venerdì 11 giugno 2010

LA CICATRICE


Posso fare a meno delle statue carnivore, quelle
che nelle piazze notturne ti mangiano e poi sputano
la tua ombra sul selciato, lasciandoti una strana
sensazione di benessere, disincarnato e lieve.

Posso fare a meno delle voci infantili che la mattina
scardinano le finestre, e gettano semi celesti
sulla mia pelle fertile, sciogliendo gli oscuri grovigli
di un'anima dedita all'agonia circolare del vuoto.

Posso fare a meno delle preghiere, degli specchi che
riflettono solo l'assenza, posso anche fare a meno di
questo presente, così isterico e lancinante, ma solo se
tu sei al mio fianco, come una cicatrice vivente che

non ha bisogno della memoria per essere un ricordo.

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