Anche nelle mortali profondità dell'incubo
la vita mi strappa un sorriso di meraviglia.
L'inferno nudo della noia dispensa segreti
di disvelamento, una tempesta attraversa
urlando labirinti feroci di ordine e pulizia.
Viso, residuo fatale di un annegamento.
In te sento la verità del mutamento, e la
la sua vanità, un dio cianotico mi ha tolto
il respiro, e di me non resta altro che una
maschera putrefatta, una libertà impura.
Si rivela inganno ogni paradosso, ogni fuga
estrema nel sogno, la Logica prevale, come
una cattedrale esangue, la preghiera diventa
calcolo, sistema, operazione, lutto, profitto
di una sconfitta, ma solo per chi non sa morire.
Enigma, aderenza inquieta.
Nessun commento:
Posta un commento