venerdì 10 giugno 2016

FACENDO FINTA

Ora scrivo una poesia facendo finta di essere un cetriolo.
Anzi. No. Scrivo una poesia facendo finta di essere un
poeta, facendo finta che sia una poesia. Meglio così.
A me piace Amy Winehouse. Che cosa c'entra? Non so.
Più della sua voce mi piacevano i suoi occhi. E il trucco.
Non beveva troppo, si beve quanto si vuole bere, e quel
verso di Isidore Ducasse che esaltava la bellezza del
tremore delle mani di un ubriaco giustifica ogni eccesso.
Chi muore mi piace, morire è un atto di estrema eleganza.
La vita è volgare. Anche un tramonto è pacchiano al
cospetto di un manto di tenebre. Anche un fiore è odioso
se il buio non lo nutre di follia. E il cuore è un muscolo
primitivo, rozzo, invadente. Una piscina primordiale.
Altrimenti non ci sarebbero i tuffi al cuore. L'enigma,
il mistero, l'ignoto? I poeti dovrebbero amare questi
cruciverba dell'inconoscibile, ma una bella bistecca al
sangue è più potente, più vera, più drammatica, più
energetica, e mi sento quasi Battiato a dirlo, anche lui
preferiva l'uva passa a Vivaldi perché gli dava più calorie.
A me piace fare finta che sia vero quello che scrivo.
Fare finta che le parole siano quarti di bue, e che la
mente sia un macello rutilante. E tra un quarto di bue e
un quarto di luna scelgo l'evanescenza dei terremoti.
Tutto è vano, vanità delle vanità, ma lo champagne mi
piace, scende nel corpo per indorare le viscere. Oplà.

2 commenti:

attimiespazi ha detto...

Fingere sempre
mentire mai.
(RF)

Anonimo ha detto...

Se non l'hai ancora visto ti consiglio il docufilm "AMY" del 2015.