martedì 4 ottobre 2011

NEL TEMPO

4 commenti:

Eleonora ha detto...

Bellissimo tutto. Mi dispiace, perdonami se sono ripetitiva e noiosa nei commenti, ma semplicemente non risco a esprimere tutta questa meraviglia che mi illumina gli occhi.

E

rickyfarina ha detto...

sei un tesoro.

Anonimo ha detto...

“Ho perduto un dolore, ho perduto un amore senza chiedermi dove cercare”.
Ascolto queste parole, cantate da una voce calda, di un calore che avvolge e fa dimenticare, accompagnate da una musica che un po’ mi ricorda le giostre parigine, non so bene perché, e guardo scorrere le immagini con tutta la loro forza psicagogica, nel senso antico del termine, magico.
Si fa largo la notte nello spazio infinito, come infinito sembra il viaggio. Un treno preso e poi via, verso una destinazione che potrebbe essere quella del ritorno, quella “dove cercare”, chissà.
E’ una suggestione lunghissima. Un modo di vedere ciò che esiste e palpita inconfondibile. C’è la corsa affannosa, ci sono gli scenari che si avvicendano, le vite che si incontrano. La ragazza che dorme e che forse sogna, cullata dal viaggio “nel tempo”, di quella vita che da sempre vuol vivere e che sta andando ad affrontare, da sola; la donna che legge, poi si trucca, mascherando il suo volto, e poi una bambina bionda, un palloncino giallo e il suo bracciale rosso: che meraviglia; la coppia di indiani, quella donna che ascolta e l’uomo che le parla all’orecchio, avranno dei figli? Dove saranno? E ancora la signora che guarda fuori e magari pensa a chi ha lasciato prendendo quel treno. Un catalogo di esistenze che posso solo inventare: il più bel gioco del mondo.
E poi ci sono i campi e le stazioni, le città e le luci. C’è il rumore del mondo. C’è la confusione della giustizia, le guerre, gli affanni e c’è quel che oggi è cronaca e domani diventerà storia, “nel tempo”.
Mentre la voce continua ad accompagnare il viaggio, con “il tempo di una carezza sull'ultimo sguardo
nascosto al di là degli occhi”.
E proprio lì mi accorgo che soprattutto ci sono le immagini riflesse sul quadrante di un orologio, che scandisce il ritmo dell’anima. Quello che soltanto dio sa cogliere. E che fa piangere le streghe e le megere, le maddalene e le anguicrinite erinni.
Davanti a quella sequenza in cui la camera stringe sull’orologio, da 4.47 in poi, e la musica va a placare le ferite del passato, cadono le fortezze inespugnabili degli scafandri sotto ai quali ci nascondiamo e scende una lacrima, una soltanto, a ricordarmi di esser viva.
Non so dirti altro. Sono un po’ confusa dell’emozione. Questo viaggio è stato ricco. In ogni senso. E il regista di questo video è senza dubbio un dio che inventa il mondo e me lo rende vero, ogni giorno. Senza tregua. Senza pietà.

Anonimo ha detto...

Buonasera Ricky, qui c'è una sorta di black out. Ho sentito un botto per strada e poi è andata via la luce. Le uniche lampadine che funzionano un pò sono quelle ad incandescenza che ho nella mia nuova stanza. Credo ci sia un calo di tensione in atto.

Sono molto contento che tu abbia desiderato trovare immagini per questa canzone.
Beh, mi piace molto la ragazza che dorme. Avrei preferito non guardasse il cellulare appena uscita dal treno.

Ti ho detto che giovedè ho un colloquio di lavoro! Su un biglietto trovato nella posta c'era scritto: "Guadagno Extra - chiama con urgenza". Ho chiamato. Mi hanno fissato un appuntamento e dato istruzioni per raggiungere con la macchina (che non ho)l'ufficio. Wow. Vado a lucidare le scarpe! Non scherzo ma l'ufficio è a pochi passi da piazza tien an men.