venerdì 4 dicembre 2015

IL VOLTO DELLA MADRE

Mi ricordo il mio insegnante di ginnastica alle medie, un bel 
ragazzo tutto riccioli, un volto onesto, e una malinconia diffusa.
Si chiamava Mazzarella, se non ricordo male. Un giorno volle
leggere un mio tema, non ricordo il motivo, dopo averlo letto
mi disse : " Devi continuare, devi comunicare agli altri il tuo
mondo ". Non fu la professoressa di lettere a dirmelo, fu lui.
A volte mi domando: " Perché continuo a esprimermi? ".
La risposta è semplice: mi sentirei soffocare se non lo facessi.
In questa esigenza si nascondono anche altre motivazioni,
forse meno nobili, non lo so. Egocentrismo? Narcisismo?
Mi riesce difficile aderire a questi termini, tutto quello che
scrivo e filmo è frutto di una ricognizione interiore, di una
immersione nelle profondità del mio essere, e quando filmo
il mio volto è per cercare di afferrare me stesso, per cogliermi
in flagranza d'identità, e puntualmente mi perdo, mi sfugge
il senso del mio volto, la sua vera natura è imprendibile.
La stessa cosa avviene quando faccio i videoritratti, anche
il volto dell'altro mi sfugge, e forse cerco un riflesso del mio
volto in quello dell'altro. Il senso è allora una costante
ricerca, ricerco una verità che per sua natura è sfuggente.
Sento che non voglio tradire la verità, voglio essere leale.
Provate a fare un esperimento, avvicinatevi a un volto
che amate, che conoscete, il volto di una madre, di un
padre, di un amico caro. Potete dire di conoscerlo nella
sua essenza? Lo guardate con purezza o nel vostro modo
di vedere c'è già una struttura, una griglia, un filtro?
Forse il senso ultimo del mio percorso è questo: guardare
il volto di mia madre e vedere una sconosciuta.
Mi sembra il gesto d'amore più bello, continuare a cercare
sorgenti d'ignoto, anche nel volto della propria madre.
Questo non è egocentrismo, non è narcisismo, è purezza.
Oso dire : cerco la purezza. Sempre. Con lealtà.

13 commenti:

Unknown ha detto...

Una cosa è certa, la verità non si troverà mai con una telecamera in mano, davanti lo schermo, perché la verità implica innanzitutto conoscenza profonda, e se si cerca la verita del senso di un volto essa sfuggira sempre in un videoritratto che si guarda attraverso lo schermo, poiché le persone sono energia, lo dice anche l'etimologia della parola persona che vuol dire risuonare attraverso onde energetiche che vibrano solo nello spazio contingente e non virtuale, quindi attraverso l'energia fisica nello spazio reale le persone creano empatia, che è il sentimento necessario e fondamentale affinché i soggetti entrino in relazione attiva.E tutto ciò viene perso quando tra due esseri si antepone uno o uno schermo, o una video camera che aliena lo sguardo diretto degli occhi.Quindi la relazione, lempatia, i sentimenti benevoli, cioè il sentire dell'altro, i suoi bisogni, ma anche il suo essere, ls sua purezza, la sua onestà, quindi la verità, saranno sempre negati.Non comprendo molto il discorso sulla ricerca di una sconosciuta sul volto di una madre, perché essere madre è una condizione non di conoscenza ma di simbiosi genetica col figlio.Non so.

rickyfarina ha detto...


Ti sbagli Silvia. Ora posto un video ritratto al pittore Ligabue. E capirai che ti sbagli.
Un video può cogliere l'anima, come un quadro.

attimiespazi ha detto...

io, invece, sono sostanzialmente d'accordo con Ricky.
più passa il tempo e più guardo mia madre come un ente a sé ed ogni volta ne scopro sfumature che la rendono ancor più individuo staccato da quel cordone ombelicale che ne offusca un po' la visione; la vedo nelle sue intimità di pensiero, slegata dal suo ruolo e le chiedo del suo passato, di quando era bambina, delle sue paure e dei suoi sogni non realizzati.. penso che sia un mio modo di amarla e la vedo bambina e mi fa tenerezza..
riguardo ai filmati ho avuto esperienza diretta nel dedicare un "video-ritratto" ad una persona che ho incontrato su YT, seguendo un suggerimento e le impronte di RF, e posso garantire che quando si montano le immagini c'è un tale riversamenteo di amore verso la persona a cui si dedicano scene e musiche che è davvero difficile descrivere. naturalmente, ciò è legato alla passione di creare videoclip e all'attenzione verso le persone e i loro micromondi.
Lo scrivere,invece, è un buttare fuori anima, quell'anima che si gonfia di sentimenti talmente ingombranti che non si riesce più a trattenere.

insomma, Ricky lo sento molto affine a me sotto questi punti di vista e penso di comprendere benissimo i messaggi che lancia attraverso le sue parole e le sue immagini che sono pregne di amore, passione e poesia.
per me lui è un grande perchè riesce ad esprimere se stesso attraverso l'arte delle immagini e delle parole e ne fa dono al mondo, così, con naturalezza e semplicità. senza troppi ghirigori, rispettando il suo essere.
come faccio anche io, nel mio piccolissimo mondo.

.attimi

-farinomane- ha detto...

Le cose si vedono meglio alla giusta distanza. La verità é sempre troppo vicina per poterla scoprire tutta. L'obiettività di uno strumento come una foto/videocamera paradossalmente a volte può aiutare a vedere. Ma la verità a mio parere non ha niente a che vedere con l'etica o l'estetica. Può salvare così come può uccidere.

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...

Si parla di cogliere l'anima attraveso una semplice immagine o video, ma cose si intende per anima, perché credo che il concetto dell' anima di una persona si estenda e vada oltre una semplice foto o immagine o una sequenza in successione di fotogrammi come un video che è rafgigurazione, non conoscenza, per me, perché l'anima per me è l'insieme delle facoltà dell'uomo che costituiscono la coscienza, quindi per conoscere l'anima di una persona è necessaria la conoscenza della persona diretta nei fatti e dilatata nel tempo.Per questo considero un video, o uno stesso quadro autoritratto, solo un mezzo divulgativo, rappresentativo, cioe che presenta e non un mezzo di conoscenza relazionale, e come dicevo prima la vera conoscenza dell altro si attua nella realta dei fatti nel tempo, parafrasando è come dire che vedo due elettrodi, so che esistono, ma solo se gli elettrodi verrano messi in contatto esisterà flusso di ioni, cioe relazione. Quindi vedere Ligabue si mostra la sua persona, ma non possiamo giungere alla conoscenza della sua anima, pensarlo sarebbe molto per me presuntuoso, per questo sono contraria anche ai commenti, per esempio, che fa la tua amica Medea su Facebook, li trovo molto presuntuosi nel dire cose su persone che non si posso conoscere veramente, tutto il resto per me è solo sentimentalismo, romanticismo, mitologia, suggestione molto puerile, ciao.


attimiespazi ha detto...

Perdonami Silvia, ma mi lascia un po' perplessa la tua concezione di anima visto che sei all'interno di un percorso di fede a cui spesso hai fatto riferimento.. non capisco..

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...

Ciao Attimi, si parlava di cogliere l'anima, o il senso di un volto in un video ritratto, ed ho espresso al riguardo per me cosa voglia dire cogliere l'anima nel senso di conoscenza di fattori della persona che si possono solo attuare attraverso legami relazionali nella realtà, altro discorso invece sono, per esempio, i documentari, dove vengono fornite informazioni e quindi maggiori elementi conoscitivi della persona, per evitare proprio interpretazioni ingannevoli, autonome perche sotto la spinta della suggestione personale e quindi anche ingannevole. Magari, Attimi, se chiarisci la tua perplessità mostrando dove hai notato una mia incongruenza posso spiegare meglio, ciao, ora vado, a dopo.

attimiespazi ha detto...


pensavo al fatto che attraverso un'iconografia di Gesù, per esempio, si può cogliere l'anima del suo messaggio, o no? senza per questo averlo conosciuto direttamente.
non ti è mai capitato di sentir vibrare dentro di te una corda sconosciuta che ti svela l'essenza di una persona anche solo incrociando i suoi occhi o sentendo la sua voce o attraverso altri piccoli dettagli?
e allora, forse, bisogna parlare di essenza, della pura essenza che la nostra sensibilità può scorgere in una fotografia, in uno scritto, in un video, in un quadro, in una scultura, in un componimento musicale che un artista svela agli altri e rende visibile a tutti. la stessa cosa penso che accada con le persone. lo strumento che abbiamo per cogliere l'essenza delle cose e di ciò che ci capita intorno è una sensibilità che portiamo tutti dentro di noi, nelle nostre anime, fin da bambini con la nostra purezza ma che, crescendo, perdiamo miseramente..

ma, forse stiamo parlando di cose diverse.
forse stiamo facendo confusione..
:-)

.attimi

attimiespazi ha detto...


.. e in un percorso spirituale non viene stimolata questa sensibilità verso la anime altrui? ..

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...

Rispetto la persona, ma, no, Attimi mi spiace, non mi è capitato quel genere di sensazione a prima vista che tu hai descritto, perché senza una conoscenza vera nei fatti delle qualità morali, etiche difficilmente provo emozioni come empatia ecc.., tra l'altro le delusioni che gli altri procurano hanno effetto uguale e contrario purtroppo, proprio sulla mia stessa anima, dove evidentemente è iscritta la legge morale, quindi la delusione, ll'amarezza, la tristezza sono un radar e non centra la purezza, è altra faccenda, perché avere consapevolezza sia del bene che del male è l'esperienza nel tempo e nei fatti che ti fa gioire o star male,ciao,.