L'aforisma è uno dei più raffinati generi letterari.
Per Morandotti è un gioco intellettuale. Una spericolata
acrobazia dello spirito che si nutre di paradossi,
tesi e antitesi. Ma è anche la voluttà di polverizzare
pregiudizi, lo spasso di disfare frasi fatte, la gioia
di contraddire proverbi, la soddisfazione di distruggere
luoghi comuni, e infine:l'ebbrezza di fare piazza pulita
di tutte le superstizioni.
Di seguito vi proponiamo un florilegio delle "minime
di Morandotti".
In apertura viene citato uno spassoso aforisma di
Georg Christoph Lichtenberg.
Come va, disse un cieco a uno storpio.
Come vede, rispose lo storpio.
LE MINIME DI MORANDOTTI
La verità va servita a seconda dei gusti(a me
piace amara).
La verità è che la verità è banale.
L'etica non produce arte.
La realtà va inventata.
L'arte è un inganno che supera in verità
qualunque realtà.
Imitare è più faticoso di creare.
Epitaffio del suicida:veni, vidi, fugi.
Accarezzare un'idea può essere compromettente
al punto di doverla sposare.
La colpa di sentirsi innocente.
Lo scettico non crede neppure nell'aldiqua.
Le tempeste dello spirito fanno impallidire
quelle della natura.
Il Nulla ama assumere le apparenze più svariate
ma il suo travestimento preferito è l'uomo.
Una buona bara deve durare tutta la morte.
Il lettore ha il privilegio di scegliersi gli
scrittori da evitare.
Anche i morti invecchiano.
L'aforisma è la chiusura-lampo del bagaglio
delle esperienze.
Il confidente ideale è quello che non ti ascolta.
Il solitario attrae. Come le isole.
Esistono solo tre fonti di delusioni:passato,
presente e futuro.
Un consiglio che non sia cattivo è un cattivo
consiglio.
Amare tutta l'umanità può riuscire più facile
del tollerare una sola persona.
Uno scrittore davvero privo di vanità
non pubblicherebbe nulla.
L'infelicità toglie la capacità di mentire.
C'è un'arma sola per sconfiggere la realtà.
Ignorarla.
Non si muore. Si cessa soltanto di vivere.
Se sono ancora vivo la spiegazione è una
sola:la morte mi teme.
Amare il prossimo. D'accordo, ma non te:
il prossimo.
Due mezze verità non ne fanno un'intiera.
Se, per errore, leggi un giornale vecchio di
anni, ti sembra quello di oggi.
Tra i passi falsi da cui guardarsi, il più insidioso
è il trapasso.
Non c'è da preoccuparsi per il futuro.
Diventeremo tutti periti.
Affrettarsi all'uscita. E' sempre ora di chiusura.
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