sabato 26 marzo 2022

LA VOCE GROSSA

Cappotto lungo (pericolo) e bicicletta,
vado verso piazzale Brescia per fare la TAC
all'auxologico, a digiuno, senza colazione,
e subito mi becca il mal di testa, puntuale,
in assenza dei tanto amati zuccheri.
Vedo al semaforo un ciclista, un ragazzo
sui 25 anni che mi fissa, scatta il verde,
il ragazzo torna indietro e mi dice: "Ma lei
è Ricky Farina?", rispondo di sì,
"la seguo su YouTube, non sono ancora
iscritto al suo canale ma lo farò presto",
lo ringrazio, ci stringiamo la mano, gli dico
che sto andando a farmi la TAC e lui mi
fa: "Ma certo, lo hai detto in un tuo monologo"
E mi fa sorridere che un ragazzo conosca
la mia vita, ci salutiamo. Sesto riconoscimento
per strada della mia vita.

All'auxologico faccio per la prima volta
in vita mia la voce grossa, non vogliono
accettarmi perché manca il timbro del medico.
"Scusi, ma che colpa ne ho io? Ho un calcolo
che mi sta dilatando il rene, devo fare assolutamente
questa benedetta TAC", lo stronzetto dietro
il vetro mi dice "mi spiace, ma senza nome
del medico non si può fare". Sono a un passo
da tirare un pugno al vetro, ci è mancato poco.
Dico la famosa frase: "Ora mi fa parlare con
la responsabile". La responsabile per fortuna
riesce a risalire al nome del medico.
La voce grossa ha funzionato.

"Si tolga la maglietta". Mi sdraio sul lettino.
Una voce registrata mi suggerisce di trattenere
il respiro e poi di tornare a respirare.
Lo fa per due volte.
Finita la TAC, finalmente.
"Lei ha un bel calcolo!".
Sarà bello, ma è stronzissimo, penso.

Tornando verso la bicicletta noto un
bistrot che si chiama Atmosfera Bistrot.
Mi siedo, ordino un cappuccino e due
croissant, uno salato e uno no.
Tutto eccellente, faccio i complimenti
a tutti, parlo del mio calcolo, sono
fatto così, cerco conforto e affetto in tutti,
e loro mi fanno gli auguri. Li saluto.

Mi fermo in Feltrinelli, compro tre libri.
Uno è un regalo, gli altri due sono La Russia di Putin
per mio fratello e Sapiens di Harari,
consigliatomi dall'amico Alessandro Paris.
Inforco di nuovo la bicicletta, pedalo,
il cappotto finisce dentro la ruota,
la bici si blocca, per miracolo non cado
a terra. Un egiziano mi aiuta a districare
il cappotto dai raggi della bici.
Riparto, il sacchetto di carta della Feltrinelli
si buca, La Russia di Putin finisce
sul marciapiede, insieme al mio panama.
Mi fermo, raccolgo tutto e torno
a casa guidando con una mano sola,
nell'altra tengo il cappotto e i libri.

E poi ditemi che la vita non è un'avventura!

3 commenti:

Lindt X multiFactor ha detto...

Prof sei mitico! 😘☺️
Tranquillo per l'operazione al calcolo, non è niente di grave 💪😘

Lindt X multiFactor ha detto...

Questi racconti non fanno mai annoiare

attimiespazi ha detto...

la vita è eroticamente cinematografica,
soprattutto quando si trattiene
il respiro..