martedì 13 dicembre 2016

VIAGGIO AGLI INFERI

3 commenti:

attimiespazi ha detto...


il vagare labirintico di un viaggio indefinito..

.attimi

Anonimo ha detto...

Vista la fermata al minuto 4.20 ed il ginepraio in cui mi sono cacciato in un precedente post, io sto fermo un giro.

Giulio

rickyfarina ha detto...


Medea:
Ogni eroe, quando si trova ad uno dei punti cruciali della sua parabola d'esistere, compie la katàbasis. La discesa agli Inferi d'Odìsseo era per il ritorno ad Itaca; Orfeo ci andò per riprendersi l'amore strappatogli da un serpente; Enea per una nuova patria; Dante per la salvezza. È la volta dell'Uomo, di Dio, di Aspotroff: uno e trino. E ci va per amore di conoscenza, per il gioco dei volti, per le favole da inventare. Per incastrare vite, per restare a guardare, per il gusto dell'attesa, per la goliardia di aspettare addii che vanno in scena nelle romanticherie di mattine perdute. Quando Chisciotte posa le sue pupille sulla pelle degli sconosciuti, è come se li facesse vibrare d'una luce di poesia, di un guizzo di inquietudine che somiglia all'inizio di una danza. Dar forma alla materia comune, ingentilire la ruggine, asciugare le perle di rugiada per consegnarle ancora al sole: questo è dei poeti. Perchè i poeti sanno andare agli inferi, per inseminarne il buio con lo sperma bollente dei loro solstizi d'inverno.
Quando vaghi -e sai vagare!- è come se dentro rimuginasse una nobiltà sempre nuova: sei un gigante. E io ti amo.