lunedì 4 maggio 2015

LA CATENELLA

Una mia cara amica dark mi ha detto : " Sai Ricky che ho visto Valeria 
in un locale insieme a un'amica? Mi sono avvicinata, ci siamo salutate,
e l'ho invitata a una cena, e lei era entusiasta, ma non abbiamo parlato
di te...". Ecco, di una donna che hai amato per dieci anni resta questo:
frammenti riferiti da altre persone, messaggeri che non portano pena.
Perché dovrei soffrire ancora? Il tempo passa anche per me, e lascia
uno strato di fango sul cuore. Viaggi, scopate sul divano a lume di
candela, litigi con le lacrime agli occhi, cenette vicino agli abissi, e
promesse soffocate dal nodo di una cravatta aliena, e poi? Poi si
diventa due estranei che hanno un passato in comune, e nulla più.
Conosco l'odore del suo intestino e il sapore dei suoi sorrisi, ma ora
lei è una scheggia nella folla, e basta. Se mi capitasse di incontrarla
che cosa farei? Potrei strozzarla, ma dolcemente, oppure ignorarla
con amore. Ma forse le direi semplicemente : " Stronza, come osi,
come osi ignorarmi? Ignorare chi ha sentito l'odore del tuo intestino?".
E poi tirerei la catenella dell'addio, anche io.

3 commenti:

-farinomane- ha detto...

La vita è uno sciacquone...devi tirare

Anonimo ha detto...

Beh... è una fortuna morire tante volte in una vita: in fondo anche questa è una forma di immortalità - l'immortalità del mai più...

e il nostro cuore nella vertigine del giorno
si perde in culetto rotondo rotondo...

insomma ci vuole un certo senso di scazzo esistenziale per sopportare l'eterno (non) ritorno dell'uguale!

https://www.youtube.com/watch?v=L4GcjdT_jeY

Anonimo ha detto...

Cioè quando si viene dimenticati, si viene scordati per come eravamo in quel momento lì... non si viene mai cancellati tout court... anzi paradossamente è la piccola parte superficiale dimenticata a divenire immortale nella trafigurazione del nostro ricordo che - nell'altro - crediamo, forse a ragione, rimosso o semirimosso... e tutto questo dà in noi la dolcezza di un senso liberatorio di morte... questo senso di morte si lega appunto all'immortalità del "mai più" di cui parlavo sopra...

che stronza la vita!

Luca