giovedì 4 giugno 2015

Mi è venuta voglia...


Mi è venuta voglia di scrivere una poesia questa notte,
invece di andare a puttane, invece di un pompino una
bella poesia da eiaculare nel mondo digitale, perché no?
Sublimare, sublimare, caro Riccardo, altrimenti mamma 
si arrabbia, i soldi volano via, e tu poi resti senza un
quattrino. Cristo, ho le palle che oscillano nel vuoto e
ho paura della morte, della vita, dell'amore, di tutto,
tranne che delle puttane. Sono così gentili, così affabili,
così tettone! E succhiano che è una meraviglia, anche
a pelle, senza preservativo. Mi è venuta voglia di scopare,
di una sega, di un pompino, di una sega pompinata,
mi è venuta voglia di non scrivere più questa poesia e
di chiamare una puttana al telefono. No, Riccardo, no.
Trattieniti. La continenza, devi sublimare, sublimare.
Ma che cazzo me ne fotte di sublimare? Sublimare è da
stronzi, da coglioni. Già la morte ci sublima in un rantolo
di polvere, e ci ricopre di gelo mortale e infinito.  
Perché? Perché mi sento libero solo con le puttane?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Perche' proteggono la nostra solitudine.
C.

Anonimo ha detto...

Ti senti libero perché non ti devi mettere in discussione, perché non si aspettano nulla da te e non pretendono nulla.....a parte i soldi. Con loro non devi confrontarti, non devi metterti a nudo ...nell'anima ed anche se tu lo facessi ...non ci sarebbe problema .....dalle loro orecchie le tue parole scivolerebbero come aliti di vento seguite dagli aliti di vento del cliente successivo. Bel bambino quando ti decidi a risorgere veramente alla vita? Chicca

attimiespazi ha detto...

o siamo noi che sublimiamo la morte? ..

.attimi

Anonimo ha detto...

IL TEMPO



Il tempo mi copre, come un sopracciglio,
il tempo mi lascia e mi riprende
è l'inciso recupero, ventaglio di fantasia.
II tempo è un sorso di storia imprecata, tasca ladra,
tasca soddisfatta di parole e vana,
tenace sentinella di geni sonnambuli,
di acque cotte sul primo acido giovane.
È un latte di consumo a frusta, è il latte della tua polvere
impotente, dal progetto fino alle tue strette membra di
sussurro!
Il tempo è questo vaccino che strazia i dati dell’apparenza,
per noi poveri fringuelli dagli intestini laboriosi,
povere quaglie trafitte,
da questo proiettile, quest'arma inesplorata
dalla mia mente idrofoba.
Il tempo è il colera delle illusioni,
perché se atteso si fa morente, come l'idiozia di una meteora assediata, vincolata alla preghiera,
lui il tempo, grigio sovrano
per anticamere lucide di noia,
lisce di pacifiche intenzioni, concerto di teorie ricucite, il tempo,
stoffa occulta, orinatoio estremo, bonsai, acciuga,
sarago, colibrì, siamo sciolti
per questa prigione, con bave libere,
ma liberi no!
Tempo eterno e piagato, come un taglio sull'odio,
io ti valuto e ti respingo.

orazio poli

attimiespazi ha detto...

oh!
notevole, davvero notevole!
grazie della condivisione Anonimo..
ciao

.attimi

-farinomane- ha detto...

...la libertà costa cara