Quella sfera custodita, sospesa, pulsante, rotolante, brutale è erotica. E’ un pensiero erotico che si snoda, come una matassa. Che incontra una lingua affamata e sprigiona un dramma terrificante: non ha sapore, non ha odore, non ha umore. E’ un marchingegno funesto di plastica e intermittenza. Un’illusione degli occhi, una virtuale carezza che non sarà mai virtuosismo di corpi. I gemiti che si intersecano alla fanfara sono falsati da una disperazione immortale. Ah, poi la voce di Carmelo Bene che pronuncia la parola “ossessione” è qualcosa che lusinga l’anima dopo un gran dolore.“In verità la vita è troppo breve”, ma quanto è l’onere da trascinarsi addosso! E quelle antenne sui tetti di Milano sembrano l’estremo grido degli uomini prima di fuggire nel Silenzio. Immagini suggestive, che provocano un contorcimento di sentire: come la sfera scorazza nel piumone scuro di Ritratto di un telefonino, così il caos primigenio che mi abita si accartoccia su sè stesso e... tremo: questo genera Farina nei giorni che non mollano quella morsa che ti stringe la gola e i polsi...e anche le caviglie.
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Quella sfera custodita, sospesa, pulsante, rotolante, brutale è erotica. E’ un pensiero erotico che si snoda, come una matassa. Che incontra una lingua affamata e sprigiona un dramma terrificante: non ha sapore, non ha odore, non ha umore. E’ un marchingegno funesto di plastica e intermittenza. Un’illusione degli occhi, una virtuale carezza che non sarà mai virtuosismo di corpi. I gemiti che si intersecano alla fanfara sono falsati da una disperazione immortale. Ah, poi la voce di Carmelo Bene che pronuncia la parola “ossessione” è qualcosa che lusinga l’anima dopo un gran dolore.“In verità la vita è troppo breve”, ma quanto è l’onere da trascinarsi addosso! E quelle antenne sui tetti di Milano sembrano l’estremo grido degli uomini prima di fuggire nel Silenzio.
Immagini suggestive, che provocano un contorcimento di sentire: come la sfera scorazza nel piumone scuro di Ritratto di un telefonino, così il caos primigenio che mi abita si accartoccia su sè stesso e... tremo: questo genera Farina nei giorni che non mollano quella morsa che ti stringe la gola e i polsi...e anche le caviglie.
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