sabato 14 aprile 2018

PER ANNA

Anna, se mi togli la possibilità di filmare le persone per strada, anche a loro insaputa,
mi togli l'essenza del mio modo di essere e di filmare, io sono un ladro, rubare è un
atto creativo fondamentale, sei mai stata a una mostra fotografica? Pensi che tutte le
fotografie scattate per strada siano state fatte previa autorizzazione? Non è così. Un
autore non deve porsi questi limiti, deve trasgredire, un artista non è un geometra.
Filmare o fotografare in contesti pubblici comunque non è un reato, il problema è
nell'uso che si fa di queste immagini. Per quanto mi riguarda ho la coscienza a posto.
Immagino un figlio/a o un nipote che per caso ritrova una persona amata in un mio
film, che regalo! Pensaci. In fondo queste persone vengono "inserite" in un film
che ha delle ambizioni poetiche, raramente filmo per sfottere gli altri, a volte è
capitato, ma sempre con ironia, spesso e volentieri filmo per raccontare gli altri, e
gli altri sono colti nella loro spontaneità, cosa alla quale tengo molto, l'atto di spiare
non è spionistico in questo caso, non c'è nulla di morboso, almeno credo, è un
atto d'amore per chi mi circonda. Il volto di una donna alla fermata di un autobus
mi sembra una perla da raccogliere, perché dovrei castrare questo mio desiderio?
Perché non è gentile o educato? Sarebbe più gentile restare indifferenti? Dovrei
ogni volta chiedere il permesso? Così non sarei un autore, sarei solo un burocrate.
E io non sono un burocrate.

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