domenica 9 ottobre 2011

ASTROKILLER

Ci sono vastità socchiuse, vastità che si spalancano
all'improvviso. Un colpo di vento, un colpo al cuore.
Ero un uomo romantico, odiavo chi aveva osato
calpestare la luna, volevo essere un killer di astronauti.
Avrei salvato dall'effetto serra solo le rose, le rose.

Poi il mio sangue è sbocciato nell'universo, nutrivo
le ferite con le lame più preziose, ed ero felice.
Maestosa leggerezza di chi ama, di chi non sa che
farsene di un cielo che non conosce il sapore delle
radici,  e se chiudevo gli occhi non c'era il buio.

Ora i confini del mio corpo si sono ritirati dal tuo,
ma non riesco a chiamare solitudine questa cicatrice
che nasconde il tuo nome, non posso chiamare
solitudine questo silenzio che viene dopo la tua voce,
questo vuoto che riconosce l'antica forma di un

amore perduto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ho rischiato di morire. Mi ha tolto il fiato, ma per fortuna sono ancora qui.
Mi chiedo cosa sarei senza le tue poesie che mi fanno assumere nuove consapevolezze, nuove forme di amore, nuove forme di dolore, di emozione.
Cosa sarei?

Bocca