Specchio delle mie trame chi è il più abissale
del reame? Nei vortici sospesi della tranquillità
un grido fiorisce come un fiore carnivoro.
Crepe celesti lasciano intravedere un dio fatto
di fango, mostro eterno, un dio che dona alla
sua sete temporali invincibili, e ride del vuoto.
Corpi martoriati d'amore, lingue di lava nella
mente, labirinti che si sciolgono nel vento, e la
perdurante estasi di un sogno che sfigura volti.
Con la cenere negli occhi plasmo la mia piccola
dimora, fatta di luce e sangue, sradico dalla mia
carne un morso, e seduco il precipizio delle ombre.
Resiste all'assalto un cuore, nudo di battiti.
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