mercoledì 25 giugno 2008

LO SPAZIO INTIMO

Non ho il fisico del ruolo per fare il contestatore, come
il mio amico Piero, mi manca la voce, la voglia, lo stile.
Ho un altro stile, forse. Altre modalità. Questo non toglie
che ieri ero idealmente vicino a chi ha manifestato davanti
al palazzo di giustizia contro l'abominevole Berlusconi.

Non riuscirei mai a dire a una persona, anche se si tratta
di un politico corrotto, VERGOGNA! La vergogna possono
provarla solo coloro che hanno una coscienza, un senso
critico e autocritico del proprio operato. Mi sembra ingenuo
"intimare" la vergogna a qualcuno che ne è sprovvisto.

Anche io lotto contro l'abominio, lotto attraverso la poesia,
la salvaguardia dell'unicità del singolo, lotto nella
vita di tutti giorni comportandomi secondo coscienza, questa
vocina strana e buffa che parla dentro di me, e nella lotta
si può anche perdere, non mi comporto sempre come vorrei.

Sono il primo a vergognarmi di me stesso, perché vivo nel
tempo e nello spazio interiore, chi invece vive nel fracasso,
con il guinzaglio al collo e l'agenda ricolma di appuntamenti,
chi vive davanti allo specchio o in uno studio televisivo,
non ha gli strumenti per vergognarsi, anzi, non ha lo spazio,
e lo spazio per la vergogna si chiama -intimità-.

Intimare l'intimità è un paradasso, quindi la vergogna
al limite va suggerita, a voce flebile.

Detto questo, VERGOGNATEVI!

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