domenica 7 giugno 2015

POESIA STRAVOLTA

Calore. Uova fresche ingoiate da vulcani.
Nel frigorifero l'eco del mio cadavere.
Non esco di casa, uscire è da folli.
Farsi animale casalingo e tentare di
resistere a questa giornata infernale.
Con l'aiuto di un piccolo ventilatore e
di una mente vagante nell'ignoto. Oro
colato nelle viscere. Merda dorata.
Anche l'intestino tenue grida e sfida
le putrefazioni solari, e l'indigestione di
una albicocca congelata. Il passato è
passato, banale verità che non ha nulla
di vero, il passato mi scuce continuamente
l'orlo della giacca. E irride il futuro.
Fluente angoscia del sangue, niente mi
libera da questa circolazione interna.
Potrei sognare ghirlande di temporali per
avere uno sbocco, e vomitare il cielo.
Una femmina di creta nella polpa dei miei
desideri. Anche lei morta, fatta di morte,
senza nome, la femmina cadavere, e il
suo assoluto innestato nel mio presente.
Ora, ora, potrei darmi vita, e raccogliere
rugiada dai vulcani, se solo lo volessi.

1 commento:

-farinomane- ha detto...

...se fosse l'incipit di un romanzo comprerei subito il libro.