Faccio esperimenti con la cenere.
Ho inventato una matematica oscura,
equazioni d'ombra, logaritimi fluidi,
e radici quadrate nelle foreste azzurre.
Scompongo il desiderio in atomi
di abbandono, davanti a una donna
burrosa cedo al colesterolo di una
pericolosa attrazione, e cerco varchi
nell'acciaio, una quiete di burrasca
seduce il mio respiro quando amo.
Un fascio di nervi in lotta con un fascio
di luce, questo è il mio destino.
Una malattia, l'epidemia di un attimo,
un furore infantile, mi inginocchio
solo per scavare nella terra, alla ricerca
di un dio di fango, divorato dai vermi,
un dio umano, e prego sul baratro,
in un vortice di ferite accese.
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