martedì 18 marzo 2014

LA GRANDE BELLEZZA

Io che conosco a memoria il cinema di Truffaut e che amo il cinema
con tutto me stesso, io faccio questa dichiarazione: preferisco alla
"grande bellezza" di Sorrentino qualsiasi frammento visivo reperibile
su YouTube, anche dei ragazzi che fanno gli stupidi sotto la doccia,
anche il sorriso strappato a una ragazza camminando per strada
con un iPhone, anche la ripresa tremolante di un culo sull'arenile
di Bellaria, c'è più verità e bellezza, più leggerezza e incoscienza,
c'è più Truffaut in due ragazzi che vanno in bicicletta su una 
strada in discesa che in tutto quel rutilante pappone pseudo-
poetico da Oscar! Un film senza genitali, come l'Oscar.

3 commenti:

attimiespazi ha detto...

Io non sono una critica e non ho una grande cultura cinematografica, ma come spettatrice posso dirti questo:
La Grande Bellezza l'ho visto come un amaro affresco di un ceto alto borghese vuoto e svuotante, alla costante ricerca della bellezza interiore che è sfiorita.
Per me è stato come un affacciarsi alla finestra per guardare questo mondo mondano che sembra aver tutto e invece non ha niente di più di qualsiasi altro povero cristiano di questo mondo.
La scenografia puntata furbamente su una preziosissima Roma che da sempre vive nel suo mix di sacro e profano incide molto sulla curiosità visiva dello spettatore, attraendolo invariabilmente. Tre sono le scene che fanno da pilastro a tutto il film: il ballo in discoteca, la scena della giraffa e quella dei fenicotteri.
I dialoghi sono forse un po' sfruttati, ma il messaggio che mi ha trasmesso è stato che la bellezza va ricercata nelle nostre radici, dentro di noi. e se un film riesce a trasmetterti un messaggio è già qualcosa.
Meritava l'oscar? mah, forse non è proprio da oscar ma se gliel'hanno dato, perchè no?

-attimi

rickyfarina ha detto...

Ciao Attimi. "Se vuoi mandare un messaggio spedisci un telegramma, non fare cinema", diceva un produttore americano. E sono d'accordo col produttore. I gusti sono gusti. La scena dei fenicotteri è di una poesia talmente forzata che meglio lasciare perdere, la poesia non deve essere uno "sforzo", non deve essere "apparecchiata" per gli occhi dello spettatore, io mi rifuto di mangiare in un piatto dorato che vuole togliermi la vista della verità con i suoi riflessi, per non parlare della giraffa, no, no, e poi no. ma sono miei gusti. personali. Chaplin ha vinto un oscar ma solo alla carriera, pensa! Che buffonata l'oscar.
Le uniche scene belle secondo me sono quelle di Jep che cammina per Roma, Jep flaneur, sono quelle in cui il dialogo pretenzioso è assente.
E la Ferilli mi ha sorpreso, ma troppo poco.
In questi giorni sono impegnato per lavoro, appena posso seguole istruzioni, speriamo, mi sembrano più complicate dell'Ikea!

RobySan ha detto...

Fatti quarantaquattro risate: qui.