venerdì 10 febbraio 2017

LE DOMANDE SUPER SCEME DI RICKY


Vediamo se siete veramente affezionati a Ricky,
ora vi faccio le domande super sceme.
Se un mago cattivo vi dicesse: "Devi rinunciare
al tuo piatto preferito per 3 anni o non vedrai mai
più i film di Ricky, voi che cosa fareste?"
Se un mago cattivo vi dicesse: "Ogni 6 mesi un
signore attraente, pulito ed elegante, di nome
Alfredo Giussani, vi sodomizzerà usando tutti
i riguardi igienici, e nella più assoluta riservatezza,
nessuno verrà mai a saperlo, se vi rifiutate
di farvi sodomizzare dal signor Alfredo Giussani
non vedrete più i film di Ricky, voi che cose
fareste? "
Se un mago cattivo vi dicesse: "Posso darti 300
euro ogni giorno, ma devi rinunciare a vedere
i film di Ricky per 6 anni, voi che cosa fareste?"
Se un mago cattivo vi dicesse: "Per vedere i
film di Ricky devi vincere una tua fobia,
per esempio se hai paura degli scarafaggi, devi
tenere uno scarafaggio sulla lingua per tre
minuti...se non lo fate non vedete più i miei
film, voi che cosa fareste?"
Se un mago cattivo vi dicesse: "Per 8 anni
non potrai più mangiare la Nutella e non potrai
fare il bagno nei laghi di tutto il mondo, se
sgarri non potrai più vedere i film di Ricky,
voi che cosa fareste?"
Se un mago cattivo vi dicesse: "Per continuare
a vedere i film Chisciotte ogni tre mesi devi fare
la cacca in un sacchetto di plastica e portare
il sacchetto in giro per il centro della città,
se non lo fai non vedrai più i film di Ricky,
voi che cosa fareste?"
Se un mago cattivo vi dicesse: "Ti posso dare
il potere di volare una volta al mese, scegli tra
questo potere e la possibilità di continuare a
vedere i film di Ricky, voi che cosa fareste?"
Ecco, per ora ho finito le domande super sceme
e anche i maghi cattivi. Rispondete, vigliacchi!

9 commenti:

rickyfarina ha detto...


Prima risposta di Max Raimondi :

Non sembra poi così cattivo 'sto mago ... anzi!

attimiespazi ha detto...

non posso rispondere,
il mago cattivo sono io..

.attimidicuiquellacanagliadiRickyhascopertol'identita'segreta

Anonimo ha detto...


Nel finale colgo una certa forza illocutiva.
Il fatto è che io non credo ai maghi.

Giulio

altrimentipresente ha detto...

Non ho nulla da dichiarare
tranne il mio genio.

(Oscar)

Anonimo ha detto...

Spiacente bimbo .....alla pappa non ci rinunzio......e neanche alla salvezza del mio popoti. Sei stato autorizzato per iscritto dal sodomizzatore per fargli pubblicità? Se la risposta è no........RICCARDO!!!!!!!! Chicca

rickyfarina ha detto...


Illocutiva? Giulio, come parli difficile!

Anonimo ha detto...


In quel momento stavo gustando Lumache stufate nel fieno, crema di erbe e pane al muschio. Parla come mangi dicevano gli antichi. Ma non lo faccio più (mangiare scrivere contemporaneamente, intendo).

Giulio

Anonimo ha detto...

"La passeggiata

La mia moglie era agli scappini, il garzone scaprugginava, la fante preparava la bozzima … Sono un murcido, veh, son perfino un po’ gordo, ma una tal calma, mal rotta da quello zombare o dai radi cuiussi del giardiniere col terzomo, mi faceva quel giorno l’effetto di un malagma o di un dropace! Meglio uscire, pensai invertudiandomi, farò magari due passi fino alla fodina.
In verità siamo ormai disavvezzi agli spettacoli naturali, ed è perciò da ultimo che siam tutti così magoghi e ci va via il mitidio. Val proprio la pena d’esser uomini di mobole, se poi, non che andarsi a guardare i suoi magolati, non si va neppure a spasso!…
Basta. Uscii dunque, e m’imbattei in uno dei miei contadini, che volle accompagnarmi per un tratto. Ma un vero pigo! In oggi di quegli arfasatti e di quelle ciammengole o manimorce, ve lo so dir io, non se ne trova più a giro; né servon drusce per farli parlare, ma purtroppo hanno perso anche la loro bella e pura lingua di una volta. Recava due lagene.
— Dove le porti?
— Agli aratori laggiù: vede, dov’è quell’essedo. C’è il crovello per loro.
— E il mivolo, o il gobbello?
— Bah, noialtri si fa senza.
E meno male che non avete al tutto dimenticato la vostra semplicità, pensai. Ma volevo scatricchiarmi; finalmente lui andò pei fatti suoi e potetti rimaner solo, e presi per una solicandola.
Che dirvi? quando mi trovai tra quei miei piccoli amici senza parola, lo gnafalio, il telefio, il mezereo, e tutta quella gualda, mi si aprì il cuore. Procedetti, e principiarono i camepizi, le bugole, gli ilatri, i matalli, gli zizzifi anche, benché, a vero dire, guasti alquanto dall’exoasco o dall’oidio; e zighene e arginnidi (pafie o latonie) e le piccole depressarie passavano di luogo in luogo; e, accanto o sopra me, trochili e peppole, parizzole e castorchie, e l’aria era tutta uno zezzio, un zinzilulio… E c’era poi il popolo minore: le smicre, i lissi, l’empidi medesime, e chi potrebbe noverarlo tutto!…

Continua.......

Giulio

Anonimo ha detto...

Continua....

Alla fodina ormai l’acqua da tant’anni stagnava: rabeschi di gigartina, fumoso trasparire di carta, e zannichellia e scirpo; giungendo io, tre farciglioni fuggirono, e balenò un cimandorlo. Ma era destino che neppur qui fossi lasciato tranquillo. Sentii frusciar la frasca alle mie spalle; mi volsi: il gignore del ferrazzuolo che sbiluciava.
— O tu?… Beh, che si fa di bello al distendino?
— Uhm, poco di bello: il padrone s’è dato piuttosto alla moatra.
Anche questo! Io non sono un lerniuccio, ma via…
— Già, — riprese, — da noi ora è troppo se si fa fernette; mancano perfin le ingordine.
— Bravo davvero il tuo padrone!
— Mah, si sa bene, quando la s’infaona…
— E qui ora che ci fai?
— Per via dei leucischi. Ci si buttaron noi anni addietro.
— Ah, ecco; e come…
— Coi prostomi e colle molleche, — rispose pronto.
Non era un caramogio, come non era uno sbiobbo, s’ha a dire. Ma io lo lasciai lì e mi spinsi innanzi per la lonchite. Sapevo che da un certo punto si scopriva una bella vista.
Ed eccolo laggiù, il gran padre; e perfino si scorgevano brillare i froncoli quando prendevano il sole. E v’era una checchia venuta di lontano, con tanto di bonette all’ipartia… Quanti pensieri, quante fantasie m’invasero allora! Usava più il chenisco? Oh tempi d’una volta: “Inguala!”, e via per iciche, per mocaiardi, per cheripi, per lanfe. E qualcuno moriva in terra straniera, ma la chernite ne riportava intatte le spoglie al paese natale: o aveva anch’essa ormai perso la sua virtù?…
Ah, s’era fatto tardi: sull’afaca e sulla ghingola compariva la trochilia, sull’atropa l’atropo, sull’agrostide l’agrostide; dove pur mò sfolgorio di sole, non era ormai che un ghimè; si diffondeva odor di nectria; s’udiva un ghiattire lontano. E così passo passo me ne tornai.
— Or mentre io fendo i sisimbri e finché sia giunto a casa, dimmi o amico lettore: son io poco un ghiargione? Tu non rispondi, e con ciò assenti; e non hai torto. Pure, non ne darei un ghieu di chi non sapesse empirsi gli occhi e l’anima come io feci quel giorno, o, sapendo, volesse tenersi ogni cosa per sé solo.
Ma ecco giunsi: la mia moglie era agli scappini, il garzone scaprugginava, la fante preparava, se non quella stessa, una bozzima."
(Tommaso Landolfi)

E’ tutto costruito con parole desuete, arcaiche, strambe, oscure. Ma assolutamente vere, non inventate. Parole sante.
Ah no?

Giulio