giovedì 6 marzo 2014

IL NASTRO

Stasera mio fratello mi ha fatto 
un regalo prezioso, ha riesumato dal
passato una audiocassetta nella quale 
avevamo registrato messaggi
della nostra segreteria telefonica 
di dieci anni fa. Ci siamo messi ad
ascoltarla in religioso silenzio: 
"ragazzi rispondete, è papà", e papà
non possiamo più abbracciarlo...
" Ricky, Roby, saluti da Militello" la
mamma che ancora possiamo abbracciare,
"casa Melani" la voce di Valeria,
e Valeria non posso più abbracciarla
anche se è viva...
"Luda oggi ha avuto il permesso
di soggiorno, chiamatela le farà piacere"
e questo è il nostro amico Giordano,
"Roberto dove sei? sei caduto
nel sifone?" e questa è Patrizia,
e tante altre voci perdute nel tempo.
Una cassetta, un nastro inciso,
reliquia ardente del nostro vissuto.
Sono tornato a casa camminando,
hanno recintato il parco
con un nastro rosso e bianco,
ci sono passato vicino
quasi a farmi sfiorare il volto
e tremava nel vento.
E anche io tremavo, tremavo
nel vento.

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