Denti e tentacoli in forma d’ombre. Pietre negli occhi. Sangue che sgorga a fiotti dal ventre cavernoso della terra. Voluttuosi arzizigoli d’incenso che, dalla pelle, si ergono fino agli dei. Il verbo “trasudare” coniugato ad ogni tempo, in ogni modo, finito e infinito, pronunziato dalla bocca, dalla lingua, dalle labbra di Nicolino Pompa è la musica di quel piacere, che riconduce ai sudori peccaminosi dei santi, all’acqua del costato di un Cristo tremendamente pagano, vorticosamente umano, sensualissimamente mortale, al quale una passione che brucia ancora e per sempre ha trafitto le carni. Ogni ruga sul suo volto è un bacio che ogni donna ha perduto. Ogni sua sillaba un canto rubato ad un dio impaziente. Ogni suo respiro è una piuma che precipita sull’acqua e dà inizio al diluvio universale. Ogni avverbio di Nicolino Pompa sembra possedere il mistero della poesia che lo abita: “ferocemente”, “disarticolatamente”. “Concedimi un lunghissimo respiro” e piange a raccontare come muore un figlio, come nasce una poesia. Piange e le sue lacrime fanno l’amore con la saliva alla quale vorrei mescerle; piange e lo sento uomo; piange e lo vedo padre. Chè ogni padre, io lo so, è l’alito dell’universo, è l’imperatore dell’anima. Pompa a sangue caldo. Sì. Pompa rude, senza dolcezze; Pompa amaro, come le ferite; sapido come la salsedine. Pompa è uno sciamano, nel cui vortice prima o poi s’annega. E’ una notte rossa d’autunno dentro la primavera; è l’odore di tabacco, di vino e di cannella tra i gelsomini; è una grande mano ed è piena di perle. E tu, tu, Riccardo, sei adamantino, perché mi accechi; sei il mio peccato mortale, perché di te io godo; sei insopportabile, perché mi strappi a me e tu sai che io mi manco. Siete una danza esoterica, siete una festosa crocifissione; siete l’abisso incontrollabile delle lontananze, ma non siete distanti mai, perché siete la mia malia. E’ un film vertiginoso. E quando il regista va via, forse stavolta fugge sul carro del Sole, come un’assassina di figli alla quale il letto è rimasto insaziato.
Post scriptum: Come dice Nicolino, questo è fare l'amore.
un video-ritratto che sfiora con semplicità le pieghe intime e dolorose di un Nicolino Pompa che racconta con pragmatismo ciò che ha posto in sospensione di giudizio perché, forse, sa che tutte le cose sono in-conoscibili e im-ponderabili..
Il pasticcere, i gourmet e il goloso. Ricky, ascolta questa metafora alla crema (ma anche alla panna, pan di Spagna, cioccolata...). Esiste un pasticcere che, per pura passione e con materia prima di qualità, confeziona dei dolci che poi dona gratuitamente. Tra i destinatari di questi dolci, diciamo assaggiatori, ci sono sia gourmet che semplici golosi. I gourmet, dopo l'assaggio, riescono a trovare e a motivare i diversi accostamenti di sapori, mentre il goloso si limita a dire che è buono. Adesso poniamo che il pasticcere si chiami Ricky, i gourmet Medea e Attimi, il goloso Giulio. Cosa può aggiungere il goloso dopo i commenti dei gourmet? Nulla se non ringraziarvi, te e loro, per avergli donato un momento di riflessione e tanta umanità. A Nicolino Pompa, se mai leggerà queste righe, dico solo che gli voglio bene. Bravo Riccardo.
7 commenti:
Medea:
Denti e tentacoli in forma d’ombre. Pietre negli occhi. Sangue che sgorga a fiotti dal ventre cavernoso della terra. Voluttuosi arzizigoli d’incenso che, dalla pelle, si ergono fino agli dei. Il verbo “trasudare” coniugato ad ogni tempo, in ogni modo, finito e infinito, pronunziato dalla bocca, dalla lingua, dalle labbra di Nicolino Pompa è la musica di quel piacere, che riconduce ai sudori peccaminosi dei santi, all’acqua del costato di un Cristo tremendamente pagano, vorticosamente umano, sensualissimamente mortale, al quale una passione che brucia ancora e per sempre ha trafitto le carni.
Ogni ruga sul suo volto è un bacio che ogni donna ha perduto. Ogni sua sillaba un canto rubato ad un dio impaziente. Ogni suo respiro è una piuma che precipita sull’acqua e dà inizio al diluvio universale.
Ogni avverbio di Nicolino Pompa sembra possedere il mistero della poesia che lo abita: “ferocemente”, “disarticolatamente”.
“Concedimi un lunghissimo respiro” e piange a raccontare come muore un figlio, come nasce una poesia. Piange e le sue lacrime fanno l’amore con la saliva alla quale vorrei mescerle; piange e lo sento uomo; piange e lo vedo padre. Chè ogni padre, io lo so, è l’alito dell’universo, è l’imperatore dell’anima. Pompa a sangue caldo. Sì. Pompa rude, senza dolcezze; Pompa amaro, come le ferite; sapido come la salsedine. Pompa è uno sciamano, nel cui vortice prima o poi s’annega. E’ una notte rossa d’autunno dentro la primavera; è l’odore di tabacco, di vino e di cannella tra i gelsomini; è una grande mano ed è piena di perle. E tu, tu, Riccardo, sei adamantino, perché mi accechi; sei il mio peccato mortale, perché di te io godo; sei insopportabile, perché mi strappi a me e tu sai che io mi manco. Siete una danza esoterica, siete una festosa crocifissione; siete l’abisso incontrollabile delle lontananze, ma non siete distanti mai, perché siete la mia malia. E’ un film vertiginoso. E quando il regista va via, forse stavolta fugge sul carro del Sole, come un’assassina di figli alla quale il letto è rimasto insaziato.
Post scriptum: Come dice Nicolino, questo è fare l'amore.
Perché dubitare di essere dei coglioni? Bisogna esserne certi!
un video-ritratto che sfiora con semplicità le pieghe intime e dolorose di un Nicolino Pompa che racconta con pragmatismo ciò che ha posto in sospensione di giudizio
perché, forse, sa che
tutte le cose sono in-conoscibili
e im-ponderabili..
.attimi
Il pasticcere, i gourmet e il goloso.
Ricky, ascolta questa metafora alla crema (ma anche alla panna, pan di Spagna, cioccolata...).
Esiste un pasticcere che, per pura passione e con materia prima di qualità, confeziona dei dolci che poi dona gratuitamente.
Tra i destinatari di questi dolci, diciamo assaggiatori, ci sono sia gourmet che semplici golosi.
I gourmet, dopo l'assaggio, riescono a trovare e a motivare i diversi accostamenti di sapori, mentre il goloso si limita a dire che è buono.
Adesso poniamo che il pasticcere si chiami Ricky, i gourmet Medea e Attimi, il goloso Giulio.
Cosa può aggiungere il goloso dopo i commenti dei gourmet? Nulla se non ringraziarvi, te e loro, per avergli donato un momento di riflessione e tanta umanità.
A Nicolino Pompa, se mai leggerà queste righe, dico solo che gli voglio bene.
Bravo Riccardo.
Giulio
Chi fa pasticcini se non ci fossero i golosi sarebbe il nulla.
Sinceramente mi sta simpatico Nicolino. Ma è troppo preso a recitare la sua parte.
In un certo senso hai ragione Freddy, ma è una recita comunque fatta con il sangue, che paga ogni giorno sulla propria pelle.
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