mercoledì 6 dicembre 2017

UN UOMO SUPERFICIALE


Non c'è scampo, ma ci sono gli scampi, sono buonissimi
in guazzetto di pomodoro con prezzemolo.
E smettiamola di usare la parola abisso, ma quale abisso?
Quale abisso dei miei stivali! Il quadrante di un Rolex è più
bello, sintesi millimetrica di eleganza meccanica.
Non c'è scampo, ma ci sono scampoli di bellezza!
Un culo fasciato che attraversa la strada, una coscia
svelata da uno spacco, una bocca che trasuda baci e
poi tutte quelle meravigliose minuzie che rendono la
vita degna di essere vissuta: borsette di coccodrillo con
lacrime incastonate, porcellane sul precipizio, bicchieri
di cristallo, lampadari senza terremoto, tovaglie piene
di briciole, tappeti persiani e fiumi immaginari, orli, urli,
Arles, la Provenza, i sentieri del vento, il parapiglia,
i fuochi di paglia, le lampadine e i fulmini, il velluto,
le trascendenze ricamate, le vetrate colorate, i teoremi
della lussuria, le ombre cinesi, gli ombrelli che si aprono,
le mani sulle statue, nidi di rondine e nodi di marinai,
le promesse e le premesse, il fulcro e l'argenteria, l'oro.
Una brocca d'acqua sulla soglia di casa, e Dio vale come
uno spillo spillato, come una purga purgata, e non c'è
scampo, non c'è scampo, ma le ballerine sono ubriache.
C'è una festa segreta. Gli invitati non temono il peggio.
Temono il meglio. E tu ridi dei miei sogni segreti.
Dei miei segreti sognati. Mi aiuti con la cerniera?  



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