo il mio bel cazzo e godere
della loro morbidezza, della loro lucentezza.
Tu hai le tette luminose, sono come due grandi
lampadine nell'oscurità del mio desiderio.
Hai le tette elettriche, mi elettrizzano, oddio!
Sono una scossa al ventre, mi vengono i brividi
solo a parlarne, mi eccito come un bimbo perverso.
Sei la mammifera dei miei sogni. Sei scollata.
Quando spazzi il pavimento le vedo oscillare
e dentro di me benedico la polvere e il sudicio.
Senza le tue tette nulla avrebbe senso, senza
le tue colline la mia vita sarebbe una valle di
lacrime, e voglio morire con le tue tette in bocca.
Dal capezzolo al capezzale, e ancora al capezzolo.
Lo so, lo sai, anche le altre hanno le tette, quindi
tu non essere gelosa, sei la tetta primaria, la tetta
prescelta, la tetta protagonista della mia commedia.
Le altre sono solo comparse, sono tette sulle quali
cala presto il sipario del godimento soddisfatto.
Tetta mia, tetta adorata, non lasciarmi mai, ti prego.
SECONDO AFORISMA DEL GIORNO
Ho una vera ammirazione per i vili, essere vili significa amare
la vita, persino nella fuga. Questo non mi preclude la stima anche
nei confronti dei coraggiosi, di chi si immola per un ideale o per
un istinto di umanità, ma la viltà la preferisco, è meno gloriosa,
non ha monumenti nelle piazze, e questo la rende immune dalla
retorica, dai discorsi con le parolone e le cerimonie. Sì, voglio
proprio dirlo: amo i vigliacchi, li amo perché mi sono simpatici.
Ricky Farina
la vita, persino nella fuga. Questo non mi preclude la stima anche
nei confronti dei coraggiosi, di chi si immola per un ideale o per
un istinto di umanità, ma la viltà la preferisco, è meno gloriosa,
non ha monumenti nelle piazze, e questo la rende immune dalla
retorica, dai discorsi con le parolone e le cerimonie. Sì, voglio
proprio dirlo: amo i vigliacchi, li amo perché mi sono simpatici.
Ricky Farina
AFORISMA DEL GIORNO
Chi non sa cogliere il punto di vista di un altro è come se
soffrisse di cecità isterica: la propria.
Ricky Farina
soffrisse di cecità isterica: la propria.
Ricky Farina
giovedì 5 aprile 2012
DELUSIONI D'AMORE
Alle delusioni d'amore uomini e donne reagiscono nei modi
più disparati e disperati.
So di donne che sono andate in Tibet a cercare il proprio
OM, per dimenticare un OM.
So di uomini che si sono dati al giardinaggio e hanno avuto
rapporti sessuali sediziosi con piante carnivore.
L'amore genera ogni tipo di mostruosità psichica: genera
malinconie profonde come abissi e ilarità inumane.
So di transessuali che hanno preso la Transiberiana senza
pagare il biglietto, e sono morti di freddo.
So di lesbiche che hanno partorito aurore per non precipitare
nel vuoto asimmetrico di un'isola greca.
E so di contadini omosessuali che hanno dato appuntamento
al proprio alter ego sopra un trattore abbandonato.
L'amore è folle, l'amore è tragico, l'amore è un morso.
Nessuna fuga è segno di vittoria, a trionfare è solo l'addio.
più disparati e disperati.
So di donne che sono andate in Tibet a cercare il proprio
OM, per dimenticare un OM.
So di uomini che si sono dati al giardinaggio e hanno avuto
rapporti sessuali sediziosi con piante carnivore.
L'amore genera ogni tipo di mostruosità psichica: genera
malinconie profonde come abissi e ilarità inumane.
So di transessuali che hanno preso la Transiberiana senza
pagare il biglietto, e sono morti di freddo.
So di lesbiche che hanno partorito aurore per non precipitare
nel vuoto asimmetrico di un'isola greca.
E so di contadini omosessuali che hanno dato appuntamento
al proprio alter ego sopra un trattore abbandonato.
L'amore è folle, l'amore è tragico, l'amore è un morso.
Nessuna fuga è segno di vittoria, a trionfare è solo l'addio.
INFINITO E FANGO
Un orizzonte nascosto nelle tenebre.
Stanotte ho sognato di affacciarmi alla
finestra, c'erano meduse lunari, folli,
elettriche, che volavano a pochi passi
dal mio cornicione. Una meraviglia.
Il buio era stravolto dalla loro luce
intermittente. E non ero solo, una
donna condivideva quello spettacolo.
Svegliarsi da un sogno non è mai crudele,
chi lo pensa non conosce la vita, questo nido
di fantasmi e di vertigini, così cedevole
è la sostanza del nostro essere che è simile
in tutto alla fragilità dei sogni. Anche la
quercia ha tremori di radici, e vento nelle
squame resinose, anche la quercia è sogno.
Vivere è un distillato di infinito e fango.
A noi spetta il compito di plasmare il fango
senza mai dimenticare l'infinito.
Stanotte ho sognato di affacciarmi alla
finestra, c'erano meduse lunari, folli,
elettriche, che volavano a pochi passi
dal mio cornicione. Una meraviglia.
Il buio era stravolto dalla loro luce
intermittente. E non ero solo, una
donna condivideva quello spettacolo.
Svegliarsi da un sogno non è mai crudele,
chi lo pensa non conosce la vita, questo nido
di fantasmi e di vertigini, così cedevole
è la sostanza del nostro essere che è simile
in tutto alla fragilità dei sogni. Anche la
quercia ha tremori di radici, e vento nelle
squame resinose, anche la quercia è sogno.
Vivere è un distillato di infinito e fango.
A noi spetta il compito di plasmare il fango
senza mai dimenticare l'infinito.
mercoledì 4 aprile 2012
IL RAGAZZO CHE VOLEVA MORIRE
Una notizia tristissima mi ha raggiunto oggi, un ragazzo che ho filmato
pochi mesi fa è morto, si è tolto la vita. Il mio film si intitolava proprio
-Il ragazzo che vuole morire- e documentava la sua disperazione, la sua
voglia di farla finita. L'ho conosciuto a Roma, all'Azzurro Scipioni, il
piccolo cinema di Silvano Agosti. Silvano cercava in tutti i modi di
dissuaderlo dal suo proposito, sferzandolo con una ironia piena di bontà.
Ci siamo seduti al tavolino del bar vicino al cinema, ho acceso la mia
videocamera e il ragazzo(purtroppo non ricordo il suo nome) mi ha
parlato con una naturalezza implacabile e disarmante del suo "progetto".
Soffriva per una delusione d'amore, aveva preso degli psicofarmaci che
gli avevano azzerato l'umore, non sentiva più dolore ma nemmeno la
gioia, si sentiva un deserto ambulante. Ha deciso di smettere di essere
un deserto perché quel deserto non aveva il suo volto, quel deserto era
un intruso nella sua vita. Gli aveva rubato l'anima. Ho tolto il film dalla
rete per una sorta di pudore e di rispetto nei suoi confronti. Un senso di
angoscia mi pervade, e di impotenza. Perché non gli ho chiesto il suo
cellulare? Avrei potuto chiamarlo, sentirlo, tenermi in contatto. Invece
sono tornato a Milano e ho montato il mio film, ed ero contento del mio
lavoro perché era un lavoro in cui la verità aveva il suo posto, e il suo
senso. Ma adesso la verità di quel film è troppo forte, ha invaso le mie
immagini, e le ha prosciugate. E quel deserto si è avvicinato anche a me.
E come si può lottare contro un deserto che avanza? Arretro, per ora.
In attesa di un'oasi, di una allucinazione, e di un nuovo significato.
Ti saluto ragazzo, ma dentro di me il tuo deserto è un giardino.
Ora ricordo il tuo nome, Alessandro.
pochi mesi fa è morto, si è tolto la vita. Il mio film si intitolava proprio
-Il ragazzo che vuole morire- e documentava la sua disperazione, la sua
voglia di farla finita. L'ho conosciuto a Roma, all'Azzurro Scipioni, il
piccolo cinema di Silvano Agosti. Silvano cercava in tutti i modi di
dissuaderlo dal suo proposito, sferzandolo con una ironia piena di bontà.
Ci siamo seduti al tavolino del bar vicino al cinema, ho acceso la mia
videocamera e il ragazzo(purtroppo non ricordo il suo nome) mi ha
parlato con una naturalezza implacabile e disarmante del suo "progetto".
Soffriva per una delusione d'amore, aveva preso degli psicofarmaci che
gli avevano azzerato l'umore, non sentiva più dolore ma nemmeno la
gioia, si sentiva un deserto ambulante. Ha deciso di smettere di essere
un deserto perché quel deserto non aveva il suo volto, quel deserto era
un intruso nella sua vita. Gli aveva rubato l'anima. Ho tolto il film dalla
rete per una sorta di pudore e di rispetto nei suoi confronti. Un senso di
angoscia mi pervade, e di impotenza. Perché non gli ho chiesto il suo
cellulare? Avrei potuto chiamarlo, sentirlo, tenermi in contatto. Invece
sono tornato a Milano e ho montato il mio film, ed ero contento del mio
lavoro perché era un lavoro in cui la verità aveva il suo posto, e il suo
senso. Ma adesso la verità di quel film è troppo forte, ha invaso le mie
immagini, e le ha prosciugate. E quel deserto si è avvicinato anche a me.
E come si può lottare contro un deserto che avanza? Arretro, per ora.
In attesa di un'oasi, di una allucinazione, e di un nuovo significato.
Ti saluto ragazzo, ma dentro di me il tuo deserto è un giardino.
Ora ricordo il tuo nome, Alessandro.
FOFI E MONICELLI
C'è un bel libro che si chiama "Col cinema non si scherza", è una simpatica
conversazione tra il critico Goffredo Fofi e il grande vecchio della
commedia all'italiana Mario Monicelli. Per chi ama il cinema il libro è
un tesoro di aneddoti su figure di prestigio come Ennio Flaiano, Steno,
Amidei, Zavattini, Freda, Fellini, Soldati, Sordi, Totò, e molti altri.
Fofi è un mostro di cultura cinematografica e Monicelli è un maestro
in ogni senso, ne viene fuori il ritratto di un uomo giovane, nonostante
l'età avanzata, siamo nel 2008. E sappiamo come è finita: con un salto
nel vuoto. Una vita invidiabile quella di Monicelli, ricca di imprevisti,
di stimoli creativi, e di amicizie importanti. Il cinema non era altro che
il prolungamento di una "conversazione tra amici", così nascvano le famose
sceneggiature della commedia all'italiana, ci si ritrovava a casa di un amico,
magari a tavola, davanti a una buona bottiglia di vino, e venivano fuori
le scene, i dialoghi, le battute folgoranti. Il cinema aderiva alla realtà.
Raccontava il quotidiano, il costume, ed essendo molto popolare, un
cinema di successo, in ogni film c'era anche uno scopo educativo.
Monicelli sentiva la responsabilità di rivolgersi a un grande pubblico.
E come ci ricorda Monicelli ogni commedia è "divina", se è fatta con
perizia, con stile, con intelligenza, con il cuore e con fedeltà alla
propria visione del mondo. Qualità che al nostro regista non sono
certo mancate. A un certo punto Fofi si lamenta della società attuale
che vuole solo consumatori e fa di tutto per impedirci di pensare,
perché il potere vuole dolci pecorelle, teneri agnellini, e più di ogni
altra cosa teme un "cervello in attività". Come dare torto al critico?
Certo si potrebbe obiettare, con una dose di cinismo e ironia, che è
meglio che molti cervelli se ne stiano in silenzio, a riposo, che mondo
sarebbe se tutti pensassero con la propria testa? Non voglio pensarci!
(il libro contiene anche un gustoso DVD, un pranzo con Ermanno Olmi).
conversazione tra il critico Goffredo Fofi e il grande vecchio della
commedia all'italiana Mario Monicelli. Per chi ama il cinema il libro è
un tesoro di aneddoti su figure di prestigio come Ennio Flaiano, Steno,
Amidei, Zavattini, Freda, Fellini, Soldati, Sordi, Totò, e molti altri.
Fofi è un mostro di cultura cinematografica e Monicelli è un maestro
in ogni senso, ne viene fuori il ritratto di un uomo giovane, nonostante
l'età avanzata, siamo nel 2008. E sappiamo come è finita: con un salto
nel vuoto. Una vita invidiabile quella di Monicelli, ricca di imprevisti,
di stimoli creativi, e di amicizie importanti. Il cinema non era altro che
il prolungamento di una "conversazione tra amici", così nascvano le famose
sceneggiature della commedia all'italiana, ci si ritrovava a casa di un amico,
magari a tavola, davanti a una buona bottiglia di vino, e venivano fuori
le scene, i dialoghi, le battute folgoranti. Il cinema aderiva alla realtà.
Raccontava il quotidiano, il costume, ed essendo molto popolare, un
cinema di successo, in ogni film c'era anche uno scopo educativo.
Monicelli sentiva la responsabilità di rivolgersi a un grande pubblico.
E come ci ricorda Monicelli ogni commedia è "divina", se è fatta con
perizia, con stile, con intelligenza, con il cuore e con fedeltà alla
propria visione del mondo. Qualità che al nostro regista non sono
certo mancate. A un certo punto Fofi si lamenta della società attuale
che vuole solo consumatori e fa di tutto per impedirci di pensare,
perché il potere vuole dolci pecorelle, teneri agnellini, e più di ogni
altra cosa teme un "cervello in attività". Come dare torto al critico?
Certo si potrebbe obiettare, con una dose di cinismo e ironia, che è
meglio che molti cervelli se ne stiano in silenzio, a riposo, che mondo
sarebbe se tutti pensassero con la propria testa? Non voglio pensarci!
(il libro contiene anche un gustoso DVD, un pranzo con Ermanno Olmi).
LA BUONA REPUTAZIONE SU YOUTUBE
Mi diverte molto apprendere che il mio canale YouTube pare non abbia
una buona reputazione. Il motivo? Una diffida da parte di una certa Sisini,
ex compagna di Giuni Russo, una sarda isterica, che si è lamentata per un
mio film dedicato alla cantante, nel film incriminato un appassionato di
musica leggera mi faceva ascoltare su un vecchio giradischi alcune note
di una canzone di Giuni Russo quando ancora si faceva chiamare Giusi
Romeo, profanazione delle profanazioni, non avevo chiesto il permesso!
Per salvare il film ho dovuto mettere un'altra canzone, una di Claudia Mori.
L'immagine di Giuni Russo era in grave pericolo! La signora sarda si è
lamentata, tramite avvocati, con YouTube e YouTube ha subito bloccato
il film. E la libertà di espressione? A farsi fottere, cari amici, con gli
avvocati e con i sardi non si scherza. Poi apprendo che un altro mio film,
Superflavio, dove prendevo allegramente in giro Flavio Briatore e Madre
Teresa di Calcutta, è stato bloccato a "livello mondiale", sempre per via
dei diritti musicali inviolabili! Sono proprio un criminale. Certe persone
non vanno toccate, altrimenti metti in agitazione uno stuolo di avvocati
con il pugnale fra i denti. Ma io sono testardo e quel film su Briatore lo
rimetterò, prima o poi, senza musica. Voglio proprio vedere che cosa
accadrà. Che cosa si inventeranno per bloccarlo. Fa piacere tutta questa
attenzione al mio canale. Sono in buona compagnia in materia di censura.
Voglio scomodare: Baudelaire, Bertolucci e Marco Ferreri. Perché no?
Io sono un poeta e un regista, e me ne vanto. E ci godo ad avere una
cattiva reputazione, significa che faccio molto bene il mio "lavoro".
Cari Amici di YouTube, cara sarda Sisini, caro Briatore, cari tutti, vi
ringrazio dal profondo del cuore. Date lustro al mio canale. Con affetto.
Ricky Farina
una buona reputazione. Il motivo? Una diffida da parte di una certa Sisini,
ex compagna di Giuni Russo, una sarda isterica, che si è lamentata per un
mio film dedicato alla cantante, nel film incriminato un appassionato di
musica leggera mi faceva ascoltare su un vecchio giradischi alcune note
di una canzone di Giuni Russo quando ancora si faceva chiamare Giusi
Romeo, profanazione delle profanazioni, non avevo chiesto il permesso!
Per salvare il film ho dovuto mettere un'altra canzone, una di Claudia Mori.
L'immagine di Giuni Russo era in grave pericolo! La signora sarda si è
lamentata, tramite avvocati, con YouTube e YouTube ha subito bloccato
il film. E la libertà di espressione? A farsi fottere, cari amici, con gli
avvocati e con i sardi non si scherza. Poi apprendo che un altro mio film,
Superflavio, dove prendevo allegramente in giro Flavio Briatore e Madre
Teresa di Calcutta, è stato bloccato a "livello mondiale", sempre per via
dei diritti musicali inviolabili! Sono proprio un criminale. Certe persone
non vanno toccate, altrimenti metti in agitazione uno stuolo di avvocati
con il pugnale fra i denti. Ma io sono testardo e quel film su Briatore lo
rimetterò, prima o poi, senza musica. Voglio proprio vedere che cosa
accadrà. Che cosa si inventeranno per bloccarlo. Fa piacere tutta questa
attenzione al mio canale. Sono in buona compagnia in materia di censura.
Voglio scomodare: Baudelaire, Bertolucci e Marco Ferreri. Perché no?
Io sono un poeta e un regista, e me ne vanto. E ci godo ad avere una
cattiva reputazione, significa che faccio molto bene il mio "lavoro".
Cari Amici di YouTube, cara sarda Sisini, caro Briatore, cari tutti, vi
ringrazio dal profondo del cuore. Date lustro al mio canale. Con affetto.
Ricky Farina
martedì 3 aprile 2012
SALE SUELLE FERITE
Non è scrivere ma frugare. Frugare nella carne, nel sangue e
nella mente. Alla ricerca di sedimenti, incrostazioni, cristalli.
Non sono parole ma efflorescenze, funghi velenosi, vertigini
inchiodate al senso della disperazione. Ma è anche fascino
di un salto nell'ignoto, sedizione di un vocabolario apocrifo,
metabolismo fosforescente, gravidanza verticale, tumulto nel
deserto, una trappola nuda in cui si contorce il vento e la sua
sposa: la lontananza. Quindi non è scrivere, non è mai scrivere.
La parola è liquida, va agitata prima dell'uso, è amniotico
tormento, rinascita di vertebre con cui scalare le tenebre, in
questa improvvisa lentezza che è l'ispirazione, canto sommerso,
luce nel vicolo cieco dell'attesa, gridare eureka a mani vuote,
avendo scoperto solo il proprio vuoto, ma non è scrivere, mai.
Forse lo scrittore è solo un uomo che mette il sale sulle ferite,
non solo le proprie, anamnesi del sangue in un universo di
specchi e congiunture astrali, e quando la memoria ci lascia,
avvolta nel suo mantello d'oblio, immaginare è tutto.
nella mente. Alla ricerca di sedimenti, incrostazioni, cristalli.
Non sono parole ma efflorescenze, funghi velenosi, vertigini
inchiodate al senso della disperazione. Ma è anche fascino
di un salto nell'ignoto, sedizione di un vocabolario apocrifo,
metabolismo fosforescente, gravidanza verticale, tumulto nel
deserto, una trappola nuda in cui si contorce il vento e la sua
sposa: la lontananza. Quindi non è scrivere, non è mai scrivere.
La parola è liquida, va agitata prima dell'uso, è amniotico
tormento, rinascita di vertebre con cui scalare le tenebre, in
questa improvvisa lentezza che è l'ispirazione, canto sommerso,
luce nel vicolo cieco dell'attesa, gridare eureka a mani vuote,
avendo scoperto solo il proprio vuoto, ma non è scrivere, mai.
Forse lo scrittore è solo un uomo che mette il sale sulle ferite,
non solo le proprie, anamnesi del sangue in un universo di
specchi e congiunture astrali, e quando la memoria ci lascia,
avvolta nel suo mantello d'oblio, immaginare è tutto.
L'ERBA DEL MIO GIARDINO
Voglio condurre il gioco fino alle fine.
Seguire il flusso notturno delle tue ferite
per approdare alla forma pura del silenzio.
E potare gli incantesimi fioriti di ogni
abbandono. Voglio, e non so dire vorrei.
L'erba del mio giardino è prepotente.
Irride col suo verde le radici inquiete
della metamorfosi, impasta sogno e follia
nel cuore caramelloso della quercia.
Umida terra di grembo fatale, cartilagine
secca del passato, l'erba del mio vicino
è sempre meno verde, è gialla, allucinata
di sole, affamata di pioggia, e non so
sognare un verde più profondo del mio,
clorofollia del delirio, involontaria
pietrificazione della mente, tracimazione
di un concime sudicio di vita, dove ogni
respiro è fango ingoiato dal cielo, nel
fogliame del mio cervello il passo felpato
del dubbio spalanca l'unica certezza
possibile: è catrame infinito la Notte.
Seguire il flusso notturno delle tue ferite
per approdare alla forma pura del silenzio.
E potare gli incantesimi fioriti di ogni
abbandono. Voglio, e non so dire vorrei.
L'erba del mio giardino è prepotente.
Irride col suo verde le radici inquiete
della metamorfosi, impasta sogno e follia
nel cuore caramelloso della quercia.
Umida terra di grembo fatale, cartilagine
secca del passato, l'erba del mio vicino
è sempre meno verde, è gialla, allucinata
di sole, affamata di pioggia, e non so
sognare un verde più profondo del mio,
clorofollia del delirio, involontaria
pietrificazione della mente, tracimazione
di un concime sudicio di vita, dove ogni
respiro è fango ingoiato dal cielo, nel
fogliame del mio cervello il passo felpato
del dubbio spalanca l'unica certezza
possibile: è catrame infinito la Notte.
AFORISMA DEL GIORNO
Nella vita devi abbatterti, arrenderti, lasciare perdere.
Se cadi non rialzarti più. Se soffri come un cane compra
un guinzaglio e regalalo al tuo dolore. Allontana da te
il coraggio e la voglia di farcela. Non aspettarti nulla
dalle tue attese e non attendere nulla dalle aspettative.
Solo se farai così potrai andartene con serenità. Ma forse
la serenità è una fregatura, allora lotta, e non mollare.
Ricky Farina
Se cadi non rialzarti più. Se soffri come un cane compra
un guinzaglio e regalalo al tuo dolore. Allontana da te
il coraggio e la voglia di farcela. Non aspettarti nulla
dalle tue attese e non attendere nulla dalle aspettative.
Solo se farai così potrai andartene con serenità. Ma forse
la serenità è una fregatura, allora lotta, e non mollare.
Ricky Farina
SFUMATURE
Mi versano una limonata fresca.
Ho una camicia con bottoni di madreperla.
Ascolto il volto di un uomo che sta
seduto davanti a me con una pipa in bocca.
La pipa è spenta ma il volto è acceso.
Immagino il suo presente. E immagino
me stesso nel suo presente. Siamo identici.
Ci rende identici un identico presente.
L'uomo con la pipa è seduto. Anche io sono
seduto. Mi guarda. Lo guardo. Passa
una folata di vento che fa volare il suo
tovagliolo di carta. Lo stesso vento mi
fa volare il cappello. Sfumature.
Io sorseggio la mia limonata, lui un caffé.
Sul mio tavolo c'è un libro, sul suo
una cartella con delle analisi mediche.
Forse analisi del sangue. Sfumature.
Lui sorride, io ho una lacrima in attesa.
Ho bottoni di madreperla in una camicia
celeste, lui ha una maglietta rossa.
Sulla mia camicia sono cucite le mie
iniziali: R. F. Forse sono le sue stesse
iniziali. Forse. Sfumature di un identico
ignoto: il presente.
Ho una camicia con bottoni di madreperla.
Ascolto il volto di un uomo che sta
seduto davanti a me con una pipa in bocca.
La pipa è spenta ma il volto è acceso.
Immagino il suo presente. E immagino
me stesso nel suo presente. Siamo identici.
Ci rende identici un identico presente.
L'uomo con la pipa è seduto. Anche io sono
seduto. Mi guarda. Lo guardo. Passa
una folata di vento che fa volare il suo
tovagliolo di carta. Lo stesso vento mi
fa volare il cappello. Sfumature.
Io sorseggio la mia limonata, lui un caffé.
Sul mio tavolo c'è un libro, sul suo
una cartella con delle analisi mediche.
Forse analisi del sangue. Sfumature.
Lui sorride, io ho una lacrima in attesa.
Ho bottoni di madreperla in una camicia
celeste, lui ha una maglietta rossa.
Sulla mia camicia sono cucite le mie
iniziali: R. F. Forse sono le sue stesse
iniziali. Forse. Sfumature di un identico
ignoto: il presente.
lunedì 2 aprile 2012
PENSIERI GIOIOSI
State sereni, va tutto bene, considerate la morte come una
gigantesca pausa di riflessione, e non temetela più.
*
Se volete avere dei pensieri interessanti frequentate l'impensabile.
*
In una valle di lacrime nascono i fiori più belli. Ogni petalo è
un attimo di dolore. E ogni attimo di dolore ha un profumo.
*
Abbonatevi al vostro cervello.
*
Ho una vera passione per le eiaculazioni decentrate, per esempio eiaculo
spesso sulle spalle delle donne, lo trovo divertente.
*
Quando si hanno le vertigini bisogna sospendere il giudizio.
E sperare in un colpo di fortuna.
*
La vita è gioia allo stato puro. Anche quando vi stanno cavando un dente
da qualche parte un bambino sta sorridendo.
*
Mi circondo sempre di persone tristi, mi mettono allegria.
Detesto soprattutto gli entusiasti, quelli che hanno Dio dentro,
Dio deve stare all'aria aperta, tra le margherite e i vermi.
*
Vivere col sole in faccia è pericoloso, bisogna usare le creme
protettive, le stelle sono cattive, indifferenti, non c'è complicità
con una stella, mentre la luna, ah la luna! Lei sì che è un'amica.
*
Chi pensa che nella vita vadano fatti dei sacrifici ha sempre
in mente una vittima, preferisco i fannulloni.
gigantesca pausa di riflessione, e non temetela più.
*
Se volete avere dei pensieri interessanti frequentate l'impensabile.
*
In una valle di lacrime nascono i fiori più belli. Ogni petalo è
un attimo di dolore. E ogni attimo di dolore ha un profumo.
*
Abbonatevi al vostro cervello.
*
Ho una vera passione per le eiaculazioni decentrate, per esempio eiaculo
spesso sulle spalle delle donne, lo trovo divertente.
*
Quando si hanno le vertigini bisogna sospendere il giudizio.
E sperare in un colpo di fortuna.
*
La vita è gioia allo stato puro. Anche quando vi stanno cavando un dente
da qualche parte un bambino sta sorridendo.
*
Mi circondo sempre di persone tristi, mi mettono allegria.
Detesto soprattutto gli entusiasti, quelli che hanno Dio dentro,
Dio deve stare all'aria aperta, tra le margherite e i vermi.
*
Vivere col sole in faccia è pericoloso, bisogna usare le creme
protettive, le stelle sono cattive, indifferenti, non c'è complicità
con una stella, mentre la luna, ah la luna! Lei sì che è un'amica.
*
Chi pensa che nella vita vadano fatti dei sacrifici ha sempre
in mente una vittima, preferisco i fannulloni.
AFORISMA DEL GIORNO
Chi dice che la salute è la cosa più importante della vita
secondo me eleva i microbi al rango di superstar.
Ricky Farina
secondo me eleva i microbi al rango di superstar.
Ricky Farina
domenica 1 aprile 2012
VITA STRANA
La vita è strana, profondamente strana, chi non ha il senso
di questa stranezza è come se fosse vivo a metà.
Ci sono attese inattese, passi falsi che conducono alla verità,
precipizi immobili e violentissimi silenzi. Ma non solo la
vita è strana, anche i viventi non sono da meno.
Conosco daltonici che masticano arcobaleni e ballerini
che all'ora di punta danzano tra la folla. L'universo è forse
la camicia di forza di Dio. Tutto è manicomio. La vita è strana.
La vita è folle. La vita è meravigliosa. E anche la morte
più velenosa sparge polvere di corallo sugli occhi.
Anche l'addio in fondo è un saluto. Tutto è addio. Ora.
di questa stranezza è come se fosse vivo a metà.
Ci sono attese inattese, passi falsi che conducono alla verità,
precipizi immobili e violentissimi silenzi. Ma non solo la
vita è strana, anche i viventi non sono da meno.
Conosco daltonici che masticano arcobaleni e ballerini
che all'ora di punta danzano tra la folla. L'universo è forse
la camicia di forza di Dio. Tutto è manicomio. La vita è strana.
La vita è folle. La vita è meravigliosa. E anche la morte
più velenosa sparge polvere di corallo sugli occhi.
Anche l'addio in fondo è un saluto. Tutto è addio. Ora.
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