domenica 27 giugno 2010

PENSIERI CAPOVOLTI


José Bergamìn scrive: "e un popolo, come un uomo, non esiste
che quando pensa". Quindi mi viene da dire che il popolo
italiano non esiste, perché è chiaro che il popolo italiano non
pensa, è impensabile che il popolo italiano pensi! O no?

*

Almeno nella caverna di Platone l'uomo si ingannava con
qualcosa di reale: le ombre. Ora non ci sono più nemmeno
le ombre ma i pixel. Un'esistenza digitale fatta di nulla.

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Per onestà, non intellettuale ma ontologica, dovremmo
farci tutti seppellire con il telecomando in mano.
Il digitale terrestre merita il morso dei vermi proprio
perché è terrestre. Ma sarà difficile cambiare canale.

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In Shakespeare ho trovato questo concetto esaltante e
sconvolgente:uccidersi per legittima difesa!
Ognuno di noi è il peggior nemico di se stesso.
Chi leva la mano su stesso dunque abbatte un nemico.

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Huizinga scrive che "la cultura deve avere un indirizzo
metafisico o non è cultura". Ma l'osso spolpato di una
bella bistecca si può considerare metafisica? Per me la
risposta è affermativa, tutto ciò che è spolpato fa parte
della metafisica, la metafisica è per sua essenza carnivora.

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Il tempo sfigura i mediocri, ma trasfigura gli spiriti eletti.

*

Ci siamo ridotti a essere appendici di carne di un
elettrodomestico. Il televisore è un'evoluzione
dell'aspirapolvere: aspira la mente e lo spirito.

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Che cosa è veramente vivere? Un trailer della morte?
Una sintesi di polvere, macerie e musica?
Un interrogativo sul ciglio di un burrone dove ogni
risposta non può che precipitare?

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