venerdì 6 marzo 2015

La poesia più strana del mondo


Voglio scrivere la poesia più strana del mondo.
Da dove inizio? Dalla scheggia di luna park che
ho nel cranio? Dalle staminali dell'angoscia?
O inizio dalla fertile agonia dei sogni?
Un uomo, un uomo con la lingua calva, dentro
un cimitero di frullatori zoppi, e le smarrite
sembianze di un decoro d'altri tempi, nulla avviene
per necessità, è tutto un vezzo di vertigini, di
cristalli di metempsicosi, e tu, tu che sei appena
nato, che sei uomo, che sei ancora uomo, che
sei infinitamente uomo, incessantemente uomo,
tu, nascondi la polvere sotto tappeti volanti, e non
sai amare, sai solo sgusciare vertebre nel mattino
dei draghi, criogenesi di un respiro alcolico nella
verzura cosmicofluida del sogno avvampante.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Strana ma per niente estranea
-farinomane-