mercoledì 16 aprile 2008

IL DISINCANTO GLOBALIZZATO

Mozart, Giuseppe Verdi, musica celtica, Baglioni.
Ora in Posta si possono acquistare cd musicali,
e non solo, anche dvd e libri. A quando le pentole?
Si disquisisce sull'estensione vocale della Callas
tra un vaglia, una multa, una spedizione prioritaria.
E le attese si fanno sempre più estenuanti. Cerco
di non lamentarmi, trovo odiose le persone che si
lamentano di perdere tempo in Posta, per quanto
mi riguarda vivere è essenzialmente "perdere tempo",
e non ritengo la Posta un luogo adatto per criticare
la struttura stessa dell'Essere. Cerco invece di farmi
il quadro piscologico di chi compra Il Nabucco
allo sportello di una Posta. Il quadro non è lusinghiero.
Viviamo in un mondo ormai esploso, senza punti di
riferimento, un mondo di mescolanze impensabili, di
accostamenti assurdi e incompatibili, di contesti
sovrapposti, c'è una "profanizzazione" del rito, del
sacro, della "cosa giusta al posto giusto", tutto
deve essere a portata di mano, subito, senza la
mediazione salvifica del tempo, mediazione necessaria,
imprescindibile, senza la quale l'imbarbarimento
dilaga e offusca le menti, confonde i piani percettivi.
Mozart dovrebbe essere lontanissimo da un timbro
postale, anche Giuseppe Verdi. Per Baglioni posso
fare un'eccezione. Se andiamo avanti di questo passo
è legittimo aspettarsi di trovare un banco ortofrutta
al catasto, un negozio di articoli erotici alle
pompe funebri, e perché no? Un elefante nella
cristalleria del disincanto globalizzato.





1 commento:

Anonimo ha detto...

Con Berlusconi al governo quanto hai detto sarà purtroppo una profezia!
Abbasso i self-made men e gli imprenditori di se stessi!

Guido