''Mi incanta il mormorio di un'ape,
qualcuno mi chiede perchè :
piu' facile è morire che rispondere''.
Questi versi di Emily Dickinson sono sintesi dello stupore che la delicatezza genera nell'anima dell'eleganza: Rita Pescò e i suoi merletti pregiati, le fotografie sbiadite di una bellezza immutata, le pietre gravide di leggerezza, le farfalle dalle ali di pietra. Tutto questo in una casa di bambola, ove ha preso a crescere un'edera che vagamente sa ricordare una capelvenere rigogliosa: è l'immaginifico velo delle Grazie, dai simboli arcani, che questa Signora sembra ricamare con la sua loquace dolcissima placida sensuale manualità classicheggiante.
La fanciulla silenziosa si inerpica tra i ricordi di Madame Pescò. E lei sfoglia la storia: ogni stampa sembra il petalo di un fiore che dà la sua essenza al nettare degli dei. All'arte che ferisce e nobilta e mai si fa garante di placare le emorragie dell'anima in caduta libera.
Sola, con i suoi amori immortali, con quelli scaduti, con gli amori consumati e le verginità multiformi e, forse, toccate appena da una nostalgia. Sola, coi suoi ninnoli, le zie, le bomboniere, un padre, uno zio che diventa ''nipote'' nel trambusto di parole.
Volti amici, respiri armoniosi invadono la sua solitudine zingara, fanno risplendere i suoi ori, destano una sua dissimile confusione. Una classe d'altri tempi. Che sa di paradisi perduti, di giardini segreti. Di rose che spinano nel cuore. Di violacciocche che disturbano il rigore dei sogni di un'antica bambina.
Istantanee di un artista randagio, come quel cane, fedele per civetteria. Una presenza che si respira come un profumo di gelsomino e zagare salmastre, quando piove: la tempesta di Giandante è tutta nello spazio che vibra tra le mani di Roberto e le labbra di Rita. Tra le consonanti liquide di questa signora delle pietre colorate e le note armoniose del generale dei mirabilia da scoprire.
Nove minuti e un pò che volano... come i vestiti di seta delle bambine il giorno della prima comunione.
Nove minuti e un pò che rivelano... il caleidoscopio del sentire che genera un incontro.
Nove minuti e un pò che mostrano... il capolavoro che può nascere dall'amore per la ricerca, dalla sensibilità per la Bellezza, dalla necessità di non lasciare all'oblio quel che può far ricca quest'umanità che ha ceduto al sonno.
Ai fratelli Farina sono grata: per Nori, per Giandante, per Gualerzi, per Costantini. Per Maurizio e la Balena. Per tutto quello che altrimenti non avrei mai saputo.
A Riccardo sono grata per quel che è, per quel che fa e per Roberto.
Madame Pescò è un film ''pieno''. Crepuscolare e, pure, degno dell'aurora. È un film De senectute beata, ma anche De iuventute pulcherrima.
Super. Come te. Che, come un custode d'onde, oscilli tra un babydoll di LaPerla e un verso di Emily che guardava la vita da quella finestra.
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