giovedì 8 dicembre 2011

LAMENTO DI DONNA FERITA

Ho l'utero squarciato, e non solo: è anche retroverso.
Lui, lui è la mia follia. L'unica malattia dalla quale non
voglio guarire. Mi ha usata a suo piacimento, a suo
godimento, quando mi scopava mi ridevano le ascelle,
quando mi fotteva avevo visioni di divinità insanguinate,
di mostri sadici nel mio ventre, e palpitavo all'unisono
con le sfere celesti, vomitavo universi, e godevo, godevo
istericamente, soavemente, era pura agonia dei sensi.

Mi resta in bocca il sapore arido delle sue venute, e tra
le mani un'ombra sgualcita dalle mie notti insonni.
Ora lui scopa una ragazzina che sembra uscita da un
cartone animato di Walt Disney, e io non so odiare, dio,
non so odiare, so solo amare, e amerò, amerò, come
sempre, fino alla fine, rigirandomi nel letto, nelle mie
convulsioni, in questa fertile condanna, in questo lucente
tormento che si chiama Amore, in questa mia strana

felicità di donna ferita e di poetessa annegata. 

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