martedì 12 gennaio 2021

IL NIDO (POESIA)

L'alba si è fatta un nido tra i rami
davanti alla mia finestra.
E già non ho più voglia del giorno,
mi sembra così perfetto questo
assaggio, questa ombra, questa
scheggia che mi squarcia di infinite
lontananze, perché cedere alla
voluttà della sazietà? Perché dare
un seguito a questa musica di sfere
appenna accennate? Fermatevi tutti,
fermati alba, non dare respiro al tuo
crimine di spazi e di voglie, lasciati
immaginare racchiusa in quel nido,
con le ali spezzate di ogni segreto,
mistero che alza il sipario solo per
la vanità di un brivido e poi lascia
la scena, e trova rifugio nel sogno.

2 commenti:

attimiespazi ha detto...

in questi versi, ci trovo come un tentativo di catturare
nuove volontà espressive,
o forse è solo il battito d'ali
di un attimo già fuggito via.
ma in fondo - pensandoci bene -
quell'attimo fuggente
non è che il destino di ogni poesia..

Anonimo ha detto...

La mia nuova alba è messaggera di guerra, i suoi colori son bagliori di fuochi lontani, brace immortale seppellita in brina incrinata, fumante tra crepe ghiacciate. Il potere di sollevare il mondo, cannoni dirompenti le parole son vergate su carta bianca. Un’alba seguita dalla notte, il giorno dimenticato di una democrazia sbriciolata. La guerra delle democrazie dittatoriali spalmata tra albe e notti. Tra colore e buio, mentre giorni incolori si tingono di sangue. Storni si riuniscono su punta di albero, sembran corvi forieri di morte. Non portano novità diversa, nella realtà incistata.