domenica 12 febbraio 2017

AMORE CARCIOFO

Una poesia d'amore? Un'altra? No.
Basta. Non se ne può più di questo 
amore, veramente basta! I carciofi!
Scrivere una poesia sui carciofi. No.
Non ho il talento per farlo. I carciofi
vanno oltre le mie possibilità, eppure
sono belli, pungenti come le rose,
ma più sinceri, ti entrano dentro fino
all'intestino. Una rosa è una rosa.
Un carciofo è molto altro. Forse è
Dio. E se Dio fosse un carciofo?
Non resterei deluso. Ci vuole fegato
per accettare un Dio carciofo, e il
carciofo pare faccia bene al fegato.
Ma crudo, non cotto. Un Dio carciofo
crudo e l'eternità diventa una specie
di pinzimonio mistico. Che bello!
No. L'umanità non è ancora pronta
per questo. Meglio tornare a fare
versi sull'amore. Amore, amore mio.
Al chiaro di luna ci baciamo, e le
stelle cadenti ci dicono addio, dentro
un vapore di tenebre ci dicono
addio, le stelle cadenti sui carciofi.
Sui nostri cuori di carciofo nudo.
Amore. Carciofo mio adorato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I carciofi e l'immoralità dell'anima.

attimiespazi ha detto...


Ode Al Carciofo

Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,
e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
del suo cuore verde.

(Pablo Neruda)