lunedì 22 marzo 2021

CAPITA

Capita di svegliarmi al mattino, mi capita di solito
quando non sono morto durante la notte, e mi sveglio
come se nulla fosse, anche se il nulla c'è, e mi manda
lettere sul cuscino bianco, e capita di non trovarti al
mio fianco, e subito sento come una ferita, una ferita
al fianco. O forse è una fitta, sì, è una fitta al fianco
perché non c'è sangue, ma solo un dolore acuto che
mi strazia e mi conduce davanti allo specchio della mia
solitudine, rettifico: della solitudine. Non è mia, è di
tutti, questa solitudine che mi fissa con i miei occhi,
ma sono gli occhi eterni di ogni solitudine, uguale
a quella dei castori e anche delle formiche, perché ci
sono formicai soli, soli, eternamente soli e brulicanti
di solitudine, operosi di solitudine, instancabili.
E quando capita che questo letto finto che in realtà
è un divano, che questo letto finto mi getti addosso
la verità della tua assenza, quando capita questo, e le
mie interiora sono un guizzo di meteoriti infrante,
e le mie mani non sanno su chi posarsi o su cosa, e
la mia mente è stregata dal dio dei dentifrici e del
sapone liquido, quando capita questo mi sento un poeta.
E tu, la mia musa, so già che stai ridendo...

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