mercoledì 7 dicembre 2016

TORMENTI DI UN UOMO LEGGERO

Sono un uomo tormentato.
Sono una tormenta di tormenti.
Soffro le pene dell'inferno
per cose come i calzini bucati
e peggio ancora quelli che
scendono alla caviglia.
Se mi sveglio senza latte
cado in depressione al pensiero
di dovermi vestire per scendere
a comprare una confezione
di latte scremato. Non posso
vivere senza latte. Senza latte
la vita mi sembra solo un
irrisorio cumulo di tenebre.
Non capisco quelli che la mattina
bevono solo un caffè, e magari
un caffè senza latte! Chi non
zuppa i biscotti nel latte ogni
mattina è una persona senza
anima, ed è sicuramente pronto
per commettere le peggiori
nefandezze durante la giornata.
Non è una questione di gusti
ma una questione di spirito.
L'anima è vaccocentrica.
Lo sanno tutti.


5 commenti:

attimiespazi ha detto...

L'Insostenibie Leggerezza
Della Vaccocentrica Animica..

.attimi

Unknown ha detto...

Perché non fai un film mentre fai colazione? Il grande poeta che inzuppa i biscotti? Eheheh Per me la mattina caffè sigaretta e cacata. In teoria anche come uno colazione ti definisce per quello che sei. Tu sei un bambino che deve andare a scuola e mamma gli fa trovare il lattuccio. Se non lo trovi in realtà ti senti che ti manca mamma...E vai pure per i 50 ormai! Che robba!

Unknown ha detto...

Manca un "fa'"

Anonimo ha detto...

I tormenti di Ricky sono suggestivi per la mia memoria, e da qui alcune riflessioni.
Oggi il latte, anche quello fresco, si conserva a lungo e le mamme non lo mandano a prendere quotidianamente. Per gli adolescenti occasioni mai vissute per incontri fugaci, clandestini e chiarificatori. Certo, per comunicare resta lo smartphone, ma è un'altra cosa.
La depressione per la mancanza di latte, ossia piangere prima ancora che il latte venga versato, merita un approfondito esame psicologico.
La sofferenza per i calzini che scendono alla caviglia la condivido, soprattutto quando i calzini sono bianchi (come il latte).
I calzini bucati poi. Una volta, nei cestelli da cucito delle mamme, oltre ad aghi, rocchetti di filo, ditale, bottoni di varie dimensioni, c'era anche una specie di uovo in legno ben levigato che, messo sotto la stoffa, serviva a tenderla nel modo più opportuno per agevolare il lavoro di rammendo, anche dei calzini. Oggi niente più uovo di legno e niente rammendo: i calzini li teniamo bucati fino a quando il buco viene nascosto dalla scarpa, poi li buttiamo.
Per il resto faccio parte di quella schiera di persone del niente latte e biscotti al mattino, anche se tra le molte nefandezze giornaliere di cui sono capace c'è quella di apprezzare i derivati del latte, gorgonzola compreso.

Giulio

riccardofarina69 ha detto...


Fantastico Giulio!