Una poesia senza poesia.
Così banale e atroce da essere
indimenticabile.
Una poesia da vergognarsi
perché nuda di se stessa.
Quasi un luogo comune più
che un gioco di metafore.
Un tramonto infuocato, il mare, e
il grido dei gabbiani.
Versi di cartolina da spedire
al lettore sconosciuto.
E anche la notte, le stelle, incise
nelle vertebre.
E perché no? Una luna piena che
frigge come un'aspirina.
Fino a scomparire...
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