Posso variare il mio passo.
Farlo più lento, più veloce,
seguendo il mio umore.
Stamattina ho smorzato
il ritmo in una pozza di
sole, mi sono quasi fermato.
Per un attimo ho chiuso
gli occhi, come un cieco
ho goduto il mio andare.
Ho un passo panoramico
di solito, guardo la fretta
degli altri e mi commuovo.
Fino alla lacrime. Godo del
mio privilegio, gioco con le
attese, scandisco beatitudini.
In questo deserto di frenesie
mi sento anacoreta dell'attimo,
giardiniere di allucinazioni.
Vivo di sospensioni, oscillo
e vago, non ho tempo libero
perché non ho un padrone.
A passo variabile la vita rivela
il suo sentiero segreto, e io
colgo lo stupore come si coglie
un fiore.
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