martedì 8 ottobre 2019

CERTE VITE: ROMAIN GARY.

Certe vite lasciano con l'amaro della polvere da sparo in bocca,
come la vita di Romain Gary, scrittore ebreo lituano, nato a Vilnius
nel 1914, si trasferisce in Francia all'età di 13 anni. Nel corso
della sua vita partecipa alla Resistenza francese e viene decorato
con la Legion d'onore, dopo la guerra intraprende la carriera
diplomatica, vive per un certo periodo in California, scrive libri,
con uno vince il Goncourt, più importante premio letterario in Francia,
il libro si intitola Le radici del cielo, e forse per scherzo o per noia
scrive un altro libro sotto pseudonimo (Emile Ajar) e vince per
la seconda volta il premio Goncourt, il libro si intitola La vita
davanti a sé. Unico scrittore al mondo ad avere vinto due volte
questo premio, e per un semplice motivo: lo statuto del premio non
permette a uno scrittore di vincerlo due volte. Ma con uno
pseudonimo tutto è possibile e la beffa è fatta! Nel frattempo
Romain si sposa con una scrittrice e dopo con l'attrice feticcio
della Nouvelle Vague: Jean Seberg, interprete indimenticabile di
Fino all'ultimo respiro di Godard. Con la Seberg nasce un figlio
di nome Alexandre Diego. La Seberg si uccide perché non riesce più
a convivere con i propri nervi e le proprie crisi depressive, e
Romain, pochi anni dopo avere pubblicato il già citato La vita davanti a
sé, esce in strada a Parigi, compra una vestaglia rossa, torna a
casa e si spara in bocca, siamo nel 1980. La vestaglia rossa è
un atto di gentilezza per mimetizzare il sangue, un pensiero
elegante, anche prima di spararsi in bocca, per chi scoprirà il
suo cadavere. Il figlio Alexandre Diego, mamma e papà suicidati, è
diventato uno scrittore, non ho mai letto nulla di suo, sto invece
leggendo La vita davanti a sé del padre, ed è un bellissimo libro.



86 commenti:

attimiespazi ha detto...

ho ascoltato l'intervista.
lo ritengo un sognatore, che nel suo discorsivo, citando Orwell non a caso, aveva intuito già ai suoi tempi a cosa saremmo andati incontro: una società materiale e tecnologica che avrebbe vissuto seguendo codici predeterminati e creati dai mezzi di comunicazione di massa. ho rilevato anche una disillusione per la sua speranza in una società più giusta, e un disappunto per le provocazioni costanti presenti in essa, mettendo l'accento sul suo rifiuto per ogni forma di esaltazione e per i bombardamenti mediatici. il risveglio spirituale che si augurava potesse avvenire, slegato dalle religioni, e strettamente interconnesso alle nuove scoperte scientifiche è stata una previsione che è lentamente già in atto.
doveva essere un uomo dolce e molto sensibile,
troppo sensibile,
tanto da diventare fragilissimo come carta velina..

Anonimo ha detto...

Che abbia vinto due volte il Goncourt non è buon segno.

Anonimo ha detto...

Fragile? Peró la mano gli ha retto, per tenere bene la postola, e non sbagliare il colpo.

Anonimo ha detto...

Ho letto un estratto, di "La vita davanti a sé", frasi troppo corte. Va a sighiozzo. Fa venire il mal di pancia.

Anonimo ha detto...

La postola... Devo cambià occhiale.

attimiespazi ha detto...

non so, caro Freddy,
se ci sia più coraggio nell'affrontare se stessi e la vita con le sue contraddizioni, o suicidarsi
la vita è una sfida..

Anonimo ha detto...

O forse la traduzione fa cagare. Boh

Anonimo ha detto...

Dove si perde sempre alla fine. Non gli andava di aspettare che la morte calasse l'asso. Ha buttato all'aria il mazzo prima. Forse più per orgoglio, che per altro.

attimiespazi ha detto...

all'ultimo piano,nel palazzo in cui abito, mesi fa un fotografo si è impiccato. la notizia ci ha scossi tutti, in un brivido di stupore che fatico a descriverti, anche perché apparentemente lui si mostrava spesso arrogante con chi non gli stava simpatico. si era separato consensualmente dalla sua compagna da pochi mesi ma, sembra che fossero anni che in famiglia mostrasse segni di depressione, e quando una volta lui disse a suo padre che sarebbe andato a comprare la corda con la quale si sarebbe impiccato, presero la frase come una battuta.
lo fece davvero, comprò la corda e un lunedì mattina si impiccò.
:-(

Anonimo ha detto...

Molti non reggono il lunedì. Qui sotto casa, al palazzo accanto, vedevo sempre dei fiori vicino uno dei pali delle altalene. Un giorno ho chiesto a uno di quel palazzo, che portava a spasso il cane, il perché dei fiori. Mi ha detto: "un ragazzo ci si è impiccato, era depresso, per la fine della storia con la donna."... E io "Ah Che idiota, ad ammazzarsi per una!!!" gli ho detto quasi ridendo. "Ma chi era del palazzo? " ho chiesto, e lui "Era mio fratello."....
Ah... Oooopps! 😅

marti64 ha detto...

Una tematica mai affrontata a casa Chisciotte . Bellissimo il tuo
comm attimi, i mali che affliggono questa società dei consumi sono
tanti, la corsa ad essere primi su tutto lascia inevitabilmente
indietro qualcuno che emarginato dalla società arriva a compiere
questi gesti. Casi ci sono stati anche qui da me anni addietro,
molti invece si buttano dal ponte, il Ponte Vecchio, non lascia
scampo

attimiespazi ha detto...

cara Martina,
cercherò di illustrarti in poche parole e a grandi linee come la penso:
la società siamo noi, ci siamo dentro e concorriamo a formarla, noi che (chi più e chi meno) ci mettiamo in competizione per raggiungere status illusori di presunta felicità e realizzazione personale a livello materiale e intellettuale, per soddisfare le nostre piccole grandi vanità.
quando si entra nell'ingranaggio dimentichiamo la nostra vera Essenza che ritengo ben lontana dall'io che costruiamo inconsapevolmente come una maschera per vivere le nostre vite; è un io che si forma con ciò che acquisiamo e ci viene inculcato fin dalla nascita con ciò che vediamo, leggiamo, udiamo. il nostro Essere è sovrastrutturato (ai giorni d'oggi più che mai) e ci chiudiamo in un io falso, mentendo a noi stessi, per seguire il caos tirannico del materialismo, della competizione, della dominazione, della propria affermazione rispetto ad altri in base ad una scala di valori che tende ad annebbiare la vista e a cancellare il nostro volto originario, rifiutandolo.
e tutto ciò ci intossica.
sì, insomma, io penso che siamo un po' tutti sulla stessa barca, ma alcuni marinai stanno guardando un pochino oltre l'orizzonte, scorgendo alcune dissonanze che deformano il vero io e stanno acquisendo una nuova coscienza del proprio essere e degli altri..

.attimi

Anonimo ha detto...

Non conviene fare i marinai che guardano troppo oltre. Anche perché oltre non c'è niente. L'oltre è rappresentato da quelli che parlano di alieni, e di stronzate new age 2.0. Disadattati, cialtroni o semplici imbecilli, sommati ai somari religiosi di ogni tempo e luogo. Non credo in "un mondo dietro al mondo".
Sono talmente stronzi che mo hanno inventato il poliamore. E ci credono. Che degenerazió. Oppure altre stronzate. C'è talmente tanta merda in giro, da far vomitare, pure uno con uno stomaco robusto come il mio. https://youtu.be/fcP_RZ5iZMc

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

00:51 io sono tra quelli che spera nei dischi volanti

attimiespazi ha detto...

no, Freddy, l'oltre è più vicino di quanto si pensi, i predicatori di YT dell'ultima ora con le loro contraddizioni dell'ultima ora non c'entrano e mi interessano ben poco. non conosco questa faccenda del poliamore, la cercherò su Gugol
:-)
ah!grazie per la scena di Tarkovskij, adoro questo regista, le sue inquadrature, i suoi campi lunghi, le sue atmosfere..

:-*

Anonimo ha detto...

Sarò breve.

Patuzzo ha detto...

Che bel post e che bei commenti.

Anonimo ha detto...

La quantità di merda che gira per il mondo non è aumentata.
E' aumentata esponenzialmente la capacità di osservare maglio e in maniera geograficamente complessiva la merda che gira per il mondo.
Oggi abbiamo la possibilità di conoscere che tipo di merda c'è in Cina, in Congo, il Cile, in Lapponia, e tutto in real time. Questo ci fa dire: "Cazzo, ma quanta merda che c'è in giro! Prima ce n'era di meno".
Non è vero. La merda è sempre quella. Cioè cresce in modo proporzionale alla quantità di persone che cagano. La percentuale di merda resta uguale.
E quando se ne accumula troppa, come in una fognatura o in una fossa biologica piena, esplodono i gas che si creano, e allora si verificano i disastri storici che a cicli si ripetono.
La differenza con oggi è che tutti sanno quello che succede, prima no. Nel 1347 d.c. esplose la Pesta Nera che devastò Asia, Europa e Africa. Ma Australia e America furono risparmiate. Oppure, mari pestilenze si verificarono anche lì, prima o dopo, ma noi di qui non si seppe nulla. Merda nostra, merda loro, e ognuno si teneva la sua.
E' la consapevolezza che tutti hanno più o meno la stessa merda (anche se non sembra) che determina l'avvilimento che a un certo punto non può fare a meno di prendere la testa di alcune persone, e alcune finiscono per ammazzarsi. Che siano le persone più istruite e con esperienze sociali complesse quelle che più spesso si ammazzano è forse la prova che più conosci, di cose e persone, ovunque, più vedi merda, e alcuni lo trovano inaccettabilmente disgustoso, insopportabile.
E non è che se te ne vai a vivere da solo nel Klondike la merda sparisce.

Anonimo ha detto...

Ciao Socio.

Anonimo ha detto...

Anche solo in un recente passato, la stragrande maggioranza delle persone riteneva, ad esempio, che le classi dirigenti fossero composte da persone sagge, oneste e illuminate, se non proprio scelte da dio, o dal destino, per guidare la gente lungo percorsi di relativo benessere da raggiungere in qualche modo (lavoro, guerra, sfruttamento coloniale, andava bene tutto).
E tra la gente non mancava (e ancora ci sono) quelli istruiti e colti che cantavano le lodi e dipingevano i "re" come esseri superiori, ai quali giurare fedeltà, per i quali combattere e servire, senza discute. Alcuni di questi erano dei furbi scribacchini, dei profittatori, ma non tutti. C'era (e c'è) chi credeva veramente ed era disposto al sacrificio, suo e altrui, per servire il "re". Spesso convinto che la vera democrazia, l'uguaglianza sarebbe arrivata alla fine di tante lotte. E non si accorgevano della stupida incongruenza di cui erano caduti vittime, e di averci fatto cadere altri.
Allora, iniziavano un percorso di distacco, da tutto e tutti, per alcuni aspetti simile alle 5 fasi di elaborazione del lutto: negazione, rabbia, contrattazione/patteggiamento, depressione, accettazione. Questo se a morire è una persona.
Ma non tutti sanno o possono accettare, non nel caso di un'ideologia, una fede, un credo assoluto per il quale hanno magari ucciso e fatto uccidere altri, una vita sostanzialmente passata a farsi fregare. Una vita che si scopre falsa, volente o nolente.
E allora, da persone comunque coraggiose, in qualche modo, si ammazzano.

Anonimo ha detto...

Più che coraggio,direi disperazione

Anonimo ha detto...

Leggendo il post si capisce (almeno così penso io) che per te la vita e l'opera di questa persona fulcrino sul suo suicidio e su quello di sua moglie, che non si capisce che influenza abbiano avuto sull'esistenza del loro figlio, diventato a sua volta uno scrittore.
Personalmente ritengo che tu gli stia facendo un torto. Non puoi sapere cosa lo abbia portato ad uccidersi, possiamo solo fare ipotesi, avvicinarci forse, a una relativa verità, a cosa lo abbia portato al suicidio, ma di fatto non lo sapremo mai.
Ma adesso, sapendo come è morto, quello che sappiamo è che la lettura della sua opera non può che risultare condizionata da questo gesto, e quindi relativamente falsata, imprecisa. Conoscere come è avvenuta la sua fine, avendone scelto il modo, fa sì che l'opera assuma una connotazione che il lettore non può pensare di capire, in definitiva.
Non si può non mettere sullo sfondo delle sue parole il fatto che, alla fine del libro della sua vita, di cui ciò che si sta leggendo è solo un capitolo, lui si ammazzi e questo non permette alcuna analisi certa del pensiero dell'autore. Tutto va rimesso in discussione.
Chi si ammazza sparandosi in testa è come se volesse mettere un punto esclamativo in fondo alla sua esistenza. Ma in realtà, data la struttura del pensiero umano, il punto che resta in fondo è quello interrogativo.
Anche l'aver indossato una vestaglia rossa può essere visto diversamente dal semplice voler non urtare la sensibilità di un ragazzino che troverà un cadavere insanguinato. Ci potrebbero essere ipotesi alquanto diverse.

attimiespazi ha detto...

e ascoltando l'intervista, che idea personale ti sei fatto di questo scrittore?

Anonimo ha detto...

Preciso che non si può, a meno di essere persone parecchio superficiali (che ritengono di essere ipersensibili, e di conseguenza saper capire in due minuti o attraverso il giudizio di terzi a cui delegare valutazioni, spesso a cazzo di cane o per fanatismo o amicizia) capire da un'intervista o anche dalla lettura di una o più sue opere com'è fatta una persona veramente.
La sua storia parla di un uomo che (io ritengo) abbia ricevuto cocenti delusioni ideologiche. Delusioni ideologiche che ha capito essere, giustamente, come facenti parte della natura umana. Natura umana per lui inaccettabile, alla fine di un lungo e articolato ragionamento. Da qui il rifiuto di far parte di un contesto di cui si è fatto onorevolmente parte, ma che si arriva a riconoscere per truffaldino.
L'indubbia sensibilità di quest'uomo, non ha trovato un confine sul quale fermarsi e, come spesso accade, andare oltre lo ha portato in quei Territori Oscuri (gran libro) dai quali, per quanto affascinanti, si torna profondamente cambiati. Se mai ci si ritorna.
E' una cosa che accomuna molti artisti, persone colte e sensibili, che intraprendono pericolosi viaggi all'interno delle loro menti, lo sanno benissimo, ma sono attirati verso una risposta che non esiste. E quando non la ottengono, e non la ottengono mai, si bruciano il cervello, in un modo o in un altro.

attimiespazi ha detto...

non si tratta di capire una persona ma di parlarne e farsene un'idea esattamente come hai fatto tu ora 12:55 ("indubbia sensibilità " - abbiamo avuto la stessa percezione, hai visto? tra l'altro io non lo conoscevo)
di confrontare i suoi pensieri rilasciati nel 1970 e trarne riflessioni personali da scambiare in un tranquillo dibattito..

Patuzzo ha detto...

Sono stato io a stimolare ulteriori interventi? Bravi anche gli anonimi che scrivono romanzi....

marti64 ha detto...

attimi 22:45
Si il 97% di quei sani valori sono presente in me, qui in campagna
la vita corre più lenta, più tranquilla, ma vedo i miei amici che
non lavorano la terra sempre in camper in giro nei weekend, motori,
mountan,bike, che è lecito, però vedo i loro figli un pò abbandonati.
Il volere il pretendere troppo dala vita ti fa perdere i valori più importanti, la famiglia, in definitiva dobbiamo pretendere meno,
desiderare di più

Anonimo ha detto...

La valutazione dell'artista è quindi condizionata dal suo suicidio, se si legge di lui adesso, questo è umanamente inevitabile. La vita, e la morte scelta, ponderata, decisa, in questo caso come ultimo gesto vitale, rivendicato, incidono in modo netto sul giudizio che si ha dell'artista, che prescinde dal gusto personale. Si deve cambiare livello di percezione.
Questo vale anche (secondo me) quando si guarda a tutti quegli scrittori e artisti che sono morti in modo non naturale, suicidi o uccisi. L'interruzione della loro esistenza in modo e maniera forzata, conclude la loro opera, ogni loro opera, e lo fa in modo che psicologicamente il lettore non possa non porsi la domanda sul reale senso di quello che ha letto o visto, nel caso di un regista o di un attore.
Se ascoltiamo un brano di Sid Barrett o leggiamo una poesia di Pasolini, o vediamo un film di Robin Williams, la nostra mente non potrà non associare l'opera alla morte violenta dell'artista. E domandarsi della loro relazione.

Anonimo ha detto...

Risulta quindi impossibile farsi qualsiasi idea sull'uomo che, da scrittore e regista ecc., da uomo pubblico e conosciuto, e che ha deciso di esserlo, scelga di mandare l'ultimo messaggio al suo pubblico attraverso l'interruzione violenta della sua vita, da eseguire in modo più o meno plateale e spettacolare. lasciando la domanda se questa in fondo non sia la sua ultima rappresentazione scenica.
Se non si parte da questo principio, secondo me, ogni conversazione in merito diventa sostanzialmente una perdita di tempo, anche se condita da giudizi personali magari anche ben espressi.

attimiespazi ha detto...

sono d'accordo con te 13:37.
comunque, personaggio pubblico o no, il suicidio - che negli ultimi anni ha coinvolto poveri cristi e addirittura ragazzini - fa riflettere ad ampio raggio e soprattutto umanamente parlando.

persone ipersensibili? eccola! Martina!
ha delle antenne speciali, è sempre connessa con la parte più intima delle persone che incontra, senza per questo pretendere di conoscerle; però ha quell'intuito tutto femminile che le consente il vero Contact..

.@

Anonimo ha detto...

Cazzate.
La sensibilità non è un valore assoluto, come l'intelligenza per esempio.
Essere sensibili può determinare ragionamenti che alla fine non portano da nessuna parte e che anzi in determinati contesti sono dannosi. Così come il cinismo.
La soggettività di giudizio è la forza e al contempo la debolezza dell'essere umano, che rende tutto relativo. Ma poi succede che trovi quello più furbo e logico che, magari senza che te ne rendi conto, te la piazza al culo senza che manco tu te ne accorga. E non è che il più furbo e logico non siano a loro volta sensibili ma solo più intelligenti.

Riguardo al suicidio secondo me non tieni conto di quello che si è detto prima: è una questione di consapevolezza espansa ed estesa. Più sei consapevole della merda di cui è fatto il mondo più tenti di uscirne. E non è che ci siano molti modi, anzi.
Oggi la tecnologia media consapevolizza moltissimo in più di prima, e questo toglie speranza.
Non esistono dati certi sull'incidenza dei suicidi in epoche diverse, per vari motivi, quindi sospenderei le tue molto relative certezze sulla questione.

attimiespazi ha detto...

ah beh, se tu hai in mano le tue verità nessuno te le vuole mettere in discussione.
diciamo che io guardo le cose da un'altra prospettiva, che "sento" essere la mia strada, che "sento" appartenermi.
l'accenno di Martina sul modo di vivere e sulle origini familiari lo ritengo un tassello non trascurabile nell'analisi di certi comportamenti umani che non andrebbero mitizzati..


Anonimo ha detto...

Sì Attimuccia poveri cristi che si sono suicidati perché la loro azienda è fallita e ragazzini che si sono suicidati per un dislike. I suicidi sono senz'altro aumentati e marti64 ha ragione.

Anonimo ha detto...

Attimi sei una cretina.
Sensibilmente.

attimiespazi ha detto...

a volte sì, ma non sempre..

Anonimo ha detto...

Comunque il modo e il motivo perché uno si ammazza, rispecchia sempre la persona. Trovo il suicidio di Gary molto intelligente. Stava invecchiando e non gli andava di assistere, al proprio lento disfacimento fisico e mentale. Il particolare della vestaglia rossa, nella sua frivolezza, paradossalmente, aumenta la percezione di un uomo, con un notevole carattere.

Anonimo ha detto...

Quando fai il brodo con le rose e i cannelloni per Valter, si.

Anonimo ha detto...

Io trovo il suicidio di Gary un (probabile) forte messaggio. Non c'entra nulla la gentilezza verso chi lo trova: la vestaglia rossa ha (secondo me) tutt'altro significato.
Un uomo che ha fatto la Resistenza (francese) sa per certo che uno sparo in bocca devasta il cavo orale e fa volare via denti e cervello.
Quindi la gentilezza e il riguardo verso chi lo trova è una cagata. Anzi secondo me è il contrario, è accentuazione del sangue, e c'è qualcosa di politico in quella vestaglia rossa.

Se vuoi essere accorto e gentile ti fasci la testa e la faccia con un asciugamano.
Magari rosso.

attimiespazi ha detto...

Valter? ma sono passati anni da quel mio unico commento. ormai il brodo e i cannelloni sono caduti in prescrizione..

Anonimo ha detto...

Saputone, spari... cazzate. https://youtu.be/eVm88MX2Gw4
Ps: E la pistolINA è una 357 Magnum....

Anonimo ha detto...

Io vedo Gary che rappresenta se stesso come un gigolò, o una puttana, in vestaglia rossa appunto, al servizio di una fazione culturale marcia (la gauche francese), che dice "basta, non mi avrete più". O "non sarò la vostra puttana/gigolò".
Una fine tutto sommato onorevole, che tanti troppi altri non hanno scelto.
Anzi, oggi ce li ritroviamo in TV che ci spiegano, ridendoci in faccia, quanto siamo stronzi, mentre li votiamo tutti felici e contenti, democraticamente consapevoli, loro e i lori figliocci.
Se così è andata, tanto di cappello all'uomo Gary.

Anonimo ha detto...

Coglione, la .357 Magnum è una delle pistole più potenti del mondo.
Vai a mettere il teflon a qualche tubo del cesso, che quello è il compito tuo.

Anonimo ha detto...

E sparati in bocca Fosca, che poi vediamo la merda che imbratta il loculo dove vivi dove arriva.

Anonimo ha detto...

Appunto. Il coglione sei te. Dov'è la devastazione del cranio, e il cervello e denti, che insieme schizzano per la stanza? Si vede solo un po'... di epistassi... Ahahahha!

Anonimo ha detto...

Nah un bel perone di eroina! Pulito e piacevole! Come un vero eroe, moriró con la spada... ! 💉😜

Anonimo ha detto...

Pulitore di merda varia dai cessi altrui, prima di parlare accertati di avere almeno in parte il cervello sgombro dall'alcol di patate che ti devasta le meningi.
Mettiti una 357 magnum in bocca, ma anche in culo che per te è uguale, e sparati, che poi se vuoi ne parliamo.
Riprenditi e pubblica su YT mi raccomando.

Anonimo ha detto...

Mai bevuta la vodka di patate, (dovrei provarla) però qualche volta l'ho bevuta SULLA Patata!!! 😋

Anonimo ha detto...

Valter per non ripetere vate. Chi lo conosce Valter.

Anonimo ha detto...

Tutti i santi finiscono in gloria.

Gloria! Un troione, ma non c'ho bevuto la vodka.

Anonimo ha detto...

Allora, facciamo un po' d'ordine, perché al solito Farina scrive un bel po' di cazzate.

1) Gary non si è sparato in bocca ma in un orecchio (che è il modo più sicuro e "pulito" di suicidarsi con un'arma da fuoco).

2) Non ha indossato nessuna vestaglia rossa.

"Dopo un pranzo al ristorante in compagnia di Claude Gallimard, torna a casa, chiude le tende della sua stanza, si toglie gli occhiali, ripiega con cura gli abiti su una sedia rimanendo in camicia, si poggia sull'orecchio un telo da bagno rosso e preme il grilletto. Non vuole che chi lo ritroverà sia impressionato dal sangue. Sul tavolino, un messaggio indirizzato al suo editore: «Nessun rapporto con Jean Seberg. Quelli che amano i cuori infranti sono pregati d'indirizzarsi altrove (..)
Perché allora? Forse la risposta va cercata nel titolo del mio libro autobiografico, La notte sarà calma, e nelle ultime parole del mio ultimo romanzo "poiché non si potrebbe dire meglio": in fondo mi sono espresso pienamente»".

E' forte il sospetto che abbia voluto fare un gesto politico (anche se non solo) verso una sinistra francese che aveva iniziato a disprezzare.

"In un altro tempo e in un'altra società, i vecchi potevano contare, come tutti, su qualche rete densa di relazioni, amicizie, solidarietà: calde e quotidiane. La sinistra fino agli anni '70 era anche questo, i gruppi della nuova sinistra erano altrettante comunità in cui si condivideva non solo la militanza, ma anche il tempo quotidiano. Non è più così: come ha scritto Alfonso M. Iacono, non abbiamo perso per le nostre idee, bensì per quel che siamo diventati."

Per chi fosse meno superficiale di Farina, che copia e incolla quello che trova su Wikipedia (che vuol provare a passare da intellettuale di sinistra ma che invece fa tremare le ridere i cani dal ridere) può leggere Annamaria Rivera: Lucio Magri e il suicidio di Romain Gary - luciomagri.com

Anonimo ha detto...

La solita figura da pirla

riccardofarina69 ha detto...


Ma se non sapevi manco della sua esistenza!
Ahahaha.

riccardofarina69 ha detto...


Copia e incolla sto cazzo, vai in libreria e compra un suo libro come ho fatto io.
E poi leggilo, magari.

riccardofarina69 ha detto...


Per quanto riguarda il tuo contributo siamo ben felici che ci aiuti
a delineare meglio qualcosa che prima non conoscevi.

Non mi sono presentato come un esperto e le notizie biografiche
le ho reperite su Wiki e su un video a lui dedicato.

A me piaceva l'idea di farvi scoprire ionsieme al sottoscritto
uno scrittore e di incuriosirvi e credo di esserci
riuscito dato che anche tu hai fatto ilo bravo
scolaretto di mamma.

Anonimo ha detto...

Un post riesce anche grazie alla partecipazione e alla curiosità dei tuoi lettori. Dovresti ringraziare chi ha contribuito

Anonimo ha detto...

In effetti la storia della vestaglia rossa suonava male. Però peccato era simpatica.

Anonimo ha detto...

Alcune allieve e alcuni allievi hanno superato il maestro. Applausi.

Anonimo ha detto...

Capirai... Il maestro de che? Poi superficialone com'è!

Anonimo ha detto...

Stavo a vedere Focus, e facevano le analisi chimiche e al carbonio14 ai buchi di culo, delle Mummie Egiziane, per capire se erano buchi di culo alieni. Almeno cosi ho capito, vedendolo muto, mentre mi sentivo i Sex Pistols e mi ingozzavo della mia adorata vodka! Ps: x Andrea... vaffanculo ricchione!

Anonimo ha detto...

La vodka disinfetta. Dopo puoi leccare pure la fica di una lurida. E poi doppia ebbrezza!

Anonimo ha detto...

Ammazza talmente i batteri, che se te fai una boccia intera, vai di sciolta 2 giorni peggio che con gli antibbiotici.

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Estratti da articoli di differenti testate italiane e francesi:

Il pomeriggio del 3 dicembre del 1980, Romain Gary si recò da Charvet, in place Vendôme a Parigi, e acquistò una vestaglia di seta rossa. Aveva deciso di ammazzarsi con un colpo di pistola alla testa e, per delicatezza verso il prossimo, aveva pensato di indossare una vestaglia di quel colore perché il sangue non si notasse troppo.
Nella sua casa di rue du Bac sistemò tutto con cura, gli oggetti personali, la pistola, la vestaglia. Poi prese un biglietto e vi scrisse: «Nessun rapporto con Jean Seberg. I patiti dei cuori infranti sono pregati di rivolgersi altrove».


Cinque anni dopo, il 30 novembre 1980, si ucciderà con un colpo di pistola dopo avere acquistato un accappatoio rosso per non sporcare e aver lasciato un biglietto laconico («Nessun rapporto con Jean Seberg. I patiti dei cuori infranti sono pregati di rivolgersi altrove»


Il 28 novembre del 1980 spedisce a Gallimard il suo testamento, Vita e morte di Émile Ajar. Due giorni dopo, indossando una vestaglia di seta rossa, Romain si spara un colpo alla testa. Le ultime parole di quello scritto, in cui rivelava che era proprio lui l'autore de La vita davanti a sé e di tutti i romanzi firmati da Ajar, dichiaravano: «Mi sono davvero divertito. Arrivederci e grazie»


Ce 2 décembre 1980, la France de Giscard déprime. Et Gary marche sous un ciel qui goutte en filasses. Il vient de déjeuner avec Claude Gallimard, il a fumé un cigare, Davidoff, évidemment. Il est de retour à la maison, rue du Bac, il se déleste de tout sauf d’un sous-vêtement rouge, il cache sa tête sous un peignoir de la même couleur. A cette heure, le monde est un buvard sinistre. Il a toujours eu peur de la tombée de la nuit. Il dirige le canon d’un Smith & Wesson 38 vers sa bouche et il presse sur la détente. Il a 66 ans, un fils adoré de 18 ans, Diego Alexandre Gary, qu’il a eu avec l’actrice Jean Seberg.


Voilà trente ans, jour pour jour, que Romain Gary entra, au début de l'après-midi d'un 2 décembre, dans une boutique du boulevard Saint-Germain pour y acheter une robe de chambre rouge. Après quoi il s'en retourna vers son appartement de la rue du Bac, s'allongea sur son lit, prit le vieux browning qui datait de ses années de guerre et se tira une balle dans la tête. On apprit plus tard que le rouge de la robe de chambre n'était destiné qu'à masquer le rouge du sang qui l'inonderait. Romain était délicat. Il ne voulait pas effrayer ceux qui, dans la soirée, ne manqueraient pas de découvrir son cadavre.
La boutique en question existe toujours. Elle porte un nom (Aux laines écossaises) qui devait plaire à celui qui se comparait lui-même au caméléon des histoires juives qu'on pose sur un plaid écossais et qui en devient fou.


Le 2 décembre 1980, Romain Gary entre dans une boutique du Boulevard Saint-Germain pour y acheter une robe de chambre. Quelques heures plus tard, il se tire une balle dans la tête, habillé de ce même peignoir - qu'il avait choisi rouge, pour masquer les traces de sang. Quand on s'appelle Romain Gary, on a jusqu'au bout le souci du détail. Ironie du sort, c'est sur le trottoir en face de ce magasin que le Musée des Lettres et Manuscrits, autrefois situé rue de Nesle, a déménagé en 2010.

Anonimo ha detto...

Deux décembre 1980, il pleut sur Paris. Une sorte de neige fondue. Un temps à ne pas mettre le nez dehors. En fin d'après-midi, allongé sur son lit, vêtu d'un sous-vêtement rouge, la tête sur un oreiller recouvert d'une serviette de bain rouge, Romain Gary se tire une balle de revolver dans la bouche. Un revolver Smith & Wesson de type 38 spécial qu'il garde toujours à portée de main. Si le geste est théâtral, l'idée du suicide ne l'a jamais quitté. Dans La Promesse de l'aube, il raconte qu'il a eu, par trois fois, la tentation de se tuer. La mort fait partie de son horizon "naturel".
e jour-là, Gary a déjeuné avec Claude Gallimard, au restaurant Récamier. Refusant de se faire raccompagner par le chauffeur de la maison, il est rentré chez lui à pied. Peu auparavant, il avait terminé son dernier texte par cette phrase : "Je me suis bien amusé. Au revoir et merci." Ce 2 décembre, il laisse au pied de son lit une lettre datée "Jour J", qui s'achève par ces mots : "Je me suis enfin exprimé entièrement."

Anonimo ha detto...

Hai fatto la solita figura da coglione Farina. Che poi ormai ti si conosce e la cosa non stupisce, anzi: come vuole la prassi.

Certo, lo spunto sulla vita/morte di Gary può essere interessante. Grazie.
Ma se da questo poi si arriva a capire, informandosi anche solo un po' meglio di te, che hai scritto cose in modo quanto meno superficiale, al solito per impostare un discorso che altrimenti non regge, fai la solita figura da pirla, che prova a fare il saputo intellettuale che per attirare l'attenzione dispensare minchiate.

Anonimo ha detto...

Quella della vestaglia rossa di seta è una sceneggiatura. A qualcuno serviva per scriverci su qualcosa che facesse teatro. Se ti ammazzi con un colpo di pistola in testa (e non in bocca come scritto) non puoi mica controllare dove ti finisce il cervello e quanto sangue perderai, e dove andrà a finire. E' una puttanata abbastanza evidente.
Se ti fasci la testa con un asciugamano, magari rosso, posso anche pensarlo. Ma mettersi una vestaglia rossa per pensare di confondere il sangue che ti spruzzerà fuori dalla testa è di una stupidità che a uno come Gray non si confà.

Anonimo ha detto...

Rivediti la famosa scena de "Il cacciatore" Farina, che magari capisci qualcosa al riguardo.

Anonimo ha detto...

Patuzzo9 ottobre 2019 10:39
Che bel post e che bei commenti.
Fin qui i 19 post alliscianti.
Eccoti il socio che te li trascina a più di 70.
È la prova del nove.
Gli utili tutti a lui.

attimiespazi ha detto...

. Il dirige le canon d’un Smith & Wesson 38 vers sa bouche .

. se tire une balle de revolver dans la bouche.

due articoli francesi parlano di uno sparo in bocca e altri tre di un colpo alla testa. i traduttori italiani avranno scelto quello che gli pareva a loro.
Anonimo ricercatore, prova a vedere se riesci a giungere alla verità e cerca su gugol se lo scrittore si è sparato in bocca o alla testa, se ti piace gugol,
perché finora hai riferito tutte e due le versioni, e il fatto che lo sparo alla testa sia una notizia web in maggioranza non significa che sia vera.
magari sul libro che ha letto Ricky c'è la vera cronaca del fattaccio.
io mi fiderei di più di una cronologia essenziale della vita dell'autore trascritta su una sua opera.
non ci resta che andare in biblioteca e scoprirlo! oggi sarò giusto da quelle parti e farò la mia ricerca seria.
il web lascia sempre il tempo che trova..

.

attimiespazi ha detto...

il socio sa fare i minestroni..
:-)

Patuzzo ha detto...

Ogni tanto questo socio spara le sue cazzate, evidentemente per lui tutto fa brodo (o merda, che è il suo punto di vista prediletto). L' essenzialità di Freddy Fosca e di Attimiespazi nelle argomentazioni sono ammirabili. Esprimere concetti importanti e profondi in poche significative parole, andando subito al punto... è prerogativa di intelligenza superiore.

Anonimo ha detto...

Se vuoi fare il gentile con chi ti trova non ti spari, ne in in bocca ne altrove, e non ti metti una vestaglia di seta rossa, che tanto non serve a un cazzo.
Al limite, ripeto, se proprio vuoi spararti in testa (meglio se in un orecchio) te la fasci prima con un asciugamano (rosso). Ma proprio al limite e non è che tu stia facendo una cosa comunque molto intelligente, visto il motivo che ti muove.
Secondo me, dato che questo tizio era stato un militare (e non un partigiano) queste cose le sapeva. Non c'è niente di poetico in un proiettile cal.38 SW sparato a bruciapelo nel posto del corpo umano che contiene più sangue in assoluto.
E' ovvio che, oggi, si può solo ipotizzare e che, data la mole di minchiate varie scritta non si sa bene da chi ne per quale motivo, a questo punto ogni opinione ha un suo senso.
La mia è che abbia voluto fare un gesto politico, ma che qualcuno abbia deviato l'attenzione su altro.
Il fatto poi che abbia voluto scrivere che il suo suicidio non era correlato a quello della ex moglie, avvenuto un anno prima, un anno però passato ad accusare l'FBI e il governo USA di essere la vera causa della morte della ex moglie... Mi lascia un po' perplesso.
Ma ripeto: visto il casino ormai ci sta tutto.

Tu Attimi vai a fare il ragù di maiale (di sesso femminile), che sei libera docente mi pare.

Anonimo ha detto...

Patuzzo del cazzo, ascolta un attimo cosa si evince dai tuoi dottissimi commenti, invece:

che se scrivo non va bene, se non scrivo non va bene... Metti pace tra il tuo culo e il poco cervello che hai, perché una cosa è certa: che a te tira il culo sempre e comunque.

Geloso?

Anonimo ha detto...

Guarda io ho pigliato le ferie apposta e sto entrando alla Bnf - Bibliothéque National de France. Voglio che il portierato mio sia serio.

Anonimo ha detto...

Le ferie prendile per andare a fare in culo da qualche parte, idiota. Che ne hai bisogno.

Anonimo ha detto...

Grazie caro, "lo" prendo bene, sia il tuo augurio, che in generale. Pure stanotte. Così come spero la prossima. E chissà magari pure in giornata, non sai mai quando puoi avere culo. Solo scriverlo mi eccita e qualcosina mi ingegno subito a metter su. grazie per avermelo ricordato. A presto (soprattutto in quel senso).

Anonimo ha detto...

E soprattutto perché il mio 10:10 era per Attimi che s'annava a sparà sto pippone. Ma ora scusami, non mi perdo in ciance, sto in fregola.

Anonimo ha detto...

E' sempre e comunque un consiglio. Sta a te decidere il da farsi. E pare tu lo sai bene (che è cosa che ha il suo valore).

Io invece vado a farmi fare un pippone da quella che spazza le scale del mio condominio.
Visto che Attimi latita.

Anonimo ha detto...

E per la cronaca: Mauro è un nome da frocio.

Anonimo ha detto...

Ma infatti. Je suis frocio! https://youtu.be/AWEB2PyuyIQ

attimiespazi ha detto...

nei cinque romanzi di Gary presenti in biblioteca ci sono solo brevi accenni riguardo la sua morte: e tutti confermano che si sparò un colpo in testa.
mi sono portata a casa La Vita Davanti A Sé - leggendo alcune pagine iniziali mi è sembrato di avere tra le mani un capolavoro letterario..

attimiespazi ha detto...

@10:12
guarda che 10:10 è sempre il/la solito/a Anonimo/a che cerca di prendermi per i fondelli un tot al kilo. normale amministrazione, problemi suoi..
;-)