martedì 12 gennaio 2021

UN DANNO PERMANENTE

Sei capitata un giorno nel raggio del mio sguardo.
Geometria perfetta del disastro, danno permanente.
Prima ero un uomo libero, volteggiavo nella mia
libertà, mi bagnavo nel latte bianco della mia libertà,
mi sentivo Cleopatra e Antonio, mi sentivo deserto
annegato in oasi di sete barocca, ogni duna un mistero,
ogni granello di sabbia una melodia d'aridi sgomenti.
L'infanzia ripida dei miei passi, le vetrine puttane
dei negozi, una scosciatura fuggevole di passante,
un profumo divelto alla meccanica del traffico, tutto
era per me giaciglio d'avventura, cilindro magico per
conigli sognanti, e poi, d'un tratto, sei entrata nel
raggio infinito del mio sguardo, e mi hai reso una
cosa pulsante, un cuore di sangue, folle come il battito
della pietra che precipita, una spugna cardiaca che
annaspa tra i fili del cielo, tu, più puttana di tutte le
vetrine di tutti i negozi, più vera di tutti i miei inganni,
più crudele di ogni risveglio denudato, Ethel vertigine.

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