domenica 12 giugno 2016

DANCING ON THE MOON

Perché tanta gioia mi invade e tanta tristezza al contempo?
Pensate a quello che ci fanno vedere in tv, pensate a come
ci disprezzano, basterebbe un cortometraggio come questo
in prima serata per tornare a credere nell'uomo. Anche qui
si tratta di un capolavoro, con finale per nulla lieto...


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Lettera aperta...

Torno in queste pagine per porgere a tutti le mie scuse, dovevo farlo settimane fa ma ero ancora in preda al vortice di emozioni contrastanti, mi sentivo come un vulcano che per molto tempo era rimasto inattivo ed improvvisamente aveva rivelato al mondo circostante la sua natura ardente e straripante vomitando parole dure per poi spegnersi con una fumata nera finale.

Mi sono pentita di aver 'urlato' il mio pensiero in difesa del mondo femminile e di essermene poi andata sbattendo la porta alle mie spalle... ero troppo turbata ed anche arrabbiata per fare marcia indietro e confrontarmi con toni più pacati.
Mi ci è voluto un lungo periodo di autoanalisi, discernimento e 'sventramento'; non è stato un lavoro facile e ha portato alla luce molti ricordi ( immagini, parole, volti, sentimenti ) dimenticati più o meno volontariamente.
Non rinnego ciò che ho esternato semplicemente non dovevo usare toni così amari, irruenti e concitati; mi sono lasciata sorprendere dal fiume in piena di esperienze personali molto tristi che hanno lasciato profonde cicatrici dentro di me.

Credo di non avervi mai detto che sono una 'donzelletta che vien dalla campagna' ovvero una semplice diplomata che non conosce le lingue straniere, non abituata a viaggiare e nemmeno a frequentare i salotti culturali e le feste dei vip, per niente colta ed esperta d'arte, ignorante del galateo cibernetico... praticamente sono una dilettante allo sbaraglio (anche mediatico) che non sa adeguarsi al 'nuovo' che avanza.
Non appartiene alla mia natura portare discordia e seminare zizzania, dovunque vado lascio sempre un bel sorriso e un buon profumo, nel salutare imprimo la mia essenza nel cuore di chi ho davanti per regalargli una parte di me da portare con sè.
Con voi non ci sono riuscita e me ne dispiaccio, vorrei rimediare ma credo sia troppo tardi visto anche le interferenze degli anonimi che hanno contribuito a gettare un'ombra oscura sulla mia figura.

Permettetemi solo di spiegarvi in parte il mio esagerato comportamento nei post di fine aprile: fin da bambina ho vissuto in un ambiente familiare composto principalmente da donne forti, coraggiose, grandi lavoratrici ma anche molto sole; la parte maschile era poco presente, molto defilata, a tratti assente ingiustificata.
Ho visto come l'innamoramento può ferire, umiliare e uccidere una donna; ho sentito spesso raccontare storie di donne picchiate, affamate, ingravidate, tradite ed abbandonate come oggetti vecchi e indesiderati; ho lottato per tirare fuori dal vortice della disperazione donne malate d'amore che si sono lasciate piegare, snaturare, imbruttire fino a morire di un'agonia senza fine, tra bestemmie e incubi, tra dolori e lacrime, tra ferite e lividi.
Non è stato facile crescere con l'idea che l'amore per un uomo può fare così male da rovinarti la vita senza via d'uscita; non è stato semplice voler bene a chi ha distrutto la felicità della propria famiglia e ha portato via il futuro ai propri figli; ci sono voluti molta forza di volontà, perdono e coraggio per andare avanti, capita ancora che i fantasmi del passato si affaccino a freddare la mente e a sconvolgere l'anima e non c'è modo di evitarlo.
Mi deprime e rattrista constatare che anche al giorno d'oggi la donna viene insensibilmente calpestata, insultata, sfruttata, violentata, resa oggetto di desideri ma non degna di essere amata nella sua completezza con rispetto, complicità, tenerezza, fedeltà e passione infinita.

Spero di aver chiarito il mio punto di vista sull'innamoramento e sul mondo femminile; rinnovo le mie scuse al blogger e ai suoi lettori, prometto di non disturbare più e sebbene molti di voi non mi crederanno, non ho mai commentato in anonimato insultando ed attaccando gli ospiti del blog.
Un caro saluto a tutti.

Laura *Dancing alone*

Anonimo ha detto...

Io non ho pensato neanche per un secondo che uno degli anonimi fossi tu. Ma se anche tu lo avessi fatto, in fondo, avresti semplicemente esposto un tuo disagio. Se per caso operi nel volontariato legato al supporto del mondo femminile che subisce abusi .....forse hai bisogno di prendere una pausa per non farti sommergere dalle tante emozioni negative che tale volontariato comporta. Se una persona è empatica ......lo è sia nelle emozioni positive che in quelle negative, pertanto a contatto con persone che provano disagio, sofferenza, dolore ...proverà altrettanto come se quelle emozioni fossero le sue e se verrà a contatto con la rabbia, aggressività, odio .......ne verrà comunque impregnata ed avvelenata. E qui deve entrare in gioco il proprio equilibrio per non farsi intossicare. Non ti scusare MAI di avere il coraggio di dire NO agli abusi sulla persona .....sia che siano verso il mondo femminile che verso il mondo maschile. Sono già in troppi, sia uomini che donne, a scusare certi comportamenti antisociali ed infatti poi si ritorcono contro l'umanità .......oggi a lei/lui, domani a te o a me. Il vero amore, senza sopraffazione, con rispetto e fatto di ricerca di positività ....esiste. Ci sono tanti esempi positivi attorno a noi ....ma la maggior parte viene attratta inspegabilmente dagli esempi negativi e finché ci saranno tanti altri che scusano, giustificano e perdonano la negatività ....sguazzeremo in questo pantano. Chicca

Anonimo ha detto...

@ Chicca Hai ragione, ho bisogno di una lunga pausa di rigenerazione ma prima devo fare luce su alcuni misfatti quotidiani ;-))

Che pace in questo posto, non avrei mai pensato di scriverlo... è un luogo perfetto per nascondermi dagli haters e rilassarmi un pochino... Poeta, gentilmente, metti della musica celtica di sottofondo e non ti libererai più di me O:-*
Grazie!
Laura D. E.

Anonimo ha detto...

Qui l'unica che ha umiliato la donna è la suora col kimono.
C'è solo da augurarsi che dopo l'ultimo crollo del mito si sia definitivamente defilata.