lunedì 1 agosto 2011

IL SOLITO

Tutto mi fa orrore. E mi spaventa.
La paura è come una pellicola che
riveste il Creato. Un filo d'erba mi
gela il sangue nelle vene, e un fiore
mi spappola il cranio. La vita mi è
estranea, ma scorre implacabile
nelle mie vene. E mi trascina nel
vortice dello stupore. Nascere è
solo la complicazione di un coito.
La speranza morirà per ultima,
quindi morirà sola, la speranza
è disperata, e ha ragione. I morti
vomitano orizzonti. Ricerchiamo
la felicità perché il dolore ci trova
subito, appena nati. Non c'è rifugio.
La verità è così pura che schianta
il respiro. La verità genera mostri.
Tutto frana. Eppure c'è una musica
in tutto questo. Una segreta armonia
della riconciliazione. Nel fondo di
ogni cosa si cela un sorriso.
Un sorriso bianco come la morte.
Ma allora, se tutto è orrore e musica
dell'orrore perché continuo a
respirare? L'organismo è sordo.
E la mia oliva nel Martini mi fa
compagnia. Un aperitivo, ancora
un aperitivo. Il solito.

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