lunedì 23 aprile 2018

METEOR MAN

Ve lo ricordate? Uno dei miei ritratti preferiti. A proposito dell'angoscia sul lavoro.
Dedicato a KAT.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie signor Farina, Meteor Man e' davvero fantastico...una perla rara incastonata nella quotidianita ...ma lui non mi sembra per nulla angosciato perché è vivo, e trasforma in gioia e profumo anche il pesce morto e puzzolente! I suoi video mi piacciono di più di quelli di Agosti, perché ci trovo un' empatia, un'ironia e sono scevri da giudizi...tutto qui!!

Anonimo ha detto...

Kat

Paoly ha detto...

Riccardo,
questo ritratto è bellissimo, splendido. Una perla (che sta appunto in una conchiglia di pesce).
Eh si, purtroppo sempre più spesso chi si laurea è costretto a fare tutt'altro. A volte anche un lavoro che detesta ma che non può schifare perché non trova altro.
A volte, molto raramente però, capita di scoprire un lavoro che paradossalmente finisci per amare più di quello che credevi il sogno della tua vita. A me è successo. Due volte. Uno è stato il mio ultimo lavoro, quello che poi vorrei ricominciare a fare. Mai avrei pensato di innamorarmi dei fiori, per di più recisi, e non immaginavo cosa fosse l'arte floreale. Ho visto un libro fotografico, le immagini dei grandi maestri e maestre, l'ikebana... che meraviglia! Così, di punto in bianco, ho fatto il primo corso. Ne ero stata fortemente attratta e decisi di farlo. Punto E spesi un botto, dovevo pure soggiornare e pagare un albergo, perché il corso era altrove... in Italia non è quasi conosciuto il mio lavoro. E fu amore. Vero amore Servono due/tre anni per conseguire il primo titolo, lavorando e studiando. Ed io che pensavo bastasse un po' di applicazione, pensando che la creatività facesse poi la differenza. Sto cazzo! Servono anni ed anni per specializzarsi sempre più approfonditamente e se lo fai davvero seriamente, ma soprattutto per amore... seguiresti stages per tutta la vita. Purtroppo i corsi, i master, gli stages costano moltissimo. Tanti tanti soldi. Troppi per me. Anche solo uno stages ti svuota il portafoglio, se lasci che ti paghino una miseria, come una scema come me appunto. Perché la materia è costosissima ed i maestri davvero talentuosi in Italia, molti provenienti in verità dal nord Europa, culla dell'arte floreale, sono ancora pochini, indi si fanno pagare emolto salato. Passavo anche quindici ore, a volte, ma raramente, in piedi, girando continuamente attorno ad un tavolo. Dimenticavo di mangiare... di bere però no. Ti disidrati parecchio dopo ore che lavori. Ma sarei andata avanti ancora, nonostante il male di schiena, le mani malridotte... una droga, ne godevo immensamente. Se il lavoro finiva troppo presto allora dovevo fare qualcosa per me, col reciso o le piante rimasti. A parte i prodotti base, tanti e costosi peraltro, trovi, che so, un rametto contorto sulla spiaggia, te lo prendi. Un pezzetto di legno particolare, e te lo prendi, un sasso, una molletta di legno per stendere, un ramo per fare struttura (e devi trovare un modo esteticamente bello è andato al contestoper tenerlo in piedi), per tutto ciò che attira la tua attenzione, tornerà di certo utile al momento giusto.
Il secondo, e sarebbe stato anche peggio il mio delirio di piacere nel lavoro, la fotografia. Ma quella per me resterà sempre soltanto piacere tuto personale, non si vende. L'ho capito velocemente in Accademia... litigavo ferocemente col mio amato/odiato maestro che si incazzava come una iena fatta di cocaina (in effetti secondo me...). Il food non mi piace proprio...Invece lo fai, e le tue foto fanno schifo al mio bel cazzo (ed era un suo esprimersi carino, non volgare) quindi le rifai! A me ed a pochi altri chiedeva di rifarle, anche dandoci le chiavi dell'Accademia per restare la sera, da soli. Oppure lui si fermava e ci controllava, tanto era uncazzato o non aveva nulla di piacevole da fare. Non fotograferò mai un'arma. E invce lo farai se devi! No, mai! E allora scordati di fare la fotografa, carina... i rospi si ingoiano giù e tutti, come un cazzo. Cosa che so che ti piace fare. Una volta mi disse questo, tanto per far capire. Che idillio di espressività. A volte però, sempre con pochi o da soli... era un poeta unico al mondo. Il suo fascino oltre ogni confine. E gli si perdonava tutte le offese ricevute. No, può essere un lavoro.

riccardofarina69 ha detto...

Perché non unisci le due cose e inizi a fare foto a tutti i fiori del mondo? Da quelli nei cimiteri a quelli nei campi non santi?

Paoly ha detto...

Lo faccio già. E adoro i bei cimiteri. Nell'ultimo viaggio a Parigi (credo che a Parigi ci vivrei, si) ho passato giorni a fotografare i cimiteri più belli. Ed a rendere saluto a tutti gli amori sepolti... Quanto è triste la piccola tomba di Baudelaire? Le ho dato un bacio con una stretta al cuore che... vabbè. Quella di Oscar Wilde invece... un tripudio. La più bella e naturalmente stravagante. E tutti gli altri/e. Quanti gli artisti evscrittori morti a Parigi? Numero insuperabile.
Ma... per me i fiori sono materia di lavoro. Un po' come per un pittore i colori. A me piace lavorare con fiori in un contesto, essi sono una delle parti, spesso nemmeno la più importante. A me piace creare, creare strutture per i fiori, ciò che immagino e mi punto di rendere, almeno in parte, reale... esprimermi, offrire un significato. Certo ci sono fiori che amo e che vorrei avere ogni giorno in casa, in un semplice vaso. Le peonie (mi fanno impazzire), le rose inglesi ma soltanto le inglesi, meraviglia assoluta (la rosa che si vende da noi mi risulta, tranne in pochi casi, banale e piuttosto insulsa. Ma la rosa inglese da noi va prenotata in buon anticipo, ed al pubblico arriva a costare, dai 7/9 euro agli 11/12 euro l'una. Le rose inglesi piante intere invece hanno un prezzo abbordabile, un po' più care ma si può tranquillamente. E le ortensie, il delphinium...
Devi sapere, e chi non ci lavora non può saperlo, che esistono moltissimi tipi di classi e sottoclassi per moltissimi fiori. Ed ogni singola varietà di fiore, creato per lo più dall'uomo, ha un nome. Spesso il nome di un'artista o donna famosa, o nomi molto particolari, o di persone care a chi ha creato quella singola varietà (come spesso per le rose inglesi più famose)... quindi quando li compri , e per me era il top del piacere andare a comprare fiori di persona al magazzino, dai direttamente il nome (ad esempio: vorrei venti Red Naomi. Un tipo di rosa rossa. Infiniti i tipi di rose rosse, ed i loro nomi, in tutto il mondo). Geli nelle celle frigorifere ma ne vale la pena! Ma era una rovina, finivo per spendere sempre troppo, a volte troppo troppo.
Quindi, quando compri un fiore sappi che quello è in verità un tipo di quel fiore ed ha un nome. Il suo nome. Praticamente tutti i fiori in commercio hanno un nome. Non è bellissimo?
E per quanto riguarda la fotografia... il mio sogno era il reportage (sarei andata pure in paesi di guerra se fosse stato il mio lavoro, ovunque). Ma pare fossi già troppo vecchia per intraprendere quel lungo cammino. Mi piace soprattutto la fotografia di strada. Fotografare le persone, la loro vita in quell'istante preciso, il contesto in cui vivono, cogliere un'azione ben precisa... Oppure la natura, elaborata però nella mia mente, dandole un preciso significato. La paesaggistica no, in genere no, mi annoia e parecchio. Certo quella di uno come Salgado è pura meraviglia ma... chi arriva a quei livelli? Pochi pochissimi. Suvvia.
Perciò... unire le due cose è piacevole ma in ognuna delle due cose io cerco altro.

rickyfarina ha detto...


Ansel Adams ti piace?

Paoly ha detto...

Il maestro di tutti, o no? Incredibile ciò che riuscì a cogliere e fare coi mezzi di allora, pensando a quelli di oggi. Quanti km avrà percorso Ansel Adams nella sua vita? Portandosi in groppa tutta l'attrezzatura?! Pazzo scatenato! Dicono che a volte rimanesse per giorni fermo di fronte ad un paesaggio solo, con la sua tenda dietro le spalle, attenendo la luce perfetta, quella che per lui era perfetta per quel paesaggio. E poi facesse i suoi scatti e via.
Salgado è in vita, e lo amo moltissimo come stupendo fotografo e come uomo. E soprattutto per il fatto che passi dalla paesaggista all'essere umano, con pari capacità e sensibilità. L'ultima sua mostra che ho visto a Genova, Genesis, è stata... magnifica, quasi miracolosa oserei dire. Dedica la sua vita alla fotografia (ed ha la sua bella età per fare ancora certe cose, in condizioni estreme. Come farà poi... mah) e all'impegno sociale vero, per la salvaguardia della natura e dell'essere umano che la abita. Ad esempio, essendo diventato famoso e quindi molto ricco, ha comprato ettari in quantità molto molto elevata pare, di terreno in Amazzonia, al fine di proteggerla dall'essere umano. E chi la abita. Una volta ho paraculatamente seguito una sua conferenza. Uomo davvero bello, quanta dolcezza nel suo viso, nella sua voce... forse per tutta la bellezza che vede, e poi immortala?

riccardofarina69 ha detto...

Certo che viene la curiosità di vedere i tuoi scatti...avara!

Paoly ha detto...

Riccardo... scatto poco, pochissimo da qualche anno.
Perché? Perché sono perfezionista e mi castro (anche se non ho le giuggiole in effetti) da sola. Prima scattavo ogni giorno. Per ore. Se non scatti ogni giorno, o quasi.. anche solo un paio di ore, perdi la mano. E ti ci rivuole un po' di tempo per ritrovarla. Dandoci sotto. E sono una che spesso si fa molto male da sola. O le foto sono, a mio avviso, e dell'opinione degli altri in genere me ne frego, decenti oppure butto, nel senso che le elimino. Non esistono più. Un giorno ero particolarmente... presa molto male? Ho cancellato tutte le fotografie di tre/quattro anni. Quelle da me ritenute decenti, ovviamente. Tutte. Facevano schifo. Cioè migliaia, non so quante. Quando sono tornata in me... è stato uno shock piuttosto grave. Ho avuto fisicamente un malessere. Ma oramai... c'è chi non è matto matto.
E tecnicamente sono ancora indietro, a mio parere ma ritengo di essere obiettiva su questo, non maniaca. A questo debbo porre rimedio da me. Ho lasciato troppo presto l'Accademia. Soprattutto grazie al mio maestro, per un incomprensibile feroce astio verso di me... piovuto un bel giorno dal cielo. Mai spiegato il perché. Come avrei potuto fare a continuare? Credo comunque che il mio maestro avesse visto in me, del tutto ignara di ogni nozione, il potenziale creativo, l'alto sentire estetico (e lui era un maniaco esteta), e il mio sapermi muovere come art buyer. Il mio saper trovare e scegliere sempre il meglio, il Bello. Il bello a colpo d'occhio. Cosa per lui fondamentale, importantissima. E non mi facevo piegare, mai. Rispondevo, possibilmente non volgarmente, a tono. Spesso lo zittivo, con lui le battute piazzate mi venivano bene, mi ispirava, e spesso lasciava andare lui. Ma soprattutto sapevo che mai avrei ceduto a certi compromessi, per me eticamente e moralmente inaccettabili. Ed erano troppi i compromessi per me inaccettabili. Ne basta anche uno per perdere il lavoro... così pare, lui diceva questo.
E il lavoro fu per un paio di anni massacrante.
E per un paio d'anni a me o al mio uomo accadde di tutto, anche cose direi tragiche. Lui ne uscì presto, io no. Affatto.
Ora ho intenzione di ripartire, da zero. E di non eliminare più le fotografie... a mio insindacabile giudizio.
Ma credo di aver fatto "ultimamente" qualcosa di decente a Parigi, in due viaggi separati, all'isola di Ponza, in Egitto, e qualcosa che non mi sovviene.
Ma in effetti, l'ultimo viaggio a Parigi... non si trova più la mia chiavetta, ed è anche su quella del mio uomo ma si è rotta. E non la fa riparare perché vuol far da se', e non spendere troppi secondo lui soldi, testardo pezzo di idiota. Me la devo far dare con le cattive, per forza. Ed un pezzo di lavoro, per altro ritengo decente... si è rotta la chiavetta datami dal mio uomo, sottomarca di infima categoria... lo ignoravo. E così la vuol riparare da se'. E me la devo fare dare con le cattive.
E non riesco a reinstallare il mio Photoshop sul nuovo pc. Metto le mille chiavi di accesso, poi non mi fa continuare. Un dramma. E il mio uomo con la Apple non ci vuole avere a che fare, per principio suo, non la sopporta. Indi non mi aiuta. E non riesco a trovare un contatto telefonico con Adobe.
In ogni caso non potrei per ora lavorarci giusto un minimo, sarebbero nude e crude.
Avara... quando mai li hai chiesti?! Mah.

riccardofarina69 ha detto...

Spediscimi qualcosa di Parigi e dell'Egitto, due posti che amo.
Al Cairo è nato e vissuto papà, a Parigi Baudelaire e Truffaut.

Paoly ha detto...

Nato e vissuto Al Cairo?! Ma quante peculiarità nella tua saga famigliare!
Credo provvederò. Forse. Il "forse" deriva dal fatto che, in merito alle mie fotografie, mostrarle a chi non conosco bene dipende da come mi gira.
Perché la mia autostima in linea generale non sale quasi mai sopra lo zero? Il perfezionismo genera idioti. Ma credo che la verità stia nel fatto che... insomma, non è come mostrare i piedi senza calzini... sono molto molto pudica con esse. Perché dentro di esse si può scorgere, a volte persino leggere (dipende da chi legge), parte di me. E non mi risulta così facile accettarlo. Sempre che chi hai davanti non sia Andrea Scanzi. E allora... dentro le calze i pedini e fuori le fotografie subito! Ma tu offri molto senza chiedere nulla in cambio, quindi credo sia più che giusto offrire un mignolino di piede. E non mi sembra peraltro che tu assomigli un granché ad Andrea Scanzi. Eccentricità a parte, in quella siete quasi gemelli eterozigoti... vabbè.
In ogni caso, ogni volta che le condivido, chiedo solo in cambio la promessa, e quindi suppongo l'assoluta certezza, che non verranno mai condivise o anche solo viste da/con nessun altro senza prima di chiedere il mio consenso. Per me è soprattutto fondamentale questo.
Buona Liberazione!